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Salute

I consigli alimentari per superare la stanchezza da "cambio di stagione"

Arriva la primavera e con essa quel fastidioso senso di spossatezza. Secondo l'esperto l'alimentazione è la chiave: "Carenza di molecole ad azione protettiva"

La primavera è dietro l'angolo: lo stiamo notando in queste giornate di sole e prime fioriture. Ma come reagisce il nostro organismo al cambio di stagione? Molti si sentono stanchi, spossati, la voglia di stare a letto un po' più tempo la mattina è spesso quasi un fastidio visto che manca l'energia. Perchè succede ciò e cosa fare per trovare vitalità e superare il trauma da cambio di stagione? E' possibile farlo attraverso l'alimentazione? Sì.

E parliamo di questo con il dottor Federico Perna, biologo nutrizionista a Villalba e responsabile di  un progetto di ricerca finanziato dal Ministero della salute al Policlinico S Orsola per il quale si stanno cercando dei candidati in sovrappeso o obesità. 

Si avvicina il cambio di stagione… Cosa accade al nostro organismo?

Bisogna innanzitutto dire che il nostro organismo produce una serie di ormoni che controllano il nostro corpo, i quali seguono dei ritmi circadiani, ovvero se dovessimo dosare ormoni quali cortisolo, testosterone e molti altri non troveremo gli stessi dosaggi facendo l’esame al mattino, alla sera o la notte. Questo significa che il nostro ritmo segue in qualche modo il ciclo del giorno/notte. E’ quindi presumibile pensare che durante il cambio di stagione e l’aumento o la diminuzione della luce, vada a modificarsi la risposta metabolica del nostro corpo con conseguente modifica di alcuni sintomi.

Di quali sintomi parliamo?

Vi sono vari sintomi chiamati 'vaghi' e 'aspecifici' quali stanchezza cronica, alterazioni del battito cardiaco, ansia o apatia e alcuni disturbi del gastroenterico e dell’attenzione che possono essere avvertiti in modo particolare durante il cambio di stagione ed enfatizzati dall’eccesso di un'alimentazione ricca di grassi saturi tipici del mondo animale, ma soprattutto da un'alimentazione carente in molecole ad azione protettiva, particolarmente presenti nel mondo vegetale.

Consiglio quindi di preferire sempre durante i pasti principali (ma anche per spuntini) le verdure, possibilmente di stagione e a chilometro zero, in modo da avere queste molecole in quantità abbondanti, che in modo cronico vadano a modulare la risposta del nostro corpo.

Per il pane e la pasta?

I prodotti derivati delle farine pur non essendo dannosi hanno ormai perso una parte di sostanze antiinfiammatorie e regolatorie della fame e della glicemia, soprattutto per i pazienti con diabete tipo 2,  che sono maggiormente contenute nei chicchi del cereale e che in qualche misura vengono perse durante la produzione delle farine. Occorrerebbe quindi reinserire nella nostra alimentazione i cereali nella loro forma di chicco integro consumando il grano, l’orzo, il farro nonché i chicchi integri naturalmente privi di glutine quali riso (meglio se integrale) miglio, grano saraceno, quinoa e amaranto.

C’è qualcos’altro che può sostituire i derivati delle farine?

Sicuramente i legumi (ceci, lenticchie, fave e fagioli) possono essere una valida alternativa, ricordiamo infatti che pur essendo un piatto con una buona dose di proteine vegetali contiene anche carboidrati che potrebbero essere utilizzati in sostituzione dei derivati delle farine.

Per chi è soprappeso o in obesità cosa cambia in primavera?

Sfruttando l’allungamento delle giornate, bisognerebbe fare dell’attività fisica costante possibilmente all’aria aperta, per un aumento delle concentrazioni di vitamina D a livello ematico a seguito dei raggi del sole, e se non si è già fatto, riequilibrare la dieta in quanto con una corretta alimentazione nel periodo primaverile/estivo ci potrebbe essere una migliore risposta metabolica del corpo.

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