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Nuove povertà e problema abitativo

Il fenomeno boom delle nude proprietà per poter pagare i badanti

Una fotografia della città attraverso le dichiarazioni dei redditi. Crescono quelli sotto i 15 mila euro, tanti si spostano fuori città per risparmiare e sono almeno 2 mila gli appartamenti lasciati vuoti

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Una fotografia della città (ricchezze e povertà, ma più le seconde fra post pandemia e inflazione) ricavata dalle dichiarazioni dei redditi fatte presso il Caf Acli di Bologna: è così che si scopre chi sono i nuovi poveri e quali siano i numeri relativi al tema casa non solo in città, ma in tutta l'area metropolitana. Cosa emerge? Lo spiega Filippo Diaco, presidente del patronato Acli: "I dati che abbiamo raccolto partono dal 2021 e arrivano fino al 2023. Osservandoli abbiamo capito che, lato redditi, quelli fra i 20 e 30 mila euro l'anno sono più consistenti in provincia e non nel capoluogo, a dimostrazione che i costi elevati del centro portano a trasferirsi nelle aree limitrofe. I numeri che fanno riflettere sono legati al reddito sotto i 15 mila euro l'anno. Siamo arrivati oltre i 7 mila. Per quanto riguarda la casa dalle dichiarazioni Imu (quasi 11 mila) risulta che sono circa 2.200 gli appartamenti liberi, non locati". Questo nel noto contesto del problema abitativo che complica e rende più cara la vita di studenti e lavoratori che hanno scelto di vivere sotto le due Torri.

Badanti: ecco quanto spendono le famiglie 

Il problema abitativo si riflette anche sulle case popolari, come spiega il presidente di Acer Marco Bertuzzi: "Sulla domanda di case popolari siamo passati dalle 5.000 domande del 2021 alle 5.400 domande del 2023. Un aumento di 400 domande in due anni, come quelli dopo la pandemia, è significativo. Oltre il 90% delle ultime assegnazioni che abbiamo registrato riguarda chi ha un Isee fino a 6.000 euro, quindi persone in fascia di protezione, estremamente fragili". Il restante 10% ha magari un Isee superiore a 6.000 euro, ma segna altri problemi. Ad esempio si tratta di persone invalide nel nucleo famigliare". La presidente Acli Chiara Pazzaglia, considerando l`indagine sui redditi degli ultimi tre anni dei cittadini di città e territorio metropolitano commenta che: "Il dato più preoccupante è che la povertà non è più identificabile con il mancato possesso della casa di proprietà. Mentre una volta chi stava bene ce l`aveva, adesso spesso è un bene di cui liberarsi. Per poter pagare la badante", ad esempio.

Il fenomeno delle nude proprietà: così è garantita l'assistenza 

Pazzaglia e Diaco portano a galla anche il fenomeno della nuda proprietà, molto cresciuto: "Tutti vediamo gli annunci immobiliari. Spesso si tratta di vendite di nuda proprietà, ossia persone anziane che vendono il loro immobile mantenendo il diritto di abitarci fino alla morte. Lo fanno proprio perché hanno bisogno di liquidità, per la casa di riposo o appunto più spesso per la badante. Noi che abbiamo 3.000 contratti in gestione ogni anno di badanti, ci siamo resi conto di questo particolare rincaro, che è diventato una fonte di povertà considerevole".

E poi ci sono le donne anziane: "Non è cambiato niente dai tempi della bibbia: i poveri a Bologna sono le vedove over 70, quindi donne sole. Sole nel senso che o lo sono sempre state oppure sono persone a cui è morto il coniuge, nel 46% dei casi". Nel momento in cui non riescono più a mantenersi con la sola reversibilità del coniuge e con la propria pensione, magari sociale, decidono dunque di vendere casa. Se la casa di proprietà una volta era una ricchezza, oggi aumenta il valore dell`Isee e registra dei costi di condominio, di utenze e di manutenzioni non più compatibili" con l`assistenza di welfare al proprio domicilio".  E l`associazione si rivolge con un appello ai servizi sociali in generale: "Occorre cercare di non dare tutto a tutti, ma riportare equilibrio tra chi non ha niente e chi invece può permettersi più cose. Diciamo no alla gratuità indistinta di certi servizi". 

Bolognesi soli over 70

Sul benessere dei bolognesi, così come  spiega Simone Zucca, direttore del Caf Acli Bologna, sulla base delle analisi dei redditi degli ultimi tre anni dei cittadini (il quadro più aggiornato è del 2022): "Il reddito mediamente cresce, oltre quota 27.000 euro lordi, ma non alla stessa velocità dell`inflazione. Per una crescita media del 3% del reddito, c`è una crescita dell`inflazione nel 2022 superiore al 4,5% e addirittura del 10% nell`anno precedente". Quindi, un bolognese su cinque ha un reddito inferiore ai 15.000 euro, che per Zucca "è un dato preoccupante anche se Bologna si conferma una città che in media sta bene", visto che un bolognese su tre ha un reddito complessivo oltre i 30.000 euro annui.  

Reddito medio dei Bolognesi secondo i dati Caf Acli: 

Reddito Acli

Redditi per classe ultimo triennio – Secondo dati Caf Acli

Sul benessere dei bolognesi,  come rimarca Simone Zucca, direttore del Caf Acli Bologna, sulla base delle analisi dei redditi degli ultimi tre anni dei cittadini (il quadro più aggiornato è del 2022): "Il reddito mediamente cresce, oltre quota 27.000 euro lordi, ma non alla stessa velocità dell`inflazione. Per una crescita media del 3% del reddito, c`è una crescita dell`inflazione nel 2022 superiore al 4,5% e addirittura del 10% nell`anno precedente". Quindi, un bolognese su cinque ha un reddito inferiore ai 15.000 euro, che per Zucca "è un dato preoccupante anche se Bologna si conferma una città che in media sta bene", visto che un bolognese su tre ha un reddito complessivo oltre i 30.000 euro annui.  

Reddito Acli per classi sociali

Bolognesi con reddito sotto i 15 mila euro: 

Bolognesi reddito 15

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