La ristorazione non professionale viene preferita alla formazione
Ci risiamo. Ogni anno la stessa litania "non si trova personale qualificato" o meglio "non possiamo lavorare perchè non c'è personale". Ristoratori, proprietari di bar, di stabilimenti, personale di hotel: tutti contro i lavoratori fannulloni che non vogliono lavorare e preferiscono campare col reddito di cittadinanza. Ma c'è anche un altro lato della medaglia da valutare: quella di chi invece investe, di chi vuole fare impresa, di chi vuole lavorare e ci crede ma che per la burocrazia regionale e italiana poi si ritrova a non crederci più ed anzi a sottostare alle regole di un mercato marcio. Chi come me questo lavoro lo fa per passione, investe in formazione: mi sono così trovata ad iscrivermi ad un corso CSAB per la somministrazione di alimenti e bevande. Pagando di tasca mia. 100h spalmate su tre mesi di corso, al pomeriggio, orario 14-18. Un corso che ho iniziato per ottenere il requisito di legge per l'avvio della mi attività di bar che purtroppo non vedrà la luce nell'immediato. Ho iniziato così ad inviare cv e fortunatamente a 37anni ancora ricevo chiamate da locali che credono nella mia professionalità. Ora mi trovo invece al bivio: continuare un corso pagato di tasca propria con risparmi personali oppure cedere la quota di 600€ che non verrà restituita perchè il contratto firmato non lo prevede? Nel 2023 la Regione Emilia Romagna non prevede che tali corsi possano continuare in via telematica mettendo così un professionista del settore ristorativo davanti la scelta: restare disoccupato e finire un corso oppure accettare un contratto a tempo indeterminato (cosa non rara, rarissima!) con buona pace del corso CSAB. La ristorazione ha bisogno di politiche di formazione che si integrino con il mercato del lavoro e non che pongano i candidati davanti a scelte poco dignitose. Oggi con i controlli vediamo come non ci sia personale formato, non vengano compilati documenti di rischio nelle imprese ristorative e noi cosa facciamo, in silenzio agevoliamo questo fenomeno? Grazie Emilia Romagna per avermi fatto smettere di credere che fornire un servizio adeguato ai turisti che vengono a visitare le nostre città passasse anche dal lavorare con persone competenti e formate.