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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Ristrutturazione Sant'Orsola post-Covid: "Serviranno 5 anni, taglio posti letto temporaneo"

Per adeguare le strutture del policlinico alla luce delle norme sul distanziamento occorrerà intervenire 'sui muri'

Sarà un lavoro che nel complesso andrà avanti per i prossimi cinque anni la maxi-riorganizzazione del Policlinico Sant'Orsola di Bologna, chiamato a rivedere l'assetto dei propri reparti per adeguarsi agli standard di sicurezza post covid.

Un percorso che sarà realizzato a tappe: qualcosa è già stato fatto (non ci sono più ad esempio stanze con sei letti), altri cantieri "partiranno nelle prossime settimane" e per altri progetti ancora servirà invece qualche anno. Il tutto a fronte di "un investimento consistente".

A fare il punto è oggi l'assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, insieme alla numero uno del Policlinico, Chiara Gibertoni, al termine della visita dello stesso assessore di questa mattina al Sant'Orsola.

"Abbiamo visitato i padiglioni più critici dal punto di vista logistico- spiega Gibertoni- e condiviso la strategia per affrontare i prossimi mesi e anni. Le criticità appartengono solo ai muri e non ai professionisti".

Ristrutturazione ospedale post-Covid: edifici vecchi verso ristrutturazione

I problemi riguardano in particolare la parte più vecchia dell'ospedale: la visita si e' concentrata infatti sui padiglioni 2 (geriatria), 4 (ostetricia) e 5. "Abbiamo ancora stanze progettate a metà del secolo scorso che non hanno ancora i servizi in camera", sottolinea il direttore sanitario del Policlinico, Luca Lavazza. Bisognerà quindi far combaciare "le nuove esigenze igienistiche con un patrimonio strutturale vecchio".

Più in generale, spiega Lavazza, "dovremo rivedere l'organizzazione delle degenze e aumentare gli standard sicurezza in tutti i reparti", anche in quelli non dedicati ai pazienti covid. Nel 2018 il Sant'Orsola aveva messo a punto un Piano direttore da oltre 100 milioni di euro, per ristrutturare i nuovi padiglioni e realizzarne di nuovi. In sostanza, oggi quel piano va aggiornato per l'era post covid.

"Oggi ho fatto un giro di verità- afferm Donini- ho visto le inadeguatezze strutturali, il concetto degenza deve cambiare profondamente". Per il tempo necessario alla riorganizzazione, il Policlinico perderà 400 posti letto.

"Quella cifra è frutto di una ricognizione preliminare che dovremo valutare in Conferenza metropolitana socio-sanitaria", spiega Donini. Che ribadisce: "Non si perderà nessun posto letto. La scaletta è chiara e condivisa: saranno ricollocati prima di tutto all'interno del Sant'Orsola e nelle altre strutture del contesto metropolitano. Solo una parte dei posti letto sarà 'affittata' in via transitoria al privato accreditato", dopo aver completato la ricognizione in ambito pubblico.

Come Regione, assicura Donini, "sosteniamo questo piano e cercheremo al più presto adeguati finanziamenti perché i cantieri partano presto e si chiudano in tempi brevi. Le situazioni più rischiose sono già state disinnescate: non si sono più camere con sei letti. Alcuni lavori sono subito eseguibili, altri cantieri possono partire a breve perché già oggetto di accordi precedenti. E poi ci saranno progetti da costruire con le altre aziende del territorio. Procederemo speditamente", promette l'assessore, anche se si tratta di un piano che "ci accompagnerà per tutta la legislatura. Ci vorrà tempo, non si tratta di un ospedale da campo. E l'investimento è consistente".

Sarà anche "una scelta irreversibile- afferma Donini- perché quando ci lasceremo alle spalle il covid, questo piano non perderà la sua efficacia".

La strada intrapresa dal Sant'Orsola, ci tiene a sottolineare Gibertoni, è un passaggio che a livello mondiale stanno facendo tutti gli ospedali. "E noi siamo particolamente avanti", afferma la numero uno del Policlinico, tanto che "l'Oms è molto interessata al lavoro che stiamo facendo, per capire quale assetto è il più sicuro per superare gli attuali standard internazionali. Siamo l'esperienza più avanzata insieme al Sud Africa in questi termini e, se riusciremo, il nostro lavoro sarà oggetto di studio e non rimarrà confinato. Siamo guardati con attenzione e c'è grande collaborazione", afferma Gibertoni. (San/ Dire)

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