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Sicurezza informatica

Ecco Ranflood, il nuovo antivirus dell'Unibo contro i cyber-estorsori

In grado di fermare attacchi informatici come quelli che nel 2017 misero in ginocchio la sanità inglese e che nel 2021 mandarono in 'crash' i servizi della Regione Lazio

Si chiama Ranflood il nuovo antivirus, gratuito e open-source, messo a punto, dopo due anni di lavoro, da un gruppo di ricercatori dell'Alma Mater di Bologna in collaborazione con Arpae. È in grado di contrastare gli attacchi informatici a base di ransomware, uno dei virus informatici più pericolosi in circolazione. Una volta entrato nel computer, questo programma maligno 'sequestra' i dati dell'utente rendendoli inservibili se non dietro il pagamento di un riscatto.

I precedenti

È la stessa tipologia di virus che, ad esempio, nel 2017 mise in ginocchio la sanità inglese o che nel 2021 fu usato per mandare in 'crash' i servizi della Regione Lazio. Si stima che solo nel 2021 attraverso i ransomware siano stati estorti 20 miliardi di dollari in tutto il mondo, a cui si sommano costi sommersi incalcolabili che utenti e imprese devono sostenere, dovuti ai disservizi causati dall'attacco e ad apparati informatici resi appunto inservibili. Il nuovo antivirus è stato testato in ambiente controllato su alcuni dei ransomware più noti e i risultati, pubblicati sulla rivista 'Computer & Security', "sono molto positivi- riferisce l'Alma Mater- con un potenziale di protezione dagli attacchi che arriva fino al 94%".

Come funziona

Quando il virus riesce a penetrare nel computer, Ranflood "riesce a tenerlo a bada - spiega Simone Melloni di Arpae, tra gli autori dello studio - facendogli sprecare tempo, in modo da dare all'utente la possibilità di reagire. Per farlo, Ranflood sfrutta due fattori. Prima di tutto, confonde i dati veri presenti nel sistema con migliaia di file-esca generati in tempi rapidissimi: attaccando questi dati fittizi, il virus perde tempo inutilmente. In secondo luogo, questo stesso meccanismo sottrae al virus risorse della macchina attaccata, rallentando così la velocità della sua azione malevola". I test di laboratorio realizzati finora, "hanno restituito risultati molto promettenti sull'efficacia di Ranflood". Nel frattempo, gli studiosi sono "già al lavoro su nuovi metodi di contrasto all'attività dei ransomware, che tengano conto delle nuove tecnologie e delle innovazioni che i cyber-criminali sfruttano per estorcere denaro".

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