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Il figlio Lorenzo ricorda Marco Biagi: "Amava il Bologna Calcio, oggi sarebbe felicissimo. Il coraggio la sua eredità" | VIDEO

Il 19 marzo di ventidue anni fa fa il giuslavorista fu ucciso dalle Nuove Brigate Rosse davanti al portone di casa in via Valdonica. Domani la cerimonia e la biciclettata in sua memoria

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"Se mio padre fosse ancora vivo, di questa stagione del Bologna sarebbe felicissimo. Quando andiamo al dall'Ara io e mio fratello Francesco ci sediamo ancora negli stessi posti in cui ci sedevamo con lui". Sorride Lorenzo Biagi quando parla di suo padre Marco e della sua passione per il calcio e il Bologna, a cui il babbo iniziò anche lui portandolo allo stadio quando aveva soltanto tre anni.

Una domanda sullo sport per stemperare la tensione prima dell'incontro organizzato dalle Acli provinciali per parlare del Libro bianco del mercato del lavoro, il documento che contiene il pensiero del giuslavorista ucciso dalle Nuove Brigate Rosse la sera del 19 marzo 2002. Domani le celebrazioni nella piazzetta a lui intitolata, a pochi passi dal portone della casa in via Valdonica dove fu freddato. Poi, la sera, la biciclettata in suo onore. "Di quel giorno mi ricordo tutto - racconta Lorenzo -. La mattina mi aveva portato al ritrovo dei bus della scuola, avevo 13 anni e era in programma una bellissima gita a Mantova. Mi ha salutato guardandomi negli occhi: 'Ciao topino, ci vediamo stasera a casa per festeggiare la festa del papà'. È stata l'ultima cosa che mi ha detto".

Lorenzo ripercorre la storia del padre e di una famiglia unita nell'amore e nel dolore. A partire dalla madre Enrica, "ebbe un'incredibile forza d'animo perché ha dovuto far fronte a un lutto che non è stato solo privato ma anche pubblico". Per lei e per tanti non fu soltanto l'ennesimo omicidio prodotto dal terrorismo figlio degli anni di piombo: "Come tante altre vittime mio padre ha lasciato un'eredità morale oltre che giurista - aggiunge Lorenzo - il coraggio di esprimere le proprie idee rispettando quelle altrui e una grande libertà di pensiero".

 La discussione con la direttrice delle Acli di Bologna Chiara Pazzaglia e il presidente del circolo culturale Acli aperto in onore del giuslavorista, Filippo Diaco, è inframezzata dalle letture di alcuni estratti dal Libro bianco e dalle conferenze di Biagi, recitate dalle attrici Anna Vittoria Ferri e Gaia Cerelli dell'associazione TexTu. Si parla di precarietà e diritti, mercato del lavoro, formazione. "Papà ha saputo anticipare tutti quei temi urgenti che oggi sono di attualità. Ancora oggi viene additato come il fautore del precariato, ma il suo pensiero era per il bene comune".

Oggi Lorenzo racconta la storia di suo padre nelle scuole, incontrando gli studenti di medie e superiori. Per rispondere ai ‘perché' della sua morte, ma anche per dare loro dei consigli: "Come un fratello maggiore, cerco di far capire loro che esprimere le proprie idee in modo violento è sbagliato. Così fecero i terroristi che riversarono l'odio della loro ideologia contro le posizioni di mio papà. Una cosa simile succede oggi sui social, che sono mezzi che spesso veicolano messaggi violenti. Ai giovani che incontro dico di stare attenti e di seguire i modelli di comportamento più giusti".

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