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Cronaca

Anoressia, bulimia e disturbi alimentari: a Bologna raddoppiano gli adulti che ne soffrono

Oggi la 'Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla'. Laura Morisi (albo dei dietisti): "L'età dei minori colpiti si è abbassata e il fenomeno riguarda sempre più maschi. Per guarire serve una cura multiprofessionale"

Anoressia, bulimia e disturbi della nutrizione e del comportamento alimentare: il 15 marzo è la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata proprio a queste problematiche. Perché proprio oggi? Perché in questo stesso giorno nel 2011 Giulia, una ragazza affetta da bulimia nervosa, ha perso la vita. C'è infatti un tipo di sofferenza che passa attraverso il rapporto con il cibo e come effetto della pandemia abbiamo anche l'aumento dei casi fra i più giovani, con un ragazzo italiano su tre tra i 6 e i 18 anni che ne è affetto. Laura Morisi, presidentessa della commissione d’albo dei dietisti di Bologna, spiega il significato di Dna, che non c'entra con le nostre informazioni genetiche, ma è l'acronimo di disturbi della nutrizione e dell'alimentazione: "Intanto i disturbi alimentari non sono scelte di vita, capricci o scelte bizzarre, ma sono disturbi mentali. Escludendo l'alimentazione e l'idratazione si può arrivare anche a forme importanti di denutrizione e spesso non ne è consapevole neppure la persona che li vive" spiega Morisi, che risponde poi a una serie di domande sul tema. 

Dai dati a disposizione di evince che l'età dei giovani colpiti da disturbi dell'alimentazione è scesa. Cosa c'entra la pandemia in tutto questo? 

"Obesità infantile, anoressia, bulimia, binge eating disorder fanno la loro comparsa in età sempre più precoce, attestandosi attorno ai 10 anni (casi di addirittura 8 anni) contro un’età media di esordio tipica di 12-25 anni, e coinvolgendo sempre più i ragazzi, oltre che le ragazze: l’isolamento del periodo pandemico, un clima di ansia generalizzata, ma pure ambienti sempre più competitivi rappresentano un terreno di coltura drammaticamente efficace per i Dna, in costante aumento anche nella nostra Regione, l'Emilia-Romagna".

Come riconoscere queste problematiche? Quali i segnali che devono allarmare genitori, insegnanti e adulti? E cosa possono poi fare per aiutarli?

"Intervenire con tempestività è fondamentale. Bisogna saper osservare e riconoscere i campanelli d’allarme per intervenire e trattare i disturbi alimentari subito, evitandone la cronicizzazione e le conseguenze che possono compromettere seriamente la salute mentale e fisica. Genitori, insegnanti ma anche i preparatori sportivi sono importanti. I Dna richiedono un approccio multi-specialistico e numerose professioni afferenti al nostro ordine (dietisti, educatori professionali, tecnici della riabilitazione psichiatrica e della neuropsicomotricità dell’età evolutiva) sono fondamentali non solo nell’individuazione precoce delle problematiche, ma pure nel trattamento in setting specialistici, dall’ospedale alle residenze riabilitative e soprattutto in progetti riabilitativi di prossimità o al domicilio, permettendo ai pazienti un reinserimento graduale e controllato nella quotidianità, per attenuare il rischio di ricadute”.

Abbiamo parlato di ragazzi molto giovani, ma il problema riguarda anche gli adulti...

"Sì ed è un dato che vorrei sottolineare. Se dopo il Covid-19 i casi in carico della sanità pubblica a Bologna sono triplicati per quanto riguarda i minori, sono raddoppiati per gli adulti fra i 25 e i 30 anni. I primi sono sul 43% e i secondi sul 67%: numeri eloquenti. Siamo coscienti che gran parte di questi fenomeno restano sommersi.Inoltre, più in età adulta, molti di questi disturbi non guariscono in fretta, ma ci vuole più tempo".  

Si guarisce? 

"La cura, lo abbiamo già detto,  deve essere multiprofessionale. Si guarisce, ma spesso ci vuole tanto tempo e bisogna fare i conti con le ricadute. Superfluo forse sottolineare quanto sia determinante il supporto di famiglia e amici". 

Le storie di persone: camminare 30 km al giorno per assicurarsi la magrezza

Ma quali sono le storie delle persone (vere) che soffrono di disturbi della nutrizione e dell'alimentazione? C'è quella di una ragazza di  29 anni a Bologna per il dottorato, che vive con due coinquiline. Le sue problematiche alimentari le ha tenute segrete e non le ha raccontate a nessuno: non vomitava, ma camminava fino a 30 chilometri al giorno. A un certo punto si è rivolta autonomamente al centro DNA. Poi parte per l'Erasmus e resta all’estero per nove mesi. Ritorna al centro DNA e parla con una delle sue coinquiline dei suoi problemi: un'amica la supporta nella cura e l'8 marzo tutte insieme festeggiano con uno spuntino notturno il fatto che la giovane abbia ripreso a mangiare in compagnia. 

Un momento di confronto aperto a genitori, insegnanti e preparatori sportivi 

Mercoledì 15 marzo in occasione di questa giornata, l’Ordine delle Professioni Sanitarie di Bologna organizza “Non ho più fame!”, un webinar gratuito che si svolgerà oggi dalle 18.30 alle 20.30 pensato per rispondere alle domande di genitori, preparatori atletici e sportivi, insegnanti e per riconoscere precocemente il disturbo. A intervenire, oltre a Laura Morisi, Elena D’Ignazio, Vicepresidente Commissione d’Albo e Dietista Esperta in DNA, Agnese Drusiani, Presidente Commissione d’Albo Educatori Professionali e Francesca Dore, Educatrice Professionale esperta in DNA: al centro della discussione oltre alle caratteristiche dei DNA e ai campanelli d’allarme, anche i disturbi specifici legati allo sport, i consigli sui professionisti e i servizi cui rivolgersi, i miti da sfatare e una serie di indicazioni utili per i genitori. 

Laura Morisi

Laura Morisi

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