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PD, dimissioni Zingaretti, Merola: "Se qualcuno si stupirà, sarà il trionfo dell'ipocrisia"

L'annuncio, almeno da quanto si apprende, avrebbe spiazzato i dem. Merola: "Zingaretti ha un limite: la lealtà e la condivisione vera di responsabilità"

"Se qualcuno adesso si stupirà, sarà il trionfo dell'ipocrisia. La pazienza di una persona democratica come Nicola Zingaretti ha un limite: la lealtà e la condivisione vera di responsabilità". Così il sindaco Virginio Merola, sui social, ha commentato le dimissioni, sembra a sorpresa, del segretario del PD, Nicola Zingaretti.

"Se qualcuno pensa che sia una manovra per chiedere pieni poteri farebbe bene a riflettere - continua Merola su twitter - perché i troppo intelligenti si ritrovano stupidi. Chiedo siano chiamati tutti gli iscritti a votare, e non solo l’assemblea nazionale, per ribadire le ragioni del Pd voluto da Zingaretti". 

"Avanti non ti fermare! Siamo con te. Unità, unità, unità", ha twittato l'assessore alla cultura Matteo Lepore. 

"È un momento difficile e drammatico per il Paese. Per essere all'altezza, come democratici, della sfida che abbiamo di fronte abbiamo bisogno che Nicola Zingaretti resti alla guida del Partito democratico. Per il Pd questo deve essere il momento dell'unità e della coesione. Ritroviamo insieme la strada di un impegno comune, per l'Italia, a partire dal percorso, delineato anche nell'ultima direzione, che ci stava portando alla Assemblea nazionale del 13 e 14 marzo". Così Andrea De Maria, deputato e componente della Segreteria nazionale del Pd.

"Sono amareggiata dalle dimissioni di Nicola Zingaretti e mi auguro vivamente che l'Assemblea respinga la richiesta, restituendo al nostro segretario la forza che merita e la possibilità di portare avanti il suo mandato - ha scritto in una nota Emma Petitti, Presidente dell'Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna e componente della direzione nazionale PD - È il momento di parlare di temi e di futuro, e che la classe dirigente mostri unità e responsabilità. È appena nato un nuovo Governo, abbiamo la campagna vaccinale in corso, il Recovery plan. Le nostre diatribe interne dovremmo metterle da parte, concentrando gli sforzi sulle vere questioni che interessano il Paese e le persone. Altrimenti corriamo il rischio di apparire un Partito scollato dalla realtà e dai bisogni delle comunità.

Basta campagne d'odio pubbliche a suon di comunicati e post. Come PD dobbiamo parlare all'Italia e ai nostri territori dei temi veri: lavoro, sanità, burocrazia, ambiente. Le battaglie vanno portate avanti sui contenuti, discutiamo di identità, di chi vogliamo essere e dialoghiamo con i mondi oggi più in difficoltà. Nicola non arrenderti, andiamo avanti insieme".

Le dimissioni sui social

Un vero terremoto che ha lasciato spiazzato parecchi dem, almeno da quanto si apprende: "Lo stillicidio non finisce. Mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c’è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni - ha scritto Zingaretti sui social - sono stato eletto proprio due anni fa. Abbiamo salvato il Pd e ora ce l’ho messa tutta per spingere il gruppo dirigente verso una fase nuova. Ho chiesto franchezza, collaborazione e solidarietà per fare subito un congresso politico sull’Italia, le nostre idee, la nostra visione. Dovremmo discutere di come sostenere il Governo Draghi, una sfida positiva che la buona politica deve cogliere. Non è bastato. Anzi, mi ha colpito invece il rilancio di attacchi anche di chi in questi due anni ha condiviso tutte le scelte fondamentali che abbiamo compiuto. Non ci si ascolta più e si fanno le caricature delle posizioni. Ma il Pd non può rimanere fermo, impantanato per mesi a causa in una guerriglia quotidiana. Questo, sì, ucciderebbe il Pd.

Visto che il bersaglio sono io, per amore dell'Italia e del partito, non mi resta che fare l’ennesimo atto per sbloccare la situazione. Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità. Nelle prossime ore scriverò alla Presidente del partito per dimettermi formalmente. L’Assemblea Nazionale farà le scelte più opportune e utili.

Io ho fatto la mia parte, spero che ora il Pd torni a parlare dei problemi del Paese e a impegnarsi per risolverli. A tutte e tutti, militanti, iscritti ed elettori un immenso abbraccio e grazie. Ciao a tutte e tutti, a presto. Nicola"

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