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Cronaca Centro Storico / Via del Pratello

Carcere Dozza e Pratello, Mucci: "Situazione da malattia cronica"

La deputata denuncia la presenza di un esiguo numero di educatori: "Solo 4 per 700 detenuti alla Dozza. Figure di riferimento per il percorso riabilitativo". Poi all'indice la situazione dei minori al Pratello: "Allarmante..."

"Note liete e annosi aspetti critici". Così l'onorevole Mara Mucci riassume il suo tour negli istituti penitenziari di Bologna. L'ex grillina, infatti, venerdì scorso era in visita al carcere minorile del Pratello, ieri alla casa circondariale della Dozza. Proprie le condizioni dei reclusi di quest'ultima muovono le più apsre critiche della deputata. "Una cosa è inaccettabile alla casa circondariale della Dozza - denucnia Mucci in una nota - su una popolazione che viaggia ben oltre le 700 presenze, sono in servizio solo 4 educatori. Figure di riferimento per il percorso riabilitativo dei detenuti". Qui l'onorevole punta il dito contro lo Stato che "mortifica" il compito di questi educatori, a causa di un "Ministero della Giustizia sordo all'esigenza di un nuovo bando e di una gestione più attenta di questo indispensabile servizio".

Quattro educatori su oltre 700 detenuti. "I più fortunati tra i reclusi - affonda ancora Mucci - hanno la possibilità di un incontro all'anno". Ma, onore al merito, per Mycci "ll'incapacità di dare risposte da parte dello Stato", replica "una Bologna che ha in servizio all'interno della struttura circa 400 volontari".

Per la deputata, in sintesi, nelle nostre carceri ci sono i due risvolti della medaglia: "Dove deve arrivare lo Stato - dice Mucci - la situazione è da malattia cronica e dove invece possono intervenire direttori, uffici e polizia penitenziaria, il quadro è più luminoso e capace di dare speranza".

Infine l'accento si sposta sulle situazione dei minori, al Pratello. "E' allarmante la somiglianza tra i due processi detentivi". Chiosa Mucci, per la quale "non c'è molta differenza tra quanto vive un 15enne al Pratello rispetto ad un 45enne alla Dozza". Questo è per la deputata "il secondo enorme limite della carceri italiane. Il primo è il consolidato essere luoghi atti a recludere e non a reinserire in società. E l'assenza di educatori nella struttura ne è una causa".

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