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Cronaca Reno

La nuova vita di Villa Serena: dalle serate a dormitorio

Una ristrutturazione finanziata con 1,1 milioni di fondi europei

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Un tempo luogo di feste e divertimento, villa Serena diventa sempre più un luogo dedicato al welfare e all'associazionismo. Oggi la struttura di via della Barca dà un tetto a 24 persone nell'ambito del piano freddo, funzione che ha già ricoperto negli anni scorsi. Ora però, dopo una ristrutturazione finanziata con 1,1 milioni di fondi europei, il sentiero è tracciato per farne anche altro, un 'contenitore' di servizi e di esperienze "aperto alla cittadinanza".

Oggi per celebrare la fine della ristutturazione c'è stata la visita del sindaco Matteo Lepore. villa Serena, dice il primo cittadino, "è una struttura comunale che verrà dedicata anzitutto ai cittadini della zona, perché faremo un percorso partecipato coi residenti del quartiere Borgo-Reno per definirne l'utilizzo".

Per quanto riguarda le persone senza fissa dimora (sono metà straniere e metà italiane quelle che dalla sera alla mattina popolano villa Serena), "abbiamo bisogno di ampliare i numeri del piano freddo: quest'anno- ricorda Lepore- abbiamo superato i 700 posti. Molte persone vengono raccolte in strada, altre si rivolgono ai nostri uffici. Per noi avere luoghi sempre più accoglienti ed inclusivi è molto importante". Con l'arrivo delle temperature sottozero, peraltro, i posti a disposizione sono vicini alla saturazione. "In questo momento i posti del piano freddo sono a pieno regime", informa l'assessore comunale al Welfare Luca Rizzo Nervo.

"Ma tutti i giorni abbiamo alcuni posti liberi, non siamo mai andati oltre capienza, a dimostrazione del fatto che è stato calibrato su una conoscenza diretta dei bisogni del territorio". Per la presidente del quartiere Elena Gaggioli villa Serena è "un angolo in cui è importante investire dal punto di vista sociale e credo sia importante farlo anche con questo nuovo approccio che mette insieme animazione del territorio e presidio sociale, con la capacità di condurre la fragilità in un contesto bello e positivo". Insomma, "non rinchiudiamo chi sta male ma lo mettiamo in comunicazione col contesto sociale".

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