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Schlein a Bologna: “Ambiente, lavoro, migranti: dal Governo zero risposte”

La segretaria del Partito Democratico è intervenuta a Bologna. E arriva l’endorsement a Bonaccini come commissario per la ricostruzione

Il “ciao Bologna” è il solito saluto da rock star che Elly Schlein tributa a quella che definisce la “sua” città. Dal palco di Repubblica delle Idee, la segretaria del PD non lesina attacchi in punta di fioretto, ma anche di sciabola, al Governo guidato da Giorgia Meloni. Si parte naturalmente dalle questioni relative al cambiamento climatico, che solamente pochi giorni fa ha mostrato tutti i suoi effetti su gran parte dell’Emilia-Romagna.

“Il pianeta ce l’abbiamo in prestito e dovremmo restituirlo alle prossime generazioni. Siamo messi male, ma finalmente l’Europa sta facendo diverse cose, come il Green Deal Eu. Per quanto ci riguarda, la prevenzione del dissesto idrogeologico è il primo obiettivo che dobbiamo avere. Non possiamo essere un Paese che spende quattro volte per la ricostruzione rispetto a quello che spende per la prevenzione. È tempo che questo Paese si dia una legge contro il consumo di suolo ma nel Governo non c’è questa sensibilità”. Un tema che, come sottolineato dal direttore del quotidiano Repubblica Maurizio Molinari che ha intervistato Schlein, le destre europee non affrontano mai: “Io credo che le destre non abbiano difficoltà nel capirlo, ma che abbiano scelto di tutelare altri interessi, come quelli delle lobby delle energie fossili. E trovo sbagliato anche l’atteggiamento del nostro Governo, che non fa altro che piagnucolare e chiedere una proroga. Ma noi possiamo chiedere un grande aiuto all’Europa per una giusta transizione. La destra, invece, nega l’emergenza climatica, un’emergenza che colpisce soprattutto le fasce più povere. Per questo noi diciamo che giustizia sociale e giustizia climatica non sono scindibili. La transizione europea ce la chiedono anche le imprese. Questa è la nostra ossessione: conversione ecologica, lavoro e diritti. Alcuni, nella maggioranza, negano i cambiamenti climatici. Io dico che invece bisogna affrontarli, per non farle affrontare alle fasce più sfortunate di questo paese”.

Sempre sul tema del clima, la segretaria del Partito Democratico parla dell’agricoltura, un settore che “sa di essere parte del problema, ma che è anche il più colpito dai cambiamenti climatici, come successo qui in questi ultimi giorni”. E arriva l’endorsement a Bonaccini: “Per questo è importante la nomina del commissario: non si può politicizzare questa decisione. Dobbiamo stare al fianco dei sindaci, ricostruire le strade, ripensare il reticolo idrico. Le parole di Musumeci mi hanno colpito. Se uno dice che ci vorranno nove anni a ricostruire, le cose sono due: o non conosce questa terra, o ha sbagliato mestiere. Qui c’è una filiera istituzionale che ha già dimostrato di saper ricostruire dopo il terremoto del 2012. Va rispettata questa filiera. Altre scelte non si spiegherebbero, se non, come dicevo, di una politicizzazione di questa decisione. Ma sarebbe un precedente molto grave”.

C’è poi il tema del lavoro: “In questa negazione dell’emergenza climatica c’è anche la negazione della povertà, anzi, c’è astio verso i poveri, come dimostrato quando hanno cancellato il Reddito di cittadinanza. Ma questa caratteristica è comune a tutte le destre di Europa, che formano una sorta di internazionale. Si scambiano la stessa retorica di odio e di intolleranza e i nemici sono sempre gli stessi. Sono i migranti, e trovo vergognoso aver tolto la protezione speciale. È la comunità LGBTQ+, e domani invece io sarò al Pride di Roma dove la Regione Lazio ha tolto il patrocinio, mal celando una certa omofobia. I nemici sono le donne troppo emancipate, e questo Governo potrebbe tagliare i fondi del PNRR per i nidi. Per questo dico che c’è differenza da una guida femminile a una guida femminista”. Sui migranti, Schlein detta la linea, anzi le linee, da seguire: “La destra nazionalista è buona soltanto a fare una cosa: nominare i problemi e cavalcare le paure. Ma in quanto a soluzioni sono a zero. Ed è così anche con i migranti: indicano la causa dei problemi sociali in chi è più sfortunato. Sta alla politica, però, costruire una politica diversa. Serve superare Dublino, e bisogna che ci siano vie legali e sicure a tutti i paesi europei. Serve poi una missione istituzionale europea, e serve superare la Bossi-Fini, una legge che ha portato solo irregolarità”.

Dopo il passaggio sulla guerra, su cui Schlein dice di supportare l’Ucraina con ogni mezzo, anche quello militare, ma che essere di sinistra significa anche e soprattutto tendere alla pace e al cessate il fuoco, l’ultimo vero grande tema su cui Molinari la incalza è quello del lavoro: “Il Governo non parla mai di lavoro povero. C’è una battaglia, adesso, che è quella sul salario minimo. Chiedete alle giovani generazioni cosa significa avere contratti di un mese e non sapere cosa succederà il giorno dopo. Parlano di natalità: come si fa a non rendersi conto della correlazione con il precariato, specialmente al Sud e per le donne? Io ricevo tutti i giorni messaggi di persone che si formano qui in Italia e poi scelgono di andare altrove. Invertiamo questa rotta. Limitiamo i contratti a termine, facciamo una legge sulla rappresentanza che spazzi via i contratti pirata e continuiamo a lavorare sul salario minimo”.

L’ultimo passaggio è sulle alleanze, un tema su cui Schlein non ha mai nascosto di voler allargare il fronte: “Guardiamo alle altre opposizioni. In modo molto aperto, diciamoci: abbiamo differenze, ma abbiamo anche territori comuni, come la sanità pubblica, come il salario minimo e come sul PNRR. Abbiamo questa responsabilità, soprattutto dopo le ultime sconfitte, perché non abbiamo perso solo noi. Siamo noi a dover costruire un’alternativa a questo paese”.

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