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Pnrr, Giuseppe Conte contro Meloni: "Se fosse stato per lei non lo avremmo avuto"

Il presidente del Movimento 5 Stelle al meeting organizzato dall'Osservatorio Ripartenza a Bologna. E sull'educazione affettiva in classe: "Irragionevole non volerla"

Un Giuseppe Conte a ruota libera contro la premier Giorgia Meloni e il suo partito, Fratelli d'Italia. Intervenuto in videocollegamento agli Stati Generali per la Ripartenza - organizzati dall'Osservatorio economico e sociale "Riparte l'Italia" a Bologna -, il leader del Movimento 5 Stelle ha parlato di crisi, disagi e necessità di mettere in campo nuove misure contro la disuguaglianza sociale. In primis attraverso i fondi europei del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr): "Quando si è votato il Pnrr in Europa, Fratelli d'Italia si è astenuto per cinque volte - è l'accusa mossa da Conte -, e questo significa che se fosse stato per loro questo progetto non sarebbe arrivato in Italia".

La priorità secondo Conte: mettere a terra i progetti per rilancio dell'Italia

Della crescita economica e sociale dell'Italia, uno dei Paesi europei su cui gli effetti della pandemia hanno gravato di più, molto passa dall'effettiva messa a terra dei progetti finanziati dal Pnrr. Ma le difficoltà degli enti in questo senso sono note. "La Corte dei Conti - continua il presidente del Movimento 5 Stelle - a giugno certificava che rispetto a 31 miliardi previsti per 26 progetti pilota solo 2,47 miliardi erano stati messi a terra. Su questo Fratelli d'Italia dice tutto e il contrario di tutto - ribadisce -: prima che i soldi sarebbero stati troppi, ora si vantano di aver preso una rata e aver aumentato di qualche miliardo il budget. "A noi conclude interessa che questo progetto di rilancio del Paese sia realizzato senza essere deturpato".

Violenza di genere: "È irragionevole non volere l'educazione affettiva in classe"

Conte si è anche soffermato sul tema della violenza di genere, e rilancia l'idea di introdurre nelle scuole di ogni ordine e grado delle ore di educazione sentimentale: "Dobbiamo accompagnare i nostri ragazzi in un percorso di maturazione affettiva oltre che intellettiva che lega insieme scuole e famiglie. Io ho un figlio di 16 anni in piena età adolescenziale - racconta - e la figlia della mia compagna ha anche lei 16 anni. Per i giovanissimi molto passa dagli smartphone e dai computer, pensare che oggi i genitori siano protagonisti assoluto del mondo educativo dei figli è un po' velleitario. Però - conclude -  un genitore che dice che non vuole che a scuola il figlio riceva educazione sessuale e sentimentale secondo me assume un atteggiamento irragionevole".
 

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