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Pizzerie d’Italia 2024: incoronate le migliori pizze sotto le Torri (secondo il Gambero Rosso)

Tre spicchi e Tre rotelle i massimi riconoscimenti: ad aggiudicarseli due realtà del capoluogo emiliano. Ma l'Emilia Romagna conta in totale ben 38 insegne in classifica: ecco quali sono

Stilata la classifica delle migliori pizzerie d'Italia secondo il Gambero rosso, tra riconferme e novità. Massimi riconoscimenti sono i Tre Spicchi -  che vanno alle eccellenze tra le pizzerie al piatto (e in totale se ne contano sono 103) - e le Tre Rotelle - che includono le migliori pizzerie al taglio (In totale sono 14).  

Le migliori pizze al taglio di Bologna

Gambero Rosso ha riconfermato - per il quinto anno consecutivo - il premio Tre Rotelle nella guida Pizzerie d’Italia 2024 a Forno Brisa: unica realtà felsinea - o meglio emiliano romagnola - a ricevere il più massimo riconoscimento per il mondo della pizzeria nella categoria pizza a taglio.

"Crediamo nella sostenibilità agricola, sociale, economica e nutrizionale" - commentano dalla pizzeria - "La filosofia di questo progetto aziendale guida anche la preparazione dell'ottima pizza in teglia alla romana. Molto attenta la selezione di farine e topping che garantisce una buona qualità. Tante le varianti, in continua rotazione in base a stagione e disponibilità. L'impasto si distingue per una piacevole croccantezza pur rimanendo morbida nel suo insieme, grazie all'azzeccato mix di farine semintegrali. Interessanti la Stracciatella e Alici (pomodoro pera d'Abruzzo, stracciatella di burrata, alici e origano) oppure la zucca, cavolo nero e ricotta di nocciole vegan".

Migliori pizze al piatto a Bologna

Tre Spicchi nel capoluogo emiliano vanno a Berberè di Castelmaggiore di Matteo e Salvatore Aloe, due fratelli calabresi che per primi hanno scritto la storia di una nuova pizza italiana, fatta di lievito madre, sperimentazioni e grandi ricette. Sotto la loro guida esperta, oggi lavora una grande squadra per garantire buone pizze ed un’atmosfera conviviale unica nel suo genere, che fanno di Berberè uno dei migliori locali del Paese. Un modello di successo che rivive in ogni piccolo aspetto, a partire dai selezionatissimi ingredienti di prima qualità, spesso biologici, assemblati con grande maestria in un impasto che coniuga in modo entusiasmante sapore, morbidezza e croccantezza. Fra le pizze più amate la Diavola con lo strepitoso salamino piccante vicentino, pomodoro, fiordilatte d’Agerola, prezzemolo spolverato; oppure la Crudo e Burrata, che si arricchisce anche con squaquerone, rucola, fiordilatte, olio all’arancia aggiunto alla fine. Divertente l’opzione salse per intingere i cornicioni della pizza. Ottimi i dolci di Luigi Biasetto.

Gli altri Tre Spicchi in Regione

Non solo la città delle due torri. L’Emilia-Romagna tutta si distingue nella classifica con 38 insegne totali: tra queste, 3 eccellenze che hanno meritato i Tre Spicchi: oltre alla bolognese Berberè troviamo: 

‘O Fiore Mio a Faenza (RA) dove Davide Fiorentini è l’anima del progetto: cresciuto nella pasticceria di famiglia, negli anni è diventato maestro di lievitazioni. La pizza di ‘O Fiore Mio è leggera, fragrante e digeribile, un’eccellenza sia nella versione a degustazione, che in quella napoletana, con cornicione alto. Lievito madre, farine bio per l’impasto classico, 100% integrale per l’impasto “Gamma”, e attenta ricerca di prodotti secondo stagione. Sulle napoletane San Marzano, fiordilatte, basilico si sposano a gustose farciture, per una tonda profumata, dalla giusta elasticità, cotta in forno a legna. Fra le pizze a degustazione, servite a spicchi, intramontabile la ‘O Fiore Mio (fiordilatte, burrata, prosciutto di Parma 24 mesi), o la colorata Vegetariana di Primavera, con fiordilatte, crema di piselli, porro alla brace, fave e asparagi sbollentati, patate arrosto e rapa bianca, tutte servite con extravergine in abbinamento. 

Piccola Piedigrotta a Reggio Emilia, un laboratorio delle meraviglie che produce sempre idee. A cominciare dal suo food-truck attrezzato con il necessario per preparare un’imbattibile pizza, magari con un forno alimentato a energia solare. Tra le circa 300 varietà di pomodori presenti in Italia, ce ne è anche una senza pelle, priva di acidità e dal sapore dolcissimo. Ma ci sono voluti alcuni anni per vederlo nelle pizze della Piccola Piedigrotta. Ora Giovanni Mandara ha convinto un agricoltore a coltivarlo in prossimità del fiume Po, per cui due pizze contengono il ‘pomodoro del Po’. La ricerca dell’imprenditore della pizza non conosce soste e abbraccia il mondo contadino, quello delle erbe, dei salumi, dei formaggi. Interessante la Curunadurë, con mozzarella ottenuta dal latte di vacche rosse con cui si produce il Parmigiano, germogli di cipolla, cedro amalfitano, acciughe di Sciacca, uva caramellata di Pisticci, pepe nero affinato al whisky.

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