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Domenica, 28 Aprile 2024

Un grande parco ed edilizia sociale: così sarà trasformato l'ex Scalo Ravone | VIDEO

11 ettari ora del Comune di Bologna. L'area è stata espropriata a Ferrovie dello Stato dopo una lunga trattativa per una vendita che non è andata a buon fine. Ecco il progetto e il suo iter

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Riqualificare le aree ferroviarie e militari dismesse partendo dall’Scalo Ravone. È questo l’obiettivo del sindaco Matteo Lepore per rendere fruibile a tutti un'ampia parte di Bologna. “Da oggi abbiamo le chiavi di quest'area - dice il primo cittadino bolognese sottolineando come - non sia stato facile, ma ci siamo riusciti”.

L'ex Scalo Ravone

Per raggiungere l’obiettivo, infatti, l’amministrazione è dovuta passare attraverso un esproprio dell’area, che in precedenza era di Ferrovie dello Stato.  Scelta sulla quale il Tar si è espresso positivamente nel corso di un’udienza del 13 marzo scorso, nell’ambito del ricorso intentato da Ferrovie che, quindi, è risultata soccombente. Allo Scalo Ravone, quindi, prenderà il via un grande progetto che non si fermerà all’area attualmente occupata dal Dumbo, ma riguarderà l’intero quadrante della città e si collegherà anche con il cantiere del tram.

Il progetto per l’ex Scalo Ravone

Negli 11 ettari  di ex scalo ferroviario sorgerà il Distretto del Ravone, che “di fatto è pubblico e di proprietà dei cittadini bolognesi – spiega Lepore - : di fatto sono 11 ettari riconquistati dalla collettività”.

L’80% dell’area attualmente è edificata è “coperta dal cemento, ma grazie a fondi Pnrr – aggiunge Lepore – l’80% di quest’area sarà dedicata a parco e verde” . La restante parte sarà dedicata alle iniziative culturali, le nuove imprese, lo sport ma anche insediamenti abitativi di carattere sociale e inclusivo. Progetti che saranno in linea con l’esperienza di Dumbo già vista in questi anni e in dialogo con la rigenerazione del ‘quartiere’ ex Scalo-Malvasia, caratterizzato da “un’alta tensione abitativa”.  Interventi che verranno realizzati entro il 2026 con57 milioni di fondi Pnrr. I lavori prenderanno il via a breve e dopo l’estate, a settembre, si andrà avanti con i cantieri veri e propri.

Non è in questi spazi, però, che sorgerà anche un nuovo polo scolastico e la succursale del liceo Arcangeli. “È un altro iter, che pensiamo di sbloccare in qualche mese: non c’è un contenzioso”, spiega Lepore chiarendo che si tratta di un’area a Nord Est di Dumbo, vicina, ma inserita in un altro intervento.

Le altre aree ex militari e ferroviarie dismesse

“A Bologna abbiamo 18 aree ex militari e ferroviarie dismesse mai vissute dai bolognesi ormai da oltre 20 anni - puntualizza Lepore -. L’obiettivo di questa amministrazione è restituirle ai cittadini. Oggi riusciamo a sbloccare questa operazione che per noi è fondamentale”. Il riferimento del sindaco è anche alle altre caserme e aree dismesse, su tutte Staveco, Stamoto, Masini e Perotti.

Il progetto e il suo iter

La decisione del Tar di respingere il ricorso di Ferrovie dello Stato contro l’esproprio ha dato il via libera all’attuazione dell’intervento previsto dai Piani urbani integrati. L’iter dell’intervento, però, è tutt’altro che semplice e prende il via 5 anni fa. Dal 2019, infatti, l’area è aperta all’uso temporaneo e, dal 2022, Comune e Città metropolitana hanno stretto un patto con il gruppo Fs (Fs, Rfi, Grandi Stazioni, Trenitalia e Fs Sistemi Urbani) per acquisire una porzione degli immobili dello Scalo Ravone grazie ai fondi del Pnrr. La vendita, però, non è stata conclusa entro gennaio 2023, dead line per poter completare le opere nei tempi dettati dai fondi europei. Il Comune, quindi, ha deciso di procedere all’esproprio.

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