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Il Prefetto non firma l'ordinanza: la preghiera anti-abortista davanti al Maggiore si farà

Dopo le proteste di alcune forze poltiche, al momento è confermata la 9 ore di preghiera contro l'aborto organizzata dal comitato "No194"

Al momento è confermata la 9 ore di preghiera contro l'aborto e in favore del referendum abrogativo della 194, organizzata dal comitato "No194", che prende il nome proprio dalla legge, indetta il 13 giugno prossimo davanti all'Ospedale Maggiore.

Francesco Critelli e la responsabile delle donne dem Francesca Mazzoni avevano chiesto al Prefetto Ennio Mario Sodano di non concedere l'autorizzazione aprendo un dibattito sulle manifestazioni davanti "ai luoghi sensibili", come ospedali, cliniche private o campi rom. Sodano si era incontrato con le forze politiche e sociali, ma "per risultare efficace, necessita della più ampia condivisione", aveva scritto in una nota.

La Lega aveva espresso il proprio timore per "una serie di pressioni che il Pd sta facendo nei confronti del Prefetto per impedire, in vista delle comunali 2016" agli esponenti del Carroccio "di poter manifestare liberamente", vietando i luoghi dove "ha già in passato svolto presidi come l'ex Cie e le  aree sosta nomadi", aveva scritto la consigliera Lega Nord Lucia Borgonzoni in una nota "questo tipo di ordinanza già nel passato a Bologna - a differenza di altre città - ha fallito, è ovviamente assurdo riproporla, perchè non ferma chi svolge cortei abusivamente (quelli che poi creano il caos) , ma ottiene il solo risultato di impedire a chi ha sempre dimostrato di seguire le regole, di svolgere il suo diritto di denuncia e presidio del territorio. Se il Partito Democratico crede che con dei provvedimenti stile peggio regime comunista, di fermare l'avanzata della Lega Nord, non ha capito niente, la gente ci vota perchè abbiamo proposte concrete per risolvere i problemi legati alla sicurezza ed al rilancio dell'economia, a differenza loro che sembrano solo interessati a battibeccare sul Merola si, Merola no".

Di "regime" aveva parlato anche il presidente e fondatore del comitato "No 194" Pietro Guerini: "Se il prefetto di Bologna ci vietera di fare la manifestazione, agirò a livello legale, impugnerò il provvedimento e aprirò un procedimento giudiziario. Questo tentativo di censurare una manifestazione pacifica come la nostra è tipico di un atteggiamento stalinista, radicato in tutti i partiti di sinistra. Cosa c'è di democratico?".

Ma non è solo il PD a voler bloccare la manifestazione: "Non bastava l’obiezione di coscienza dilagante tra il personale sanitario nelle strutture sanitarie e pubbliche, la riduzione cospicua dei Consultori e delle loro funzioni, i tagli alla spesa sanitaria e ai servizi sociali - scrive in una nota Rifondazione Comunista - ora Bologna rischia di subire anche il grave affronto di un gruppo di integralisti cattolici che, scortati dai neofascisti di Forza Nuova, vorrebbero presidiare un luogo pubblico e laico quale è un ospedale per chiedere di riportare la donna ad una condizione di subalternità e sottomissione con le loro inopportune preghiere"

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