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Cronaca

Palazzo di Varignana porta la natura nel reparto oncologico del Policlinico Sant’Orsola a Bologna

Il resort nei colli bolognesi ha donato alla Fondazione Policlinico Sant’Orsola un progetto che pone al centro i benefici terapeutici della natura

Il verde si fa terapia per l’anima e per aiutare i percorsi di guarigione. Palazzo di Varignana ha deciso di sostenere la Fondazione Policlinico Sant’Orsola attraverso il progetto "Lo spazio che cura”: un’iniziativa che vede protagonisti i terrazzi del 5° piano del Reparto di Degenza Oncologica della struttura ospedaliera. Il resort bolognese ha offerto la sua esperienza nel progettare il verde, donando sia il progetto botanico di micropaesaggio che la realizzazione di uno degli otto balconi. Il concept e il suo sviluppo sono stati curati dal paesaggista di Palazzo di Varignana, Sandro Ricci, che ha così trasformato i balconi del reparto oncologico in piccoli segni di natura per dare momenti di sollievo ai malati del reparto. Questa iniziativa oltre a Palazzo di Varignana, vede coinvolte altre cinque realtà - Bologna FC, Meliconi, Banca di Bologna, Ersel e CAR - che grazie al loro impegno hanno dato vita a un progetto capace di coniugare in un unico gesto etica ed estetica, armonia e solidarietà. 

“Siamo orgogliosi di poter dare il nostro aiuto per garantire ai pazienti dell’Ospedale Sant’Orsola e ai loro familiari, un ambiente più accogliente e sereno. L’idea del “Progetto lo spazio che cura” nasce dalla volontà di portare e condividere un po’ della bellezza che circonda Palazzo di Varignana all’interno dei reparti” afferma il dottor Carlo Gherardi, fondatore di Palazzo di Varignana. “Un progetto che ci spinge ancora una volta a ampliare il nostro impegno quotidiano verso ciò che ci circonda, un’altra occasione per lasciare un’eredità al futuro”.

“Con questo intervento – racconta il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – vogliamo portare l’abbraccio di tutta la città ai pazienti che vivono un momento di particolare fragilità”. “Un intervento che può avere effetti importanti. Lo spazio in cui avviene la cura – spiega il primario Andrea Ardizzoni – fa parte della cura. Se un paziente oncologico è accolto in un ambiente migliore, i risultati delle terapie sono migliori”. 

Negli ultimi anni, infatti, sempre più studi dimostrano come la qualità degli spazi di cura, la loro umanizzazione estetica e funzionale, abbia un ruolo nel favorire la risposta attiva da parte dell’organismo e la capacità di accorciare i tempi di recupero. In questo ambito il verde costituisce un vero e proprio balsamo per l’anima, contribuendo a contrastare lo stress, migliorare la risposta metabolica, alleviando sia i sintomi psichici che una parte di quelli fisici. Il contatto con la natura apporta numerosi benefici in termini di benessere psicologico, contrasta l'ansia, la depressione e può aiutare ad attenuare il dolore.

Il progetto del verde 

Per la progettazione delle oasi verdi nei balconi, Palazzo di Varignana ha messo a disposizione il proprio paesaggista Sandro Ricci che ha studiato, pensato e disegnato un progetto del verde per cambiare il volto del reparto degenza di Oncologia medica, uno dei reparti più importanti dell’Emilia-Romagna che ogni anno accoglie circa 900 pazienti. L'obiettivo del progetto è stato donare una percezione di benessere grazie a scorci visivi di fioriture o foliage: per questa ragione sono state selezionate “essenze vegetali" in grado di garantire compattezza e cromatismi durante tutti i giorni dell’anno.

Ispirato da un desiderio di creare uno spazio capace di curare attraverso piccoli giardini, sono stati posizionati su ogni balcone del reparto dei vasi da giardino che ricordano una staccionata, con lo scopo di reinterpretare in chiave moderna la “cassetta” dei fiori. In ogni balcone le 13 fioriere hanno un colore diverso – dal verde pavone all’antracite, dalla terracotta all’azzurro di Provenza – e diversi sono gli arbusti, le piante erbacee e i fiori che vi sono stati messi a dimora, appartenenti a 22 specie, da due varietà di edera al mirto, dalla campanula all’aspidistria, dal geranio blu al pitosforo.

La scelta della vegetazione è infatti ricaduta prevalentemente su piante a foglia persistente con caratteristiche legate all’epoca e al colore della fioritura creando così piacevoli accostamenti cromatici: “macchie di colore” uniformemente bilanciate all’interno dei vasi che mutano durante tutto l’arco delle stagioni. 

Tra gli arbusti di piccola taglia sono state scelte invece le persistenti Abelia “Sherwood”, l’Escallonia nana “Red Dream” e la Nandina “Obsessed” anch’esse contraddistinte da portamento compatto e foglie giovani rosse specialmente nel periodo invernale. Per le erbacee perenni è stato selezionato il Liriope “Silver Dragon” che si contraddistingue per una fioritura copiosa e prolungata.

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