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Diritto all'aborto a Bologna. Dall'obiezione alla pillola nei consultori, a che punto siamo | VIDEO

Quattro approfondimenti video: ai nostri microfoni le ginecologhe bolognesi e le attiviste di Mujeres Libres che da anni lottano dal basso per difendere la libertà di scelta

"Mia sorella sospettava una gravidanza a causa di un ritardo di circa due settimane, vomito e nausea costanti. Il medico di base le ha prescritto analisi del sangue ed eco addome senza darle alcun farmaco. Dopo 48 ore sola in casa, digiuna, continuando a vomitare e incapace di alzarsi dal letto, lo ha richiamato ma lui ha risposto che non avrebbe fatto assolutamente niente per non danneggiare il bambino (quale bambino?). Al termine di queste 48 ore, non potendone più, ha chiamato l'ambulanza. Test positivo, feto databile a circa sei settimane. Secondo il medico del pronto soccorso quella del medico di base è stata un'obiezione deliberata: causa vomito datava già il feto oltre l'ottava settimana, contava dunque di farle sentire il battito con l'ecografia e di farle scadere il tempo per l’interruzione volontaria di gravidanza”.

Bologna, 2019. Questa è la storia di Sara, nome di fantasia, una delle tante mappate nel progetto Obiezione respinta. L’obiettivo è raccogliere segnalazioni in tutta Italia per aiutare le donne ad evitare medici, farmacie, consultori, ambulatori e ospedali dove è presente personale obiettore. 

Spesso quando si parla di diritto all'aborto si fa riferimento a numeri, tassi di obiezione, percentuali, e quasi ci si dimentica che ad ogni cifra corrisponde una storia, una persona che (in teoria) ha il diritto di scegliere ma che (in pratica) spesso si ritrova davanti ad un percorso ad ostacoli fatto di obiezioni, appunto, pressioni psicologiche, giudizi non richiesti. 

A Bologna abortire non è un problema, nel 2021 il tasso di obiezione in media, tra Sant'Orsola e Ausl (che racchiude l'ospedale Maggiore, l'ospedale di Bentivoglio e quello di Porretta), è del 48,6%; il numero degli aborti è in calo rispetto agli anni precedenti e gli aborti farmacologici hanno superato quelli chirurgici. Il diritto è garantito e in Emilia-Romagna, come annunciato dalla Regione, presto la pillola abortiva Ru486 sarà disponibile anche nei consultori, evitando così l'ospedalizzazione che, sebbene in Day hospital, in alcuni casi può rendere più traumatica l’interruzione di gravidanza.

Per questo servizio però l’Ausl di Bologna al momento ha individuato un solo consultorio, quello di San Giovanni in Persiceto, e se tutto va come previsto, entro la fine dell’anno entrerà in funzione. La delibera Speranza (dal nome dell'ex ministro della Salute) con le modifiche delle linee guida è arrivata in piena pandemia e il successivo accoglimento regionale, – per quanto non scontato in un paese in cui, in alcune regioni, per abortire si deve migrare – non significa che dal giorno dopo, per magia, all’annuncio segua l’applicazione. In primis servono personale e strutture adeguate. E, dati alla mano, ad oggi neanche in una città come Bologna ce ne sono abbastanza. 

I numeri nel 2021

Come noto, il dato di obiezione più alto in città si registra all'ospedale Sant'Orsola dove da anni, in modo stabile, i medici ginecologi obiettori sono il 70%, 27 ginecologi su un'equipe di 38. Il dato dell’Azienda ospedaliero-universitaria, considerando tutte le professionalità che intervengono nel percorso dell'interruzione volontaria di gravidanza (medici, anestesisti, ostetriche e infermieri) riferito all'obiezione di coscienza è del 20%.

Per quanto riguarda l'Ausl il dato è invece più contenuto: su 38 medici ginecologi gli obiettori sono 10, il 26%. Stessa percentuale se si considerano anche le altre figure professionali.

Diverso invece, rispetto agli anni precedenti, è il numero assoluto di aborti: nel 2021 in regione si è registrato il numero più basso di interruzioni volontarie di gravidanza, per la prima volta sotto 6mila, sotto i mille nel territorio di Bologna. Parallelamente, aumentano gli aborti farmacologici con la pillola Ru486: lo scorso anno il 62% sono stati effettuati con questo trattamento. A Bologna 193 nell'azienda ospedaliera e 731 negli ospedali Ausl.

Su questo fa il punto la direttrice di Ginecologia dell'Ausl di Bologna Marinella Lenzi (qui la video-intervista) che analizza la situazione e ribadisce: "A Bologna il diritto all'aborto è garantito. La donna viene presa in carico e monitoriamo le tempistiche che intercorrono tra il rilascio del certificato e l'intervento, i tempi sono veloci e non abbiamo problemi con gli obiettori perché organizziamo il lavoro in modo tale che non ci siano disservizi".

Sia al Sant'Orsola che negli ospedali Ausl, l’incidenza dell’obiezione di coscienza ad oggi non determina problemi nell’erogazione del servizio, come evidenziato dagli indicatori che valutano l’efficienza del percorso (tempo d’attesa tra rilascio del certificato ed intervento; età gestazionale al momento dell’intervento). 

 VIDEO La direttrice di Ginecologia: "Una donna pensava le avrei fatto sentire il battito" 

Marinella Lenzi, Direttrice Ginecologia Ausl

La pillola Ru486 nei consultori

"Dalla prossima settimana l’Emilia-Romagna rende disponibile la pillola RU486 anche nei consultori". L'annuncio è di settembre scorso quando il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha ribadito la volontà della Regione di distribuire la pillola per le donne maggiorenni e fino al 49° giorno di età gestazionale. 

A fine 2021 l’Emilia-Romagna aveva recepito, con un atto dell’assessorato, le raccomandazioni nazionali del ministero della Salute: dare alle donne la possibilità di eseguire l’interruzione volontaria di gravidanza con trattamento farmacologico in regime ambulatoriale anche negli spazi dei consultori, che da sempre svolgono un ruolo fondamentale in tutte le fasi della vita riproduttiva femminile. 

Non tutti i consultori, però, possono essere utilizzati  per la somministrazione della pillola: per garantire alle donne la massima sicurezza nell’assistenza, la struttura idonea deve rispondere a determinati requisiti come la distanza ravvicinata (entro 30 minuti) da un presidio ospedaliero di riferimento, la presenza di un’equipe adeguatamente formata, la garanzia di un numero adeguato di personale ostetrico e ginecologico non obiettore, la presenza di attrezzature adeguate e rifornimenti farmacologici per gestire l’emergenza e il trattamento di effetti collaterali.

Nel Bolognese è stato individuato un solo consultorio al momento, quello di San Giovanni in Persiceto. Si partirà a dicembre ma, come assicura la direttrice dei Consultori dell'Ausl Marcella Falcieri (qui il link), l'intenzione è di individuarne altri per ampliare il servizio anche in città.

VIDEO Pillola nei consultori? "A Bologna non ancora. Da dicembre in provincia"

Marcella Falcieri, Direttrice Consultori Ausl

Mujeres Libres, dal basso vicine alle donne

Il collettivo transfemminista Mujeres Libres nasce a Bologna nel 2007 e, partendo dalla libertà di scelta della donna, ha costruito esperienze e iniziative sulla Legge 194, la pillola abortiva Ru486 e la contraccezione, la violenza di genere, la masturbazione e la sessualità.

Tra le attività svolte, come raccontano le attiviste nell'intervista video (qui il link), uno sportello di supporto; una mappatura dal basso per monitorare l'obiezione di coscienza in Emilia-Romagna; la campagna 'Abortisco e non mi pento' e una guida pratica per l'interruzione di gravidanza con tutti gli step e gli indirizzi utili per poter accedere al servizio. Secondo le attiviste infatti, uno degli ostacoli al diritto all'aborto è la mancanza di chiarezza e di informazioni. 

"Pensiamo che un buon modo per lottare contro l’obiezione di coscienza e lo stigma che le donne subiscono quando affrontano l’interruzione di gravidanza, sia quello della parola e della narrazione. Liberarsi e confrontarsi per mettere insieme ricordi, curiosità, esperienze, fantasie, storie a lieto fine e senza fine. Trovare nelle parole dell’altra e nella pratica della condivisione forza ed energia. Inoltre pensiamo sia importante creare e divulgare una narrazione dell’aborto che non sia quella colpevolizzante, vittimistica di matrice cattolica, che vuole sempre le donne pentite, poverine, sopraffatte e mai autodeterminate".

VIDEO Mujeres Libres:"Accanto alle donne per la libera scelta di abortire"

Mujeres Libres, Manifestazione Non una di Meno

Il Centro per le donne straniere e i loro bambini

Dal 1991, il centro per la Salute delle donne straniere e dei loro bambini offre assistenza alle donne straniere che, prive di tessera sanitaria, non rientrano subito nella rete dei servizi. Spesso sono donne che non parlano l'italiano ma che, grazie alla mediazione culturale, accedono al centro di via Beroaldo senza problemi.

Oggi in realtà il servizio è sospeso, in attesa della riassegnazione del bando, ma a regime mediatori e mediatrici culturali accolgono le donne nel consultorio sia per l'accesso all'aborto che per la gravidanza, la contraccezione, gli screening oncologici.

Un centro che ha fatto scuola e che, non a caso, è formato da un'equipe di donne. Per motivi religiosi e culturali molte donne non si sentirebbero a proprio agio davanti agli uomini, né magari racconterebbero le proprie storie, pensiamo alle vittime di tratta. 

 VIDEO Nel consultorio a bassa soglia di via Beroaldo in San Donato

Centro per la salute donne straniere e dei loro bambini

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