rotate-mobile
Cronaca Zona Universitaria / Via Irnerio

L'autore di Milano Pastis: "Bologna è una città stimolante per chi ha voglia di scrivere"

"In questa città c'è inoltre un fermento culturale notevole ed è impossibile restare indifferenti.Non credo sia un caso che Bologna sia una città di scrittori. La mia antica passione per la scrittura si è quindi risvegliata proprio sotto le Torri"

Ha presentato ieri sera il suo romanzo "Milano Pastis" a Bologna, la città che è stata 'complice' dell'ispirazione. Si chiama Davide Pappalardo, è siciliano di nascita ma vive sotto le Due Torri da un paio di anni ed è qui che è nato il suo libro. In un'intervista racconta la genesi del suo lavoro, che promette decisamente bene.

Chi è Davide Pappalardo? Come/quando hai cominciato a scrivere e perchè il genere che hai abbracciato è proprio il noir?
Sono un “ragazzo” siciliano - per la precisione jonico-etneo - di quasi quarant’anni. Un bravo ragazzo che, scrivendo storie di delinquenti, con un linguaggio crudo e di impatto, si riscatta dalla costrizione del dover essere e sembrare sempre e comunque una brava persona. Ho cominciato a scrivere da piccolo. Ho sempre sentito dentro di me il bisogno di utilizzare la parola scritta, forse anche perché non mi sono mai trovato a mio agio invece con quella parlata.
Qualche anno fa mia madre mi ha consegnato un quadernetto lacero, pieno zeppo di una scrittura fitta e infantile. E io l’ho guardata perplesso. In quel quaderno delle medie c’era la storia di tre investigatori alle prese con un terribile enigma. Era il mio primo racconto.
Ho scelto il noir, che ha molte accezioni, perché mi sembra il genere più onesto per raccontare il mondo. La vita è diversa dalla finzione teatrale che è il giallo, il luogo dove operano gli individui senza la società.  Nel giallo, che è un bellissimo passatempo, alla fine tutto deve tornare. La vita è invece il caos, quasi mai tutto quadra. Il noir non è rassicurante, non deve esserlo. Non esiste un mondo diviso in buoni e cattivi. Per questo ho scelto il noir per raccontare la mia storia.

Come è nato Milano Pastis, qualche anticipazione sulla trama del libro...
La genesi di Milano Pastis è un po’ particolare. Ci sono arrivato quasi per caso. Qualche anno fa mi sono appassionato alla serie Romanzo Criminale, mi sono documentato sulla banda della Magliana ed ho scritto alcuni articoli sui nessi tra politica e criminalità organizzata a Roma, anticipando pure qualcosa rispetto a Mafia Capitale. Sono poi entrato in contatto con uno degli sceneggiatori di Romanzo Criminale e,  in un bar nei pressi della stazione Termini, è nato il progetto per una nuova serie tv. Insieme ad Elisa, all’epoca mia compagna e oggi mia moglie, ho compiuto un accurato lavoro di documentazione. Poi il progetto si è arenato ed ho deciso di utilizzare parte del materiale per un romanzo.
Milano Pastis è la storia della rapina di via Montenapoleone del 15 aprile 1964. E’ quindi ispirato a fatti realmente accaduti ed inserito in un contesto di trame nere. Molti anni dopo i fatti, un funzionario di polizia, divenuto poi questore, definì l’azione criminale di via Montenapoleone come uno dei primi atti della strategia della tensione.
Ma non è solo una storia criminale quella di Milano Pastis. E’ anche la storia di donne e uomini che vivono, soffrono, amano, tradiscono, hanno paura. C’è il dualismo tra il giovane emergente, Robert, e Jo, il “sindaco” della mala di Pigalle, c’è l’amore tra Robert, il fascinoso bandito e Sherazade, una bellissima ballerina magrebina, ci sono le indagini parallele condotte da Milano e Parigini da due commissari molto diversi per indole e capacità investigativa, c’è il rapporto conflittuale tra i due fratelli banditi, il minore che è il capo carismatico e il maggiore che è uno sventurato che non sa stare al mondo. Insomma c’è la vita.

E' vero che hai cominciato a scrivere proprio quando ti sei trasferito a Bologna? La città ti ha ispirato?
Abito a Bologna da due anni e mezzo. Devo tanto a questa città. Rappresenta un po’ la mia rinascita. Qui ho trovato la serenità che cercavo e la capacità di dare fondo alle mie energie, di affrontare le mie paure. Elementi necessari per scommettermi con determinazione nella scrittura. Bologna poi è una città stimolante per chi ha voglia di scrivere. D’inverno, con quella pioggerellina sottile,  con quei vicoli col manto stradale lucido e bagnato, con quegli angoli e quei portici che possono affascinarti o mettere paura, è una continua fonte di ispirazione. In questa città c’è inoltre un fermento culturale notevole ed è impossibile restare indifferenti.
Non credo sia un caso che Bologna sia una città di scrittori. La mia antica passione per la scrittura si è quindi risvegliata proprio sotto le Torri. Per alimentarla ho frequentato un paio di corsi di scrittura, conoscendo persone stupende, sia tra i colleghi corsisti che tra gli insegnanti, gli scrittori bolognesi Alessandro Berselli e Roberto Carboni.

Tre buone ragioni per leggere il tuo romanzo...
Mi piacerebbe sentirle elencate da altri, ma visto che tocca a me non mi tiro indietro. Il linguaggio schietto, rude, scorretto, mai buonista. La trama, con in sottofondo l’Italia degli anni Sessanta su cui incombe una coltre nera che copre eventi grandi e piccoli. Può servire come spunto di riflessione per chi volesse approfondire la lettura storica di quel periodo. Lo stile secco ma con qualche pennellata nella quale comincio a rintracciare la mia voce di scrittore. Sono un esordiente. Su quella “voce” lavorerò nei prossimi romanzi.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'autore di Milano Pastis: "Bologna è una città stimolante per chi ha voglia di scrivere"

BolognaToday è in caricamento