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Cronaca San Benedetto Val di Sambro

Nuova vita per l’antico Palazzo Ranuzzi De Bianchi: da asilo a polo innovativo | FOTO

Fu costruito come residenza della famiglia De Bianchi, feudatari della zona dal 1393, fu poi asilo gestito dalle suore dal 1938

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Benchè più volte rimaneggiato, fu costruito come residenza della famiglia De Bianchi, feudatari della zona dal 1393, fu poi asilo gestito dalle suore dal 1938 e ora diventa Polo Territoriale di servizi alla persona e alla comunità della Valle del Setta. 

Dopo anni di chiusura, Palazzo Ranuzzi De Bianchi di Pian del Voglio è ora oggetto di progetto innovativo di rigenerazione urbana "dove si integrano servizi al cittadino, attività culturali e ricreative, aspetti residenziali, turismo e si sperimentano multidisciplinarità", spiega l'Unione dei comuni dell’Appennino Bolognese.

“La rigenerazione urbana di Palazzo Ranuzzi costituisce un modello sperimentale, e speriamo replicabile, di sviluppo urbano che vuole attuare il Comune di San Benedetto attraverso processi e strategie di crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, recuperando aree urbane caratterizzate da fenomeni di dismissione e restituire nuova qualità ambientale, economica e sociale - ha dichiarato Alessandro Santoni, sindaco di San Benedetto Val di Sambro - Oltre a ringraziare il nostro Cardinale Matteo Zuppi e l’Arcidiocesi di Bologna, la Regione Emilia Romagna ed il Ministero del Turismo per il finanziamento dei due stralci dell’intervento, ci tengo a ringraziare tutti gli altri partner sostenitori del progetto quali la Parrocchia di San Giovanni Battista, l’Ufficio di Piano ed il Servizio Sociale professionale dell’Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese, l’ANT, l’ASL, la Fondazione Santa Clelia Barbieri (che gestirà i servizi), nonché tutto l’ufficio tecnico ed il progettista e Direttore Lavori Arch. Stefano Quarenghi. Con questo intervento sarà possibile anche far riacquistare competitività al territorio in termini di sviluppo (nuovi servizi e di conseguenza nuova occupazione lavorativa), sicurezza e vivibilità delle nostre comunità, recuperando al contempo un rilevante patrimonio culturale. La Rigenerazione Urbana la raggiungeremo grazie all’insieme di tutte queste azioni, che abbiamo pensato, progettato ed ora realizzeremo Insieme!".

Un progetto da 1,8 milioni

Il progetto di recupero complessivo ha un costo di 1.800.000 euro e sarà realizzato in due fasi:

- il primo per la sistemazione del corpo centrale, per un investimento complessivo di € 1.250.000, finanziati per 700.000 dalla Regione Emilia Romagna attraverso il Bando Rigenerazione Urbana 2021 e per 550.000 dalla Arcidiocesi di Bologna;
- il secondo per la sistemazione del fabbricato annesso, per un investimento complessivo di € 550.000 finanziato dal Ministero del Turismo.

Oltre alla collaborazione tra Pubblico e Privato, la nuova vita del palazzo è al centro della “riscoperta” dell’Appennino sotto diversi punti di vista, oggi sempre più percepito come un luogo 'di vita' anche grazie a progetti come questo ed alle politiche istituzionali messe in campo ai diversi livelli", si legge nella nota. 

I lavori dureranno circa un anno - dovrebbero terminare nella primavera-estate del 2025 - e prevedono, oltre alla modifica della distribuzione degli spazi interni, anche interventi strutturali localizzati, opere di abbattimento delle barriere architettoniche, rifacimento degli impianti tecnologici, ripristino del manto di copertura, nuovi infissi e portoni in legno, pulizia e ripristino delle facciate in pietra a vista nonché la qualificazione dell’area cortiliva esterna e soprattutto dello scalone di accesso dal grande valore architettonico, con il totale recupero delle pavimentazioni, degli ornamenti e di ogni altro elemento di interesse storico.

Cosa diventerà

URP, anagrafe, sportello sociale,uffici di prossimità, in pratica sportelli municipali decentrati, attività culturali cerimoniali e ricreative promosse dall’Ente e/o da sviluppare assieme alle Associazioni del territorio, n. 7 gruppi appartamento gestiti dalla Fondazione Santa Clelia Barbieri assieme ad un Laboratorio diurno di comunità ed una comunità alloggio per anziani.

Da residenza di feudatari a strutta per la comunità

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