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Così Alice è tornata a camminare grazie a un macchinario speciale

È stata curata al Bellaria dove nasce il Bellaria Research Center. Il polo scientifico costerà quasi 4 milioni di euro e i lavori termineranno entro fine 2025

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Alice Leccioli, 22 anni, è in sedia a rotelle perchè “avuto una paralisi alla nascita”, ma grazie alle cure ricevute all'ospedale Bellaria è tornata a muovere qualche passo. Lo ha potuto fare grazie ad un esoscheletro, uno speciale macchinario che, con l'aiuto del papà che le è sempre accanto, le permette di camminare. "L'emozione che provo è di pura felicità - racconta la ragazza - perché in questo modo sono riuscita a stare in piedi e muovermi come tutti gli altri". 

Come Alice, tante persone che stanno affrontando lo stesso calvario potranno essere curate al Bellaria Reserach Center, polo di ricerca all'avanguardia che studia terapie ad hoc per le malattie neurologiche, che sono tra le prime cause di disabilità.

Il Bellaria Research Center

Il nuovo centro di ricerca nascerà dal cantiere inaugurato in mattinata al padiglione A dell'ospedale Bellaria. Avrà una superficie di 1.500 metri quadrati al piano terra della struttura, oggi in disuso, cui si aggiungono altri 500 metri quadrati di locali tecnici: saranno usati come laboratori e ambulatori adeguati al livello della ricerca dell'ospedale. In tutto al centro "lavoreranno 400 ricercatori", annunciano gli addetti ai lavori questa mattina, tra medici, infermieri, fisici, bioingegneri, informatici: tutti studieranno cure ad hoc per il singolo paziente grazie alla medicina traslazionale, tra ricerca e terapia. Se il progetto è stato lanciato per la prima volta a novembre, i lavori dentro all'ospedale sono cominciati poco dopo e si prevede che termineranno nel 2025.

La raccolta fondi: mancano ancora 700mila euro

 "Abbiamo lanciato pochi mesi fa l'idea, annunciando a novembre - spiega il presidente della Fondazione Ricerca Scienze Neurologiche Daniele Ravaglia - di voler partire con questo progetto straordinario, nonostante non abbiamo raccolto tutte le risorse. Ma siamo molto fiduciosi: il progetto accoglierà certamente le attenzioni degli imprenditori bolognesi, e non solo, oltre che di singoli cittadini, proprio perché mira ad evitare milioni di morti in tutto il mondo a causa di queste malattie devastanti, per chi è ammalato e per le famiglie: basta pensare all'Alzheimer. Queste patologie non sono solo curabili, ma anche prevedibili: dobbiamo impegnarci tutti, imprese e persone, affinché si trovino i fondi necessari".

 "L'investimento complessivo è di 3,7 milioni di euro – approfondisce il presidente della Fondazione -  di cui due milioni già accantonati e stanziati dalla Regione così come 500mila  euro dall'Ausl. Il resto dobbiamo trovarlo: in realtà sta a noi trovare per i primi i fondi, cui seguiranno quelli del sistema pubblico".  "Qui corriamo – assicura Ravaglia - : consegniamo oggi all'assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini, il progetto intero, per dimostrare che abbiamo già studiato tutti i particolari. Partiamo oggi con la posa della prima pietra, stiamo mettendo in campo gli impianti". In particolare, la Fondazione ha raccolto 300mila euro, che ha utilizzato per realizzare i progetti della nuova struttura, e dunque ne cerca ancora 700mila, da collezionare anche tramite la campagna 'Fai un centro per la ricerca'.

"Sappiamo che a Bologna e non solo gli imprenditori vogliono ottenere risultati non soltanto per gli azionisti, ma per le comunità nelle quali operano – è l’appello di Ravaglia - . È un concetto di responsabilità che è passato, anche in città ci sono molti imprenditori attenti e non ho dubbi che ci daranno una mano".  

Le istituzioni

"Il centro che nasce oggi ha un valore rilevante per la sanità del nostro territorio e di questo ringrazio la Fondazione", conferma l’assessore alla sanità, Raffaele Donini, mentre il direttore generale dell'Ausl, Paolo Bordon, sottolinea come  "al termine del percorso, avremo una struttura che si integrerà con i servizi di assistenza territoriale in modo da avvicinare ricerca e cura dei pazienti, migliorando la loro qualità della vita". Raffaele Lodi, direttore scientifico dell'Istituto delle scienze neurologiche, puntualizza che il Centro servirà città e regione; per questo, "avrà bisogno di tutto il sostegno possibile da parte dei cittadini e delle imprese".

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