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Cronaca

Imprese, Fallimento Bio-On: chiesto rinvio a giudizio per 9 imputati

Accusati a vario titolo di bancarotta fraudolenta impropria e per distrazione, manipolazione del mercato e tentato ricorso abusivo al credito

Si avvicina alla conclusione l'udienza preliminare del processo scaturito dalle indagini sulla società bolognese di bioplastiche Bio On. Questa mattina, nell'aula bunker del carcere bolognese della Dozza, il procuratore aggiunto Francesco Caleca e il sostituto Michele Martorelli hanno chiesto al gup Maria Cristina Sarli il rinvio a giudizio per nove imputati, accusati a vario titolo di bancarotta fraudolenta impropria e per distrazione, manipolazione del mercato e tentato ricorso abusivo al credito. Lo riporta l'agenzia Dire.

Un decimo imputato già durante la scorsa udienza aveva chiesto di patteggiare, con il consenso dei pm, una pena di un anno e sei mesi per manipolazione del mercato e bancarotta fraudolenta impropria. L'udienza preliminare dovrebbe concludersi prima della pausa estiva, e per raggiungere questo obiettivo sono già in programma altre due udienze, il 18 e il 22 luglio, a cui potrebbe aggiungersene un'altra il 25 luglio.

Queste udienze, però, non si terranno alla Dozza, ma in Tribunale, per la precisione in Corte d'Assise, in quanto ad esse non saranno presenti i legali di parte civile che sono intervenuti oggi e quindi non sarà più necessaria, data la partecipazione di un numero nettamente inferiore di persone, un'aula della capienza dell'aula bunker.

Nel corso dell'udienza di oggi sono appunto intervenuti anche i legali che rappresentano le quasi 1.000 parti civili coinvolte nel processo, tra cui Corrado Canafoglia, responsabile dell'ufficio legale dell'Unione nazionale consumatori, che tutela oltre 80 azionisti e che ha chiesto al gup di rigettare l'istanza di patteggiamento avanzata da Rosa. Il giudice si è riservato di decidere, e comunicherà la propria scelta nel momento in cui deciderà anche sulle richieste di rinvio a giudizio.

Alla base della richiesta, spiega Canafoglia in una nota, c'è la convinzione che "se venisse accettata l'istanza di patteggiamento così formulata si farebbe passare un messaggio di quasi impunità per chi è accusato di bancarotta, messaggio pericoloso per l'intero mercato azionario".

Senza contare che, se venisse accolta la richiesta di patteggiamento, "si libererebbe Ernst and Young dagli obblighi verso gli azionisti danneggiati, che quindi non sarebbero risarciti in questa sede per il crack di varie centinaia di milioni di euro, costringendoli ad autonomi giudizi civili".

Sul punto, il legale critica, parlando alla 'Dire', anche il comportamento tenuto dalla Procura, che ha dato il suo consenso alla richiesta di patteggiamento. Infatti, spiega, "i pm sostengono che Bio On fosse già 'decotta' nel 2019, e che questa situazione sia stata coperta falsificando i bilanci, copertura a cui avrebbero partecipato anche i revisori dei conti. Dunque, se le cose stanno così, in base a cosa si riconoscono a Rosa le attenuanti generiche e anche la loro prevalenza sull'aggravante del danno patrimoniale di ingente entità?".

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