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"Benvenuti in Romagna", anzi no. In Assemblea bocciato il cartello autostradale

Proposto dalla Lega, la maggioranza di centrosinistra che amministra la Regione ha detto no

La Lega voleva piazzare in A14, s'immagina un po' prima di Imola, un cartello per augurare "Benvenuti in Romagna". Ma la maggioranza di centrosinistra che amministra la Regione ha detto no.

Sul cartello proposto, che sarebbe stato chiesto ad Autostrade, si è discusso un bel po' questa mattina in Assemblea legislativa. Tra i propositi (da parte leghista) di promuovere ancora meglio il territorio romagnolo dal punto di vista turistico e i sospetti (del centrosinistra e del Movimento 5 stelle) di voler battere in qualche modo sul chiodo dell'autonomismo romagnolo, se non della vera a propria "secessione" dell'Emilia.

La dem riminese Nadia Rossi ricorda infatti, ad un certo punto del dibattito, anche la singolare pagina del referendum vagheggiato anni dal Carroccio romagnolo, mai decollato.

"Nella nostra regione- ha ricordato Daniele Marchetti della Lega- coesistono due identità territoriali distinte, Emilia e Romagna, per cui vogliamo rimarcare un confine culturale oltre che turistico. L'iniziativa non si discosta, inoltre, da altre già presenti in Emilia-Romagna. Nel piacentino esiste la segnaletica 'Benvenuti in Emilia'. Non è intenzione sconfinare in dibattiti più ampi ma rafforzare l'identità della Romagna".

Ma il Pd ha tirato su un muro. "La Regione Emilia-Romagna - hanno ricordato i dem - sta facendo promozione del territorio nel suo insieme per cui non vi è motivo per accettare la proposta", ha detto Rossi, seguita poi dalla compagna di partito (faentina) Manuela Rontini.

"Vogliamo garantire servizi di qualità ai nostri cittadini e alle nostre comunità. I cittadini non pensano ai cartelli, ma chiedono servizi in più". Anche per Silvia Piccinini dei 5 stelle: la proposta della Lega è "carica di significato divisivo. L'Emilia-Romagna è una cosa sola".

Il cartello, ha ribattuto allora la Lega, "ha un significato di identità e l'identità è ricchezza. Siamo una regione unita ma non possiamo non riconoscerne le specificità".

Al voto la risoluzione è stata comunque bocciata al voto, col centrosinistra sul 'no', e Marchetti non l'ha presa affatto bene. Era, afferma una "richiesta legittima, tanto che esiste il cartello 'Benvenuti in Emilia'.

Eppure, nonostante la banalità, apparentemente solo scontata, della nostra richiesta, che puntava esclusivamente a rilanciare il terriorio romagnolo riconoscendone l'identità la storia e la cultura, la maggioranza ha pensato di erigere delle barricate inconcepibili, figlie di un'ideologica che ancora una volta dà prova di non riconoscere e di voler screditare a tutti i costi qualsiasi tipo di proposta che provenga fuori dal loro 'cerchio magico'".

La volontà ostruzionistica della maggioranza, secondo Marchetti, "è stata forzata e paradossale da rasentare punte masochistiche, a tal punto che persino un consigliere del Pd si è smarcato dalla linea del proprio partito, votando a favore della nostra risoluzione" (Dire)

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