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Cronaca

Uno Bianca, nuovo fascicolo in Procura: indagine su mandanti e coperture

Assassini o disegno eversivo e terroristico più ampio? Si indaga ancora dopo un trentennio

A un trentennio dalla scia di morti, 23, e feriti (oltre 100) per mano dei componenti la Banda della Uno Banca - il 4 gennaio di 33 anni fa venivano uccisi tre carabinieri al Pilastro - un nuovo fascicolo di concorso in omicidio volontario, secondo quanto risulta all'ANSA, è stato aperto dalla Procura di Bologna in seguito all'esposto presentato da alcuni familiari delle vittime. 

Un esposto depositato alla Procura di Bologna, alla Procura nazionale Antiterrorismo e per conoscenza a quella di Reggio Calabria (che indagò sulla Falange Armata) chiede di riaprire le indagini sul gruppo criminale, composto anche da 5 poliziotti. 

I familiari chiedono accertamento su eventuali mandanti, complicità e coperture e di approfondire la posizione del brigadiere dei carabinieri Domenico Macauda, già condannato per calunnia, in relazione all'omicidio dei carabinieri Cataldo Stasi e Umberto Erriu, ùil 20 aprile 1988 a Castel Maggiore. 

1987 – 1994, sette ann di delitti tra Bologna e la Romagna

Rapine ai caselli autostradali, nei supermercati, banche e uffici postali; sparando e uccidendo anche in altri episodi: 23 persone uccise e oltre 100 feriti. Tra i morti ci sono 5 carabinieri e un ex carabiniere, 1 poliziotto, 2 guardie giurate, 2 extracomunitari, 2 nomadi e altre 10 persone che si trovavano al lavoro nei luoghi delle rapine o hanno incrociato per caso la follia omicida di Fabio e Roberto Savi e dei loro complici. 

!All’inizio fu la banda della Regata, perché quell’auto fu vista in azione nei primi colpi; poi diventò la banda delle Coop, perché venivano assaltati supermercati; infine fu la banda della Uno bianca, perché proprio l’auto più comune in quegli anni fu anche la più usata nelle azioni criminali" si legge nella ricostruzione storica del Comune di Bologna. 

La banda della Uno bianca nasce il 19 giugno 1987 e muore nel novembre 1994. A parte Fabio Savi, i componenti erano tutti poliziotti: i suoi due fratelli Roberto e Alberto Savi, Marino Occhipinti, Pietro Gugliotta e Luca Vallicelli: "Criminali comuni, ma con coperture tali da renderli inafferrabili per tanti anni? Nessuna spiegazione risulta sufficiente per comprendere la sproporzione tra il sangue versato e il bottino ottenuto, tra banali rapine e crimini efferati apparentemente senza motivo, tra la lunghissima durata delle azioni della banda e le possibilità di individuarli prima". 

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