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Cronaca

Bomob e sindacati, stallo sul Premio di risultato: non c'è accordo

Prosegue il braccio di ferro tra la società che gestisce la sosta in città e i sindacati

L'assessore alle relazioni sindacali, Massimo Bugani, l'ha definito "stallo alla messicana". Perché non si sblocca il braccio di ferro tra Bomob, la società che gestisce la sosta sotto le Due Torri, e i sindacati sul pagamento ai lavoratori del saldo 2022 dei premio di produzione.

Ci hanno provato le parti a trovare una quadra, ma, dopo nove ore di confronto, non è stato possibile raggiungere l'intesa. L'azienda, che vuole superare l'attuale sistema di calcolo del premio ereditato da Tper (basato sul numero dei passeggeri trasportati), ha proposto di pagare la seconda tranche del premio relativo allo scorso anno con la formula della 'una tantum', il cui importo, però, non è stato quantificato, e, cosa che ha fatto irrigidire i sindacati, ha richiesto la firma contestuale di una rinuncia a future azioni legali. Il Comune, ancora una volta, è chiamato a intervenire per superare l'impasse.

"Un pre-accordo c'è, ma si farà se arrivano i bonifici. Bisogna cercare di chiudere la vertenza il prima possibile", esorta Bugani. Insomma, prima si archivia la questione aperta del premio 2022, poi si può iniziare a parlare di come modificare i criteri di calcolo del premio per i prossimi anni.

"L'azienda voleva saldare il 2022 sottoscrivendo contemporaneamente un accordo sul 2023. Il Comune ha chiesto di saldare indipendentemente dall'accordo sul nuovo sistema premiante. La discussione doveva partire da questo. Dopodiché non si è riusciti ad affrontare dettagli. Sembra che gran parte del lavoro sia stata fatta. Ora si tratta di armarsi di pazienza e definire gli ultimi dettagli. Sono fiducioso che il proseguo della trattativa possa riuscire a sanare queste differenze", ricostruisce il capo di gabinetto del sindaco con delega al lavoro, Sergio Lo Giudice.

"C'è da considerare un aspetto e lo dico all'azienda, che ha dimostrato disponibilità nell'abbondonare alcune posizioni per andare incontro a sindacati. Andrebbe, però, tenuto in miglior conto un tema evocato: oggi c'è situazione di diffidenza dei lavoratori nei confronti dell'azienda a cui tutti noi dobbiamo fare attenzione. Le relazioni sindacali non si giudicano solo sul piano giuridico, ma sociale e umano. La chiusura di un accordo è complicata dal fattore umano", è il monito di Lo Giudice.

Del resto, i rappresentanti dei lavoratori sono stati chiari in commissione. "A fronte di uno sciopero di cinque giorni nei quali si richiedevano pagamenti spettaneti e dovuti, non si è arrivati a nessuna conclusione. Noi siamo allo stremo delle forze, abbiamo bisogno dell'aiuto del Comune perché vigili. Questi soldi ci spettano, e non vi dico tutte le altre cose da mettere a posto dopo un anno e mezzo", spiega Loredana Insalata della rsa Filt-Cgil di Bomob.

"Ci troviamo davanti a un muro insormontabile, davanti a società che non riconosce i premi. Vuole mutare la realtà delle cose, con proposte unilaterali che ci scioccano", contesta Manuela De Carli della Fit-Cisl. "Serve un atto di coraggio: bisogna lavorare per ricostruire rapporto. Il pdr non è stato saldato a febbraio, perché Bomob sostiene che non è applicabile. C'è un problema di parametro? Siamo disponibile a valutare un parametro che sia in linea con attività di Bomob. Vogliono premio nuovo: bastano cinque righe di verbale per sanare la situazione.
Sennò ci infila in dinamiche che genereranno un nuovo conflitto", avverte Max Colonna della Uil.

"Non firmiamo cambiali in bianco", fa sapere Daniele Galletti della Faisa. "Ci sono stati cinque giorni di sciopero, mai visti nella sosta. L'azienda se ne assuma la responsabilità politica e sindacale, non può arrivare a promuovere un'azione di tipo conciliativo a 'tombare' la discussione del pdr. Noi siamo disponibili a discutere a patto di sanare il pregresso", scandisce Fabio Perretta dell'Usb.

"Aver imposto la firma di un verbale di conciliazione tombale è un elemento che non va nella direzione auspicabile", commenta il capogruppo del Pd, Michele Campaniello, evocando lo spettro del coinvolgimento dell'Ispettorato del lavoro, già ipotizzato in passato, anche se proprio come ultima spiaggia in mancanza di un accordo.

"Siamo pronti se non si arriva a un accordo a coinvolgere l'Ispettorato del lavoro", assicura l'amministratore di Srm, Giovanni Berti. "La bozza di accordo non è stata siglata per ragioni che non capiamo, siamo ancora e saremo sempre disponibili a trovare un'intesa. Più di quello che abbiamo accettato non potevamo, non ci sarebbe restato che dare le chiavi dell'azienda ai sindacati", replica Pietro Bacchetta di Bomob. In settimana è previsto un nuovo incontro tra sindacati e azienda.

"Ci sono le condizioni in per arrivare a un accordo senza fare ulteriori passi", conclude l'assessora alla Mobilità, Valentina Orioli.

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