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Cronaca Via Francesco Rizzoli

Nuovo I-Phone: si allunga la fila di accampati in via Rizzoli

L'I-Phone 5 è in vendita da domani, ma l'Apple Store di via Rizzoli è sotto già assedio. "La foga di acquistarlo subito", mentre qualcuno si interroga sull'etica delle aziende produttrici

Scene già viste. Il popolo Apple (e non solo giovanissimo), davanti allo Store di via Rizzoli con sedie, materassini  e attrezzature degne di un set, e non è escluso che lo sia. Un dandy-grunge dorme con il viso coperto da un cappello di paglia e gambe su una Graziella dipinta di viola, non sembrerebbe un caso… E’ il primo della fila, l’I-Phone 5 è in vendita da domani, ma già stanotte ha dormito all’addiaccio.

IL COSTO DEL NUOVO I-PHONE. In Italia il nuovo oggetto tecnologico del desiderio parte da un prezzo base di 679 euro, 50 in più degli altri paesi, a causa della tassazione più elevata. “E’ la foga di comprarlo subito, di averlo subito… - ha dichiarato un ragazzo - Stanotte ci danno i numeri. Non lo so spiegare. Ho anche detto una bugia alla mia ragazza che altrimenti mi considera un esaltato”. Scettica un’anziana signora che crede sia in regalo o scontato e si augura che le passioni nella loro vita siano sempre quelle e non “le corone di spine. Io quel problema non ce l’ho. Con la pensione mensile dovrei metterci ancora dei soldi su”.

LA QUESTIONE ETICA E IL CASO FOXCONN. Mentre l’applemania va in scena in sincronia in tutta Italia, ci si interroga sull’etica delle case costruttrici e sulla rivolta scoppiata all’interno della Foxconn di Taiyuan produttore dei  telefoni di Cupertino già più volte oggetto di inchieste giornalistiche: domenica nel dormitorio 2000 lavoratori hanno protestato contro le condizioni di lavoro e di vita. Le conseguenze? Nessuna, l’azienda è rimasta chiusa lunedì ed ha riaperto regolarmente il giorno successivo.
Fare profitti e combattere sempre, parrebbero questi i soli spericolati obiettivi dei produttori di telefonia e computer, una sorta di odierni soldati di ventura: accanto alla famosa querelle con Samsung,  accusata di aver copiato i brevetti Apple per il sistema Android, ve n’è già un’altra tra Microsoft e Motorola e guai in vista per la produttrice del Blackberry che si lancia nel “touch”.

UNA GUERRA PERSA. Vere e proprie guerre per molti milioni di dollari che, grazie al cielo, non si vincono sempre. Federconsumatori Bologna ha segnalato che il TAR del Lazio, con sentenza del 16 maggio 2012, ha respinto i ricorsi presentati da Apple, confermando la sanzione inflitta dall’Autorità Garante Concorrenza e Mercato per pratiche commerciali scorrette. L’Antutrust italiana, infatti, con provvedimento del 21 dicembre 2011, aveva condannato Apple al pagamento di 900 mila euro di multa per la mancata applicazione della garanzia biennale prevista dalla legge. Apple e i suoi rivenditori si limitavano ad applicare la garanzia del produttore ad un anno, costringendo i consumatori ad acquistare, a pagamento, l’estensione della garanzia fino a due. La normativa europea e italiana sono chiare: la garanzia per difetti di conformità spetta al consumatore per 24 mesi dalla consegna del bene. Dopo il provvedimento dell’Antitrust, pur avendo presentato ricorso, Apple aveva aggiornato il suo sito web con una pagina riepilogativa dei diritti dei consumatori riguardo alla garanzia legale.
 

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