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Cronaca Castel San Pietro Terme

Agricoltori in presidio a Castel San Pietro: trattori davanti al casello dell'A14| FOTO

"Essenziale ascoltare queste voci per poi portare proposte concrete nelle sedi istituzionali, azioni a sostegno dell'agricoltura"

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La protesta dei trattori, che nelle scorse settimane aveva raggiunto il capoluogo emiliano, arriva oggi a Castel San Pietro Terme, dove dinnanzi al casello dell'A14 è stato approntato in presidio dalla prima mattina odierna. Così la nuova mobilitazione degli agricoltori che chiedono un'agricoltura più sostenibile, con azioni non penalizzanti. Possibili le ripercussioni sul traffico nella zona circostante. 

La Lega al presidio con gli agricoltori 

A spalleggiare i manifestanti la Lega. “Visiterò il presidio inaugurato questa mattina dagli agricoltori presso il casello autostradale di Castel San Pietro. Questa è una delle numerose iniziative a livello nazionale ed europeo per protestare contro le politiche europee che potrebbero danneggiare il nostro settore agricolo, una delle fondamenta dell'economia”. Così il consigliere regionale leghista, Daniele Marchetti. Che ha aggiunto: “Indipendentemente dalle modalità di protesta, sia autonome e spontanee o più istituzionali, l'obiettivo comune è richiedere maggiore attenzione per assicurare la sostenibilità dell'agricoltura". Per Marchetti "è essenziale ascoltare queste voci per poi portare proposte concrete nelle sedi istituzionali, azioni a sostegno dell'agricoltura”.

L’esponente della Lega ha ricordato che il Governo italiano si è impegnato a rivedere alcune misure per fornire maggior supporto economico: “Come Lega, abbiamo presentato proposte legislative per un riconoscimento economico più equo delle produzioni agricole e maggiori tutele contro le importazioni extraeuropee. Di recente, in Consiglio regionale, abbiamo discusso del Piano aria. L'Emilia-Romagna, governata dal centro-sinistra, applica le direttive europee che etichettano gli agricoltori come grandi inquinatori, senza però offrire un parallelo sostegno economico per favorire la transizione ecologica di questo importante settore produttivo. Non si può chiedere a un territorio complesso come il nostro di ridurre l'inquinamento senza fornire adeguati contributi e incentivi compensativi. Il Piano aria si basa sul Green Deal europeo, che prevede forti limitazioni produttive, influenzando anche l'agricoltura. E questo non va bene” ha concluso Marchetti.

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I motivi della protesta

"La nostra è una protesta per far sopravvivere il mondo agricolo perché migliaia di aziende hanno chiuso e tante altre sono allo stremo" aveva spiegato nelle scorse settimane Danilo Calvani, coordinatore del CRA (Comitati Riuniti Agricoli) anticipando le mobilitazioni susseguitesi sul territorio nazionale. "Il sistema politico è totalmente inadeguato per sostenere l'agricoltura o risolverne i problemi. Gli ultimi 10 ministri sono uno peggio dell'altro. Non ne faccio una questione di partito, ma di competenze", aveva sottolineato Calvani.

Non solo. "Deve essere riconosciuto il costo di produzione come punto di partenza per il reddito di ogni agricoltore. E questa cifra non deve essere quella data alle OP o alle cooperative, ma ai produttori, altrimenti a chi lavora nei campi non rimane mai nulla per sopravvivere -gli aveva fatto eco Viller Malavasi, referente regionale del Copoi (Coordinamento produttori ortofrutticoli italiani) - e prima di importare frutta o verdura dall'estero, bisogna terminare la produzione nazionale. Fino a quando vi è una cassetta di merce italiana non si deve importare dall'estero".

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Legambiente risponde agli agricoltori

In questi giorni caldi di protesta del mondo agricolo, arriva la replica di Legambiente ai tanti agricoltori scesi per le strade d’Italia e al Governo Meloni difendendo il Green Deal europeo e indicando gli interventi chiave da mettere in campo per aiutare gli operatori agricoli in grave difficoltà dal punto di vista economico e accelerare la transizione ecologia di questo settore. L’auspicio è che si imbocchi la strada del dialogo, avendo  chiaro che per un’agricoltura sostenibile e innovativa la bussola è rappresentata proprio dal Green Deal europeo e dal suo percorso di decarbonizzazione, senza il quale si rischia un contraccolpo economico per il settore davvero rilevante. 

“Il Green deal non è il nemico, ma un alleato strategico del mondo agricolo. Gli agricoltori – dichiara Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente - devono essere consapevoli che dal Green deal passa il loro futuro e non la loro fine. I veri nemici sono l’emergenza climatica, chi difende le fossili e rallenta la transizione ecologica, strumentalizzando le legittime e indiscutibili ragioni di chi opera nel settore. Detto ciò, è evidente che le manifestazioni di questi giorni fanno il gioco della lobby delle fossili e dei partiti contrari alla decarbonizzazione, in vista delle elezioni europee del prossimo giugno, ma mettere in discussione le strategie Ue come la From farm to fork e la Biodiversity 2030 significa stravolgerne completamente i presupposti. Così come è una fake news dire che il Green Deal possa provocare danni economici a livello europeo e all’attività agricola italiana. Ciò che chiede l’Europa è esattamente ciò di cui l’agricoltura ha bisogno per poter sopravvivere. Occorre creare le basi per una forte alleanza tra il mondo agricolo e mondo ambientalista proprio perché gli agricoltori sono i protagonisti principali di un cambiamento in chiave ecologica dell’intero settore, ma per fare ciò occorre garantire reddito alle tante piccole e medie aziende che oggi sono sopraffatte dalla crisi economica, dagli effetti dei cambiamenti climatici e dalle speculazioni sul prezzo dei prodotti agricoli”.

Al Governo Meloni Legambiente ricorda che quello che è mancato sino ad oggi è un chiaro supporto agli agricoltori e alla transizione ecologica di questo settore, che è sia vittima sia carnefice della crisi climatica. Per questo l’associazione chiede all’Esecutivo che si introducano interventi concreti per aiutare davvero gli agricoltori partendo dallo snellimento della burocrazia, garantendo assistenza tecnica e politiche a sostegno del reddito, incentivando l’agroecologia, premiando chi punta sui servizi ecosistemici, lo sviluppo delle rinnovabili per produrre energia utilizzando ad esempio il modello agrivoltaico o la produzione di biogas o biometano.

“Le differenze fra quanto vengono pagati i prodotti agricoli all’origine e il prezzo finale sono fin troppo evidenti, così come la forte precarietà che sta vivendo oggi il mondo agricolo sempre più in difficoltà, ma non ha senso prendersela con le politiche ambientali europee. La transizione – dichiara Angelo Gentili, responsabile agricoltura Legambiente - non può permettersi battute di arresto. Anche solo pensare di stare alla larga da misure ambientalmente sostenibili in agricoltura significherebbe infatti sancire la fine di ogni qualsivoglia attività agricola nei prossimi decenni. La crisi climatica corre velocissima e nessun trattore per strada riuscirà a fermarla. Senza dimenticare che oggi la grande sfida è quella di realizzare un modello di agricoltura in grado di rispondere alle esigenze dei consumatori che chiedono cibo più sano e di filiera corta, capace di mettere in pratica la transizione ecologica e pensato per sostenere fortemente il reddito degli agricoltori: questa è l’unica via che ci permetterà di  dare maggiore dignità ad un comparto oggi in difficoltà con una visone che punta ad un cambiamento in chiave sostenibile dell’intero modello agroalimentare”

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