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Confcooperative: 4.000 occupati in più in un quadriennio

"Nel pieno della più pesante crisi economica discreta crescita" così il presidente Maurizio Gardini

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BolognaToday

Quasi 4.000 occupati in più, con un incremento del 6% circa, poco meno di 50.000 nuovi soci (+14%), un fatturato sostanzialmente stabile sui 12.500 milioni di euro (a cui va aggiunta la raccolta delle Banche di Credito Cooperativo, pari ad oltre 13.000 milioni di euro). Confcooperative Emilia Romagna si presenta con questo consuntivo all'Assemblea quadriennale elettiva in programma il 16 marzo a Bologna. "Nel pieno della più pesante crisi economica che ricordiamo, sono stati quattro anni caratterizzati da una discreta crescita - sottolinea il presidente Maurizio Gardini - nell'ambito della quale assegniamo un particolare valore al dato occupazionale, che sottolinea chiaramente la capacità della cooperazione di far coincidere sviluppo economico e creazione di lavoro, con importanti ricadute sulla sicurezza e la coesione sociale. Si tratta di un risultato particolarmente soddisfacente alla luce della pesante crisi economica che in questo periodo ha colpito anche il nostro paese". "In questo contesto - prosegue Gardini - la scelta di tutelare l'occupazione è stata responsabilmente messa in atto dalle cooperative anche in presenza di una redditività calante. La cooperazione si conferma quindi una realtà anticiclica, che pur pagando il costo di una crisi generale, ha continuato a crescere anche in questa difficile stagione".

Dal presidente di Confcooperative Emilia Romagna giungono però note più preoccupate circa il futuro. "Il movimento cooperativo - dice Gardini - è riuscito a contenere i danni provocati dalla congiuntura negativa mondiale ed ha fatto ricorso in misura insignificante agli ammortizzatori sociali, ma ora non ci sono più margini di manovra in settori centrali per lo sviluppo cooperativo e ad alta densità di lavoro, perché proprio qui (e vale per la logistica, ma anche per il sociale) siamo alle prese con una competizione "drogata" da irregolarità del lavoro, forme di dumping contrattuale e gare al massimo ribasso che non di rado aprono le porte ad imprese e a forme di subappalto che mettono alle corde le realtà più rispettose di regole e lavoro".

"Oggi - prosegue Gardini - è allora quanto mai urgente un nuovo patto per lo sviluppo che possa tenere insieme crescita economica e sistema di protezione sociale, superando insostenibili ed impraticabili orientamenti alla reinternalizzazione o alla gestione diretta di alcuni servizi che diverse amministrazioni locali sognano per puntare, invece, su quella sussidiarietà che in tutti i settori (dal welfare all'edilizia residenziale sociale ai servizi pubblici locali) può evitare il rischio di risvegliarci con l'acqua alla gola". E mentre lancia nuovamente l'allarme per la difficile sostenibilità economica degli standard di accreditamento di alcuni servizi socio-sanitari "destinati - dice Gardini - a produrre esclusione e non universalità del welfare", per Confcooperative Emilia Romagna il tema della sussidiarietà appare centrale anche come guida per l'azione delle multiutilities.

"Queste imprese - sostiene Gardini - dovrebbero essere orientate ai principi di responsabilità sociale nei confronti del territorio anziché privilegiare la remunerazione del capitale investito, e rappresentano un modello anomalo con elementi che generalmente producono anche evidenti distorsioni: sono di fatto società di capitale quotate in borsa gestite in regime di monopolio". "Un mix - secondo il presidente di Confcooperative Emilia Romagna - che rischia di produrre speculazione e prezzi più alti per gli utenti (famiglie e imprese), mentre una valida alternativa al modello delle multiutilities potrebbe essere quello delle public utilities a partecipazione diffusa dei cittadini costituite in alcuni paesi occidentali".

E mentre lancia questi nuovi appelli e proposte al pubblico, Confcooperative si guarda anche dentro, puntando soprattutto all'integrazione fra i propri centri servizi territoriali, all'avvio di un nuovo sistema mutualistico (imperniato sulla nuova cooperativa regionale 'Vivere') che amplierà l'area di protezione sociale a favore delle famiglie, e la finanza di sistema, con nuovi accordi tra Fondosviluppo (il fondo nazionale in cui confluisce il 3% degli utili delle cooperative), Iccrea Banca e il Confidi cooperativo che sostiene le operazioni previste con le proprie garanzie. E su questo versante - osserva Gardini - dopo le consistenti risorse investite dalle Centrali Cooperative nella ricapitalizzazione di Cooperfidi, proprio il rafforzamento dei Consorzi Fidi e di altri strumenti finanziari a sostegno di grandi, piccole e medie imprese deve restare la principale priorità in termini di politiche e di risorse del bilancio regionale.

"La cooperazione - conclude Gardini - si trova oggi ad affrontare sfide importanti che impongono anche al mondo cooperativo un cambiamento culturale. Ecco quindi che l'Alleanza delle Cooperative Italiane, costituita per coordinare l'azione nei confronti del Governo, del Parlamento, delle istituzioni europee e delle parti sociali, rappresenta un'importante novità nella direzione della semplificazione del sistema, capace di dare più forza alle cooperative e, con esse, al Paese".

 

 

 

 

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