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Cronaca Borgo Panigale

Borgo-Reno, il tram viaggia tra le proteste: “Smog e cantieri, saremo il parcheggio di Bologna”

Accesa discussione nel consiglio di quartiere aperto dove sono stati messi sul piatto i i timori dei residenti e si è fatta chiarezza su alcuni nodi intorno al cantiere: dall'accesso ai disabili, alla questione cordolo

Già prima dell’inizio della riunione, nella sala polivalente Loris Ropa del quartiere Borgo Panigale-Reno ci sono soltanto posti in piedi. Qui, in via Emilio Lepido, nascerà il primo e più grande grande cantiere per la Linea Rossa del tram. Un progetto da oltre cinquecento milioni, di cui 150 stanziati dai fondi del PNRR, i quali impongono di terminare i lavori entro e non oltre il 2026, pena la procedura d’infrazione con relativa sanzione.

Ma per adesso il tram viaggia spedito, almeno nella sua fase progettuale e burocratica. Meno in termini di popolarità. Le preoccupazioni da parte de residenti sono tante e a dar loro voce è per primo Domenico Nobile, capogruppo per Fratelli d’Italia al quartiere Borgo-Reno. Nobile interviene dopo l’introduzione di Valentina Orioli, assessora del Comune a Infrastrutture e Nuova mobilità, e della presidente di quartiere Elena Gaggioli, paladina a difesa del progetto in un’arena insolitamente ostile: “Voi raccontate ai cittadini solo quello che vi fa comodo – attacca Nobile – ma da qui a dieci anni il quartiere vivrà in modo orrendo. Le immagini dei render sono perfette, è sempre tutto bello, mai un granello di sabbia o di polvere. Il cantiere si sovrapporrà a quello di Pontelungo e a quello del Passante, ma di questo non ne parlate. Taglierete più di seicento alberi da via Emilia e li ripianterete da un’altra parte, e con i parcheggi scambiatori il quartiere diventerà il parcheggio di Bologna”.

Il consiglio di quartiere e l'assessora Valentina Orioli

I timori dei residenti

“Al PUMS – continua Nobile – mancano solamente le firme di Lenin e Stalin: è un documento da regime. Con 500 milioni di euro potevamo costruire le astronavi, non un mezzo vecchio di trent’anni”.

Le proteste di Nobile trovano appoggio tra la gente che applaude rumorosamente ad ogni sua stoccata, anche alla meno politicamente corretta. La paura per i residenti è quella di ritrovarsi in un ingorgo permanente, con pochi alberi a ripulire l’aria e senza parcheggi. A chiarire i punti contestati è Gaggioli: “Per Nobile è facile dire ‘più alberi, poi parcheggi e tempi più brevi’, ma trascura il saldo positivo dei parcheggi nel quartiere, e anche il fatto che ne verranno aperti di nuovi lungo la via tramviaria. Il programma elettorale parlava chiaro, e i cittadini ci hanno votato. Io sono consapevole del fatto che se non avessi fatto nessuna opera pubblica sarebbe stato più appagante dal punto di vista elettorale. Sarebbe stato più facile rattoppare il Pontelungo o la via Emilia, ma noi abbiamo scelto di creare un complesso di opere che cambierà radicalmente la mobilità. A me si possono rinfacciare tante cose, ma non ho mai detto che sarebbe stato una passeggiata. Ci sarà la sabbia e ci sarà la polvere, lo dico chiaramente. Ma dico anche chiaramente: noi non possiamo non affrontare questi problemi”.

Residenti Borgo-Reno al consiglio aperto di quartiere

Gli attacchi all’amministrazione e al progetto durante la serata sono tanti e si alternano senza soluzione di continuità ad ogni intervento al microfono da parte del pubblico: da “render della Mulino Bianco” per l’eccessiva pulizia plastica a “progetto scempio”, fino alla richiesta del progetto esecutivo che, secondo alcuni cittadini intervenuti al microfono aperto, sarebbe ancora latitante.

Il duo Orioli-Gaggioli incassa e, spalleggiato dai tecnici del consorzio che si è aggiudicato la gara d’appalto, spiega, interagisce e contrattacca: “Il progetto esecutivo c’è, sono quasi duemila tavole e non possiamo certo mostrarvelo tutto. È stato consegnato il 6 dicembre scorso, salvo alcune proroghe concordate con il Ministero dei Trasporti su modifiche richieste proprio dagli uffici del MIT. Siamo adesso in fase di verifica, ma siamo pronti a partire con i cantieri” sottolinea Orioli, confermando quindi il mese di aprile come momento di inizio lavori.

Accessibilità ai disabili, beni storici e questione cordolo

Diverso tempo è stato preso invece dalla richiesta di specifiche tecniche. Dettagli in un progetto, ma sostanziali nella vita di tutti i giorni. Oltre ai ristori per i commercianti, già garantiti dal sindaco Lepore a più riprese, il progetto si farà carico anche dell’automatizzazione dei cancelli (per chi ne è sprovvisto) in modo da facilitare l’ingresso e l’uscita dai passi carrai concomitanti con la linea tramviaria.

C’è poi la questione dei beni storici e artistici presenti sulla via: sul tema, un residente ha più volte chiesto informazione e ha infine lasciato l’assemblea sbraitando prima ancora che la presidente Gaggioli terminasse la sua risposta. In ogni caso, i tecnici hanno spiegato come i cantieri prevedano scavi profondi al massimo di un metro, un metro e mezzo, come qualsiasi altro cantiere di comune amministrazione. Per questo, non sono ipotizzabili danni a infrastrutture, e per ulteriore salvaguardia i cantieri saranno dotati di una speciale pavimentazione assorbente che ridurrà le vibrazioni, soprattutto nei pressi delle abitazioni.

C’è poi la questione dell’accessibilità ai disabili, un tema per cui i progettisti si sono avvalsi di una consulenza specifica: le rotaie saranno a filo con l’asfalto e i vagoni a livello con le banchine, le ‘gole’ delle rotaie saranno profonde 36 millimetri e non abbastanza larghe da farci finire dentro le ruote di carrozzine e deambulatori.

C’è infine la questione del cordolo, che in realtà non sarà un cordolo: similmente ad altre città che già utilizzano il tram, per delimitare le rotaie dal resto della careggiata ci saranno dei cosiddetti “marciatram”, ovvero degli scalini di circa sei centimetri leggermente smussati. Questi serviranno a segnalare all’automobilista la presenza delle rotaie ma spariranno in prossimità di incroci, accessi e passi carrai, in modo da non causare problemi agli altri mezzi con cui il tram condividerà lo spazio. 

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