Venezia, mon amour! Narrar e sonar tra calli e campielli
L'attore Dario Turrini, come un Marco Polo alla corte del Kublai Khan, coinvolgerà il pubblico in un monologo entusiasmante che ripercorrerà tutta la storia di Venezia, città multiforme e unica che affascina da secoli i visitatori di tutto il mondo.
Il racconto procederà tra salti temporali e geografici, raccogliendo frammenti e immagini dai tratti metafisici: dal paesaggio lagunare a bordo di un Burcio Veneziano, fino al deserto tunisino e alle montagne italiane, in terraferma. Un intreccio di storie antiche e contemporanee che segue arabeschi di tappeti orientali ed è animata da strani personaggi: abusivi di terra e di mare, turisti di ogni parte del mondo, comitati antisfratti, beghine più agguerrite di vecchi parà.
Le parole e le immagini che Turrini metterà in scena sono solide come le basi che sorreggono i moli, decise come il carattere dei veneziani, ma al contempo leggere e conturbanti come le reti di ponti e canali della Venezia sospesa, quella che si staglia tra cielo e mare. Il linguaggio, sottile e irriverente del racconto, rispecchia a pieno il carattere della città-isola, dove tutto è attesa e sospensione e ogni cosa può riflettersi e perdersi nell’acqua lagunare. Le avventure vissute dai personaggi, narrate un po’ in lingua veneta e un po’ in italiano, sottintendono trame e significati complessi, spesso celati da toni che oscillano tra l’ironico e lo struggente. Il pubblico ascolterà e riconoscerà le visioni della città, ma allo stesso tempo interpreterà concetti sfuggenti, decodificherà passaggi repentini e tradurrà emozioni, con la costante sensazione di essere allo stesso tempo fuori e dentro al viaggio.
Lo spettacolo, inframezzato dalle musiche eseguite dalla flautista Simona Bonatti accompagnata dal pianista Matteo Matteuzzi, lascerà, infine, al pubblico un riso amaro, perché farà emergere le contraddizioni di una città-contenitore che per secoli è stata scenario di storie e personaggi indimenticabili, primo fra tutti Marco Polo. Al passato glorioso della Serenissima, un tempo proiettata verso il mondo si contrapporrà l’affollato presente della Venezia invasa dai turisti, calpestata da milioni di piedi in marcia verso piazza San Marco. Insieme alla voce narrante affonderemo tra i flash degli smartphone e il flusso instancabile di cappelli colorati e bandierine, vedremo scivolare orrendi souvenir sotto i piedi stanchi dei turisti e resteremo sospesi anche noi sul ciglio di una gondola, dove non ci resterà che attendere e ammirare la dignità e lo sforzo di chi continua ad amare e abitare la città più scomoda d’Italia.