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Domiciliari Ligresti, l'ex commissario Cancellieri riferisce in Senato: "Accuse infondate"

Audizione al Senato per il Guardasigilli per chiarire i suoi contatti con i familiari di Giulia Ligresti: "La mia carriera non è stata influenzata da rapporti personali, non esiterò a fare un passo indietro"

"Accuse assolutamente infondate che respingo con fermezza": così il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri aveva risposto alle domande su un suo presunto intervento a favore della scarcerazione di Giulia Ligresti, affetta da anoressia.

Alle 16 l'audizione in Senato, durata 18 minuti, poi il passaggio alla Camera, per chiarire la sua posizione e rispondere alle richieste di dimissioni arrivate da più parti: "E' vero non tutti i detenuti hanno possibilità di avere diretto contatto" con il ministro della giustizia e "nessuno più di me avverte questa disparità di condizioni... E' difficile essere vicino a tutti come si vorrebbe", e ha sottolineato che in ogni caso le segnalazioni possono arrivare in "qualunque modo", sia dal carcere sia dall'esterno, dal Dap o da familiari, associazioni e singoli parlamentari. "Spesso di queste segnalazioni - ha aggiunto - mi faccio carico personalmente in un colloquio quotidiano con l'amministrazione penitenziaria".

"Sono stata e sono amica di Antonino Ligresti (fratello del patron Salvatore - ndr), ma "in nessun modo la mia carriera è stata influenzata da rapporti personali" con questi o con altri. L'ex commissario a Bologna ha poi spiegato che il medico del carcere di Vercelli il 12 agosto aveva segnalato la gravità del caso di Giulia Ligresti e il 14 lo segnalò alla procura. "Le mie segnalazioni, invece, sono del 19, cinque giorni dopo... Ogni vita che si spegne in detenzione è una sconfitta per lo Stato e per il sistema carcerario. Io ne sento il peso e per questo ho dedicato parte rilevante mio impegno al problema carcere". Il ministro si è detta pronta a fare un passo indietro senza piena fiducia.

DAP. Il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria smentisce in modo categorico che ci siano stati favoritismi nel soggiorno in carcere e tantomeno nel trasferimento della signora Jonella Ligresti, che è stato disposto seguendo le normali procedure e dietro autorizzazione dell'Autorità Giudiziaria diversamente da quanto sostenuto dall'articolo di Repubblica". Lo afferma il Dap in una nota.

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