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Cronaca

Tagli e sanità, intervista assessore Barigazzi: "Accesso a eccellenze per tutti"

Tempo di crisi, si teme per i servizi: "Innovazione necessaria in momenti delicati e faticosi. La riduzione delle risorse impone di fare in fretta e di mettere a disposizione dei cittadini tutto ciò che può rendere il sistema più efficiente

L'Assessore Giuliano Barigazzi, Sanità, Servizi Sociali, Volontariato e Cultura Provincia di Bologna risponde alle domande di Bologna Today. Il timore di tutti noi è che i tagli in atto penalizzino la qualità dei servizi, ma a Bologna tanti progetti sono in "cantiere" e innovazione è la parola d'ordine.

Manovre finanziarie e spending-review stanno “massacrando“ la sanità pubblica, quali i piani per tenere alto il livello dei servizi nella provincia di Bologna? Come anticipato dall'Assessore Rizzo Nervo, conferma l'ipotesi di puntare su sportelli telematici e le prenotazioni/disdette a km zero?
Quelli citati sono esempi di progettualità alle quali stavamo già lavorando con le Aziende dell’Area metropolitana di Bologna, e che hanno un valore e una solidità a prescindere dal momento che stiamo vivendo. Garantire gli standard di servizi ai quali è abituata la nostra comunità significa, oggi, mettersi sulla strada obbligata dell’innovazione per la qualità. Non possiamo più permetterci duplicazioni e ridondanze, e dobbiamo avere il coraggio di introdurre soluzioni che garantiscano il mantenimento dei servizi e della loro qualità, ciò che non significa mantenere tutto così come lo abbiamo visto sinora. Gli ospedali organizzati per intensità di cura e complessità della assistenza, per esempio, rappresentano un modo per mettere davvero al centro i bisogni dei cittadini, utilizzando assai meglio i nostri letti. A volte questo può produrre una riduzione dei posti letto necessari, proprio perché li utilizziamo meglio, in maniera più appropriata. Il nuovo Ospedale di Porretta Terme ne è un esempio, interamente organizzato per intensità di cura e della assistenza. Cittadini contenti e operatori molto motivati. L’innovazione è necessaria sempre, a maggior ragione in momenti così delicati e faticosi.

Quali le strutture di “eccellenza” su cui possiamo contare nella nostra provincia? Conferma la volontà di "fare rete" fra gli ospedali e arrivare a un modello di complementarietà delle diverse strutture?
Le nostre strutture sono tutte eccellenti. Direi che è inutile soffermarsi sulle eccellenze più famose di ospedali come il Maggiore, il S.Orsola o il Rizzoli. Penso che sia utile, invece, ricordare che stiamo lavorando intensamente perché ogni cittadino, ovunque risieda nel territorio dell’area metropolitana di Bologna, possa avere accesso alle migliori eccellenze. Vogliamo che siano disponibili per tutti, le reti servono anche a questo, a concentrare in alcuni luoghi tutta la casistica, evitando ripetizioni inutili. Se c’è già una struttura che concentra numeri elevati per un determinato intervento, è perfettamente inutile disperdersi in mille rivoli, moltiplicando i presidi dove eseguiamo lo stesso intervento, esponendoci così al rischio di non garantire sempre ai cittadini la stessa qualità e sicurezza. Per esempio, la Breast Unit del Bellaria, inaugurata di recente, è un posto nel quale si concentrano le attività di prevenzione e cura del tumore alla mammella. Un unico luogo, sicuro, dove le donne trovano diagnosi, cura, terapia e assistenza, con i più elevati standard di appropriatezza, qualità e tempestività. Nel 2011 sono stati eseguiti 1.207 interventi, con un tempo medio di attesa per la chirurgia oncologica di 17 giorni. Faccio una domanda retorica: per una donna con tumore della mammella, è meglio farsi operare in un centro con questa espertise o in un qualunque altro presidio, che magari esegue una cinquantina di interventi l’anno?

In quanto tempo prevedete di realizzare i progetti ai quali state lavorando?
I progetti in campo in questo momento, che riguardano essenzialmente la rete ospedaliera metropolitana, il territorio e le Case della salute, la semplificazione dell’accesso per i cittadini, la concentrazione e unificazione dei servizi, sono oggetto di analisi ed elaborazione condivisa da alcuni mesi a questa parte. La Conferenza ha fatto un duro lavoro, passando per vari gradi di valutazione. Alcune di queste progettualità sono già in via di applicazione, altre stanno per partire. I tempi sono quelli imposti dal contesto, che ha subito, come è evidente a tutti noi, una accelerazione impressionante. La riduzione delle risorse a disposizione della sanità pubblica impone, a maggior ragione, di fare in fretta, e di mettere a disposizione dei cittadini tutto ciò che può rendere il sistema più efficiente.

Cosa risponde a Garagnani, che in una lettera inviata al Presidente della commissione d'inchiesta sugli errori in campo Sanitario, denuncia situazioni di malasanità in generale su Bologna e in particolare sull'Ospedale Maggiore?
Vorrei mettere da parte, in questo caso, il garbo consueto nei confronti di un Parlamentare e dire, in maniera molto diretta, che non ho apprezzato affatto quella iniziativa. E’ parte dei poteri di un Parlamentare attivare, nelle forme che ritiene più opportune, il sindacato ispettivo. E per farlo le norme vigenti gli mettono a disposizione una serie di strumenti, a maggior ragione se è componente di una Commissione come quella citata. Ciò che proprio non possiamo consentirci è creare, come è stato fatto, allarme ingiustificato nella opinione pubblica non disponendo di elementi certi. Il rapporto di fiducia tra cittadino e sanità pubblica è un bene prezioso, che si costruisce in tempi lunghi e con fatica, lo maneggerei con maggiore cautela.

E' vero che calano le prestazioni specialistiche? E che molti si rivolgono sempre più a strutture private? Come commenta questo trend?
Non si tratta di un fenomeno bolognese, c’è un calo generalizzato del ricorso a prestazioni sanitarie su tutto il territorio nazionale, quantificato dallo stesso Ministero della Salute in una riduzione intorno al 5%. Difficile dire quali siano le cause con certezza. Sicuramente stanno cambiando alcuni modelli di risposta ai bisogni di cura ed assistenza, e poi non dimentichiamo la crisi economica, che incide anche su questi aspetti della vita quotidiana. Lo scorso anno sono stati introdotti nuovi ticket, e tutti noi siamo esposti a maggiori spese. Anche questi elementi, probabilmente, hanno il loro peso. Quanto al maggior ricorso al privato, non abbiamo numeri per sostenere che ciò stia accadendo nel territorio bolognese. Con l’introduzione e l’estensione dei percorsi di garanzia abbiamo assicurato il rispetto dei tempi di attesa per prestazioni per le quali, in passato, avevamo registrato criticità. E a tutto ciò bisogna aggiungere l’introduzione dei PDTA, i Percorsi Diagnostico Terapeutico Assistenziali, che rappresentano un grande contributo in termini di appropriatezza e di continuità della presa in carico. Lo specialista che ritiene utile un esame, lo prenota direttamente. Per il cittadino è un importante passo in avanti.

Cosa si intende per "Case della Salute"? Si realizzeranno?
La letteratura sulle Case della salute è ormai amplissima, e io vorrei evitare di dare una definizione di scuola. Preferirei dire a cosa stiamo pensando, e cioè ad un luogo per il rafforzamento della presenza del Servizio sanitario pubblico sul territorio, nel quale si concentrino e si integrino alcune delle funzioni e delle professionalità che agiscono in questo momento, in ordine sparso. L’intento è quello di costruire luoghi visibili e riconoscibili per i cittadini, capaci di portare valore aggiunto al sistema come conseguenza della integrazione. Non stiamo pensando, quindi, a luoghi nei quali si giustappongano, banalmente, servizi e funzioni già oggi esistenti, ma al beneficio che i cittadini possono ricavare dalla presenza all’interno dello stesso luogo di professionalità diverse, che imparano a dialogare e a lavorare insieme, in maniera realmente integrata. Pensiamo di dislocare alcune di queste Case della salute all’interno dei presidi ospedalieri, con l’intento di garantire una migliore integrazione ospedale-territorio e il supporto per la gestione dei casi che giungono inappropriatamente al Pronto Soccorso, come i codici bianchi. Il programma per la realizzazione delle Case della Salute è pronto, ovviamente per alcune di esse sarà condizionato dalla disponibilità di risorse. Ma siamo fortemente determinati a portarlo avanti a tappe forzate.  

 

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