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Movida in piazza Verdi, i residenti: "Siamo stufi e sfiduciati, si faccia qualcosa" | VIDEO

Esasperati dalle ripetute serate senza freni, i residenti si appellano alle autorità: "Se necessario sporgeremo denuncia"

Balli, musica, assembramenti senza mascherine. È quello che i residenti di piazza Verdi e dintorni si ritrovano davanti più o meno ogni sera. Dopo il delirio dei giorni scorsi con bonghi e musica ben oltre il coprofuoco, si ripropone la vecchia questione della zona universitaria.

Quello che chiedono i residenti, esasperati, è un piano di prevenzione per evitare assembramenti che poi, dopo un certo orario, diventano ingestibili. E la piazza ricoperta da un manto di cocci rotti, mozziconi e spazzatura, come quella vista giorni fa in piazza Verdi, non è ammissibile. Anche l'assessore di Bologna, Alberto Aitini, ha denunciato sui social la situazione.

"Sono notti che ricevo messaggi disperati (e molto molto arrabbiati) dai residenti della zona universitaria. Prima di tutto - scrive l'assessore - voglio dire che hanno ragione, che la situazione di questi ultimi giorni non è assolutamente accettabile ed è andata oltre. Non siamo sicuramente davanti ad un fenomeno nuovo. La movida e il conseguente rumore notturno sono temi con cui da sempre la città si deve confrontare. Le ultime serate mi paiono però diverse dal solito, forse una delle altre conseguenze di questa maledetta pandemia. Sta di fatto che quelle scene di ordinaria follia non devono diventare la prassi. Mega assembramenti ed uno sforzo notevole di forze dell'ordine e Polizia Locale, che ringrazio nuovamente per quello che stanno facendo, per provare a riportare la situazione ad uno stato di normalità".

"Scene di aggressività - continua -, lanci di bottiglie, cori e insulti agli agenti che svolgono solo il loro lavoro. E la mattina dopo una distesa di cocci di bottiglie da raccogliere, pipì e vomito da lavare. Insieme a tutto ciò, di nuovo spaccio e consumo a cielo aperto. Il tema della tossicodipendenza, delle droghe e della criminalità organizzata che ci sta dietro, nel nostro Paese è tornato alla ribalta per 5 minuti nei mesi scorsi mentre guardavamo "Sanpa" trasformandolo come al solito in uno scontro tra tifoserie, senza concentrarci sulle emergenze di droga e dipendenza del mondo attuale, che sono uguali se non peggiori di prima. Il dato dell’aumento del consumo di alcool durante e dopo l’emergenza sanitaria, per esempio, anche tra giovani e giovanissimi dovrebbe essere un campanello di allarme che mi pare invece si stia ignorando, mentre gli operatori di Hera mi dicono di non aver mai raccolto tanti resti di bottiglie in giro per la città. Non si tratta di lanciare j'accuse contro nessuno, ma di provare insieme a ragionare a mente aperta sulle priorità di questo scenario in cui un'emergenza sanitaria sta (si spera) terminando, ma altre si affacciano all'orizzonte".

"In concreto, intanto, per non limitarmi alle riflessioni, propongo di fare un paio di semplici azioni: 1) nelle solite piazze, cercare di prevenire l'insediamento di mega assembramenti di persone con dei presidi temporanei di forze dell'ordine, in attesa che partano gli eventi estivi del Comune che diventeranno un presidio culturale anti assembramento. Basterebbe farli dalle 17.30/18 fino a fine serata. Se no hanno ragione i residenti che dicono che non si vuole davvero intervenire per cercare quanto meno di limitare i disagi, ricordandoci giustamente che il diritto al riposo non è sicuramente meno importante di altri".

Poi, continua: "2) proseguire e incrementare la lotta severa ai venditori abusivi di alcool (ricordo, a chi beve quelle bottiglie di birra, che prima vengono conservate in condizioni igienico sanitarie da paura, tipo nei cassonetti dell'immondizia) e il controllo ai negozietti che vendono alcool, a volte non in modo regolare e al di fuori degli orari consentiti. 3) proseguire e incrementare il lavoro di contrasto allo spaccio, che purtroppo sta vivendo un momento di recrudescenza. Ci sono poi politiche di più ampio e lungo respiro, su cui lavoriamo e ci confrontiamo da tempo, ancora più importanti e quanto mai necessarie. A queste dedicherò altre riflessioni come spunto di discussione con tutti voi nei prossimi giorni. Ma intanto, cerchiamo di partire da qui"

"Mi è dispiaciuto non essere stato invitato - conclude - prima volta da quando sono assessore, al Comitato per l’ordine pubblico di due giorni fa. Sarebbe stato quello il momento giusto per confrontarsi su questo e prendere decisioni. Tuttavia il mio impegno in questo ambito e il confronto con la cittadinanza proseguono".

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