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Al Sant'Orsola arriva la Torre Biomedica: "Al centro del Policlinico, entro il 2023"

Siglato l'accordo tra Università e Sant'Orsola: sorgeranno due edifici al posto dei padiglioni 17 e 22

Ci siamo. Come annunciato anni fa dall'Alma Mater, il Sant'Orsola avrà la sua Torre biomedica. È stato approvato infatti dal Consiglio di Amministrazione dell'Ateneo l'accordo tra l'Università e il Policlinico che darà il via alla realizzazione del progetto, nato per sviluppare e migliorare l’attività di ricerca biomedica nonché la formazione del personale, degli studenti e dei ricercatori.

Il complesso della Torre Biomedica - che non sarà una vera e propria torre - sarà costituito da due edifici: uno destinato alla ricerca, l'altro ad aule e laboratori didattici. Ci saranno nuovi laboratori, studi per docenti e ricercatori, spazi direzionali e uffici amministrativi, spazi polifunzionali per lo svolgimento delle attività di interesse comune e per scambi culturali e formativi, nonché spazi per servizi bar e ristoro.

Sorgerà al posto dei padiglioni 17 e 22, Palazzina Cup e Isola Ecologica. Dopo la firma dell’accordo si passerà alla fase esecutiva e, se tutto andrà come previsto, al massimo nel 2023 i lavori saranno completati.   

"Il mio desiderio è inaugurarla - sorride il rettore Francesco Ubertini - cercherò di tenere i tempi stretti e di concludere i lavori nel minor tempo possibile". 

Gli edifici

Le fasi del progetto complessivo saranno due, così come pianificato nella Programmazione Triennale Lavori d’Ateneo 2019 - 2021: una prima fase prevede la realizzazione dell’edificio multipiano (cinque piani e uno interrato) che ospiterà al piano interrato i parcheggi riservati a dipendenti, pazienti e fornitori debitamente autorizzati e nei cinque livelli superiori le funzioni direzionali, di ricerca e di socializzazione, per un costo complessivo di 20 milioni di euro, distribuiti sulle tre annualità della programmazione (quasi 9mila metri quadrati di superficie utile)

La seconda fase del progetto prevede la realizzazione di un edificio ad architettura libera (due nuvole, come descritte dal rettore) disposto su due livelli che ospiterà aule e spazi di supporto alla didattica – formazione. Per questa seconda fase del progetto, al momento, manca l’esatta previsione dei costi, ma non dovrebbe superare i cinque milioni di euro.

Questo accordo si inserisce in un contesto positivo: secondo gli ultimi dati, l’Alma Mater si posiziona tra i primi atenei in Europa per i finanziamenti riguardanti la ricerca competitiva. In questo contesto la Torre Biomedica rappresenta un investimento fondamentale per dotare l’Ateneo e la città di un’infrastruttura capace di rendere la ricerca biomedica italiana sempre più competitiva in ambito internazionale.

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