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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Femminicidio Matteuzzi, il Procuratore Amato: "Non è malagiustizia"

La ministra della Giustizia Cartabia ha chiesto un'ispezione. La vittima aveva denunciato lo stalker a luglio

Il Pubblico Ministero Domenico Ambrosino ha chiesto la convalida dell'arresto e la custodia cautelare in carcere per Giovanni Padovani, accusato di omicidio aggravato dallo stalking nei confronti dell'ex compagna Alessandra Matteuzzi, morta a seguito di una brutale aggressione martedì sera, sotto casa, in via dell'Arcoveggio. Quando è stata aggredita dall'exAlessandra Matteuzzi era al telefono con la sorella.

L'ennesimo femminicidio che fa discutere perché la vittima, come purtroppo spesso accade, aveva sporto denuncia per stalking nei confronti dell'ex compagno. Per questo ora la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, attraverso il suo Gabinetto, ha chiesto agli uffici dell'Ispettorato di "svolgere con urgenza i necessari accertamenti preliminari, formulando, all'esito, valutazioni e proposte", come riporta l'Ansa. 

Femminicidio Matteuzzi, il Procuratore di Bologna: "Non è malagiustizia"

Il Procuratore di Bologna Giuseppe Amato ai microfoni di Radio1 dice che non si tratta di un caso di malagiustizia: "In questa vicenda non si può affatto parlare di malagiustizia. La denuncia - dice Amato - è stata raccolta a fine luglio, il primo agosto è stata iscritta e subito sono state attivate le indagini che non potevano concludersi prima del 29 agosto perché alcune persone da sentire erano in ferie. Quello che potevamo fare lo abbiamo fatto". Dalla denuncia, secondo Amato, "non emergevano situazioni di rischio concreto di violenza, era la tipica condotta di stalkeraggio molesto".

E in merito all'utilizzo del braccialetto elettronico per contrastare i casi di violenza di genere, Amato ha aggiunto: "Il problema è quello dei costi. Già oggi potremmo utilizzarli per alcuni reati, ma quando li vai a richiedere non si trovano. Quindi ci vuole la norma, ma poi anche la forza di poter creare dal punto di vista economico gli strumenti che quella norma la fanno funzionare".

L'udienza è stata fissata davanti al Gip Andrea Salvatore Romito per domani mattina, venerdì 26 agosto, l'indagato è difeso dall'avvocato Enrico Buono mentre al medico legale Guido Pelletti è stato conferito l'incarico per l'autopsia. 

Il mondo della Politica: "Fare di più"

"Il tema della violenza sulle donne non è solo un problema delle donne, ma di entrambi i generi, e per combatterlo dobbiamo stare tutti insieme". Per questo, scrive Marco Lombardo, candidato di Azione-Italia viva a Bologna alle prossime elezioni politiche, "in questa battaglia di civiltà saremo al fianco del Comune di Bologna", che ha deciso di costituirsi parte civile in un eventuale processo a carico di Giovanni Padovani. 

Sul delitto interviene anche la candidata del Movimento 5 stelle Stefania Ascari, secondo cui "dobbiamo fare molto di più per proteggere le donne". Infatti, ricorda l'esponente pentastellata, nonostante la vittima avesse già denunciato Padovani, e nonostante "tutti sapessero che quell'uomo era violento e potenzialmente pericoloso", quest'ultimo "poteva muoversi senza alcuna restrizione e ha potuto ucciderla".

Da parte sua, Ascari assicura che "non smetterò mai di ribadire che serve formazione per gli operatori, in primis per le Forze dell'ordine, ma serve anche educazione sin dai banchi di scuola". Oltre a questo, insiste però la candidata M5s, "servono tutele maggiori per le vittime. Se un uomo viene denunciato per stalking o per violenze deve essere monitorato: non gli deve essere consentito l'avvicinamento alla vittima, ed evidentemente gli strumenti in nostro possesso non sono sufficienti".

Per Ascari, infatti, "le misure di allontanamento non rappresentano un deterrente, ma se si facesse ricorso al braccialetto elettronico la situazione sarebbe diversa". Allo stesso tempo, "la donna dovrebbe essere messa nelle condizioni di dare subito l'allarme, magari attraverso il contatto diretto con le Forze dell'ordine, e lavoreremo per ottenere percorsi dedicati in tal senso".

Di "ennesima donna che aveva denunciato atti persecutori, ed ennesima denuncia rimasta inascoltata" parla anche il coordinatore regionale emiliano-romagnolo di Forza Italia, Enrico Aimi, secondo cui "è necessaria una corsia preferenziale per questo tipo di reato (lo stalking, ndr), così come una maggiore specializzazione dei magistrati, ai quali è attualmente lasciata la decisione sulle misure cautelari da assumere in base al loro prudente apprezzamento".

Oltre a questo, Aimi invoca "valutazioni immediate sulla pericolosità del soggetto denunciato, che deve essere limitato nelle sue possibilità di aggravare la condotta persecutoria o maltrattante". Infatti, sottolinea l'esponente forzista, "le denunce sono fondamentali per salvare la vita a vittime di violenza, ma devono essere tempestivamente prese in carico per decidere se e quali provvedimenti limitativi della libertà personale adottare a tutela di chi denuncia.

"Ci domandiamo a questo punto- conclude- se siamo in presenza di un 'Codice rosso' o di un 'Codice rotto'". Anche la candidata alla Camera modenese della Lega, Agnese Zaghi, afferma che "serve applicare pienamente il Codice rosso", aggiungendo che "le misure di prevenzione devono essere severe".

Infine Naike Gruppioni candidata alla Camera per il terzo polo sottolinea che "la non violenza è il valore etico più alto di una società e non ha genere. Il tragico episodio di Bologna è il frutto di un decadimento sociale che va fermato ad ogni costo. In merito occorre rafforzare il sistema educativo, giuridico e sanzionatorio a tutela non solo delle donne ma dei cittadini tutti e riorganizzare il comparto giustizia affinché si tutelino in tempi rapidi soprattutto le fasce deboli. Non c'e' più tempo da perdere, basta tergiversare".

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