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Martedì, 30 Aprile 2024
Società

La sinfonica del comunale al PalaDozza: "Pandemia aiuti a migliorare la concezione spettacolo dal vivo e pubblico"

Modello da seguire anche per altre realtà culturali. E' quanto propone l'assessore regionale alla Cultura Felicori, in considerazione degli spazi limitati dei teatri e delle necessità di distanziamento

La Regione Emilia-Romagna promuove la sinfonica del Teatro comunale di Bologna al PalaDozza. E rilancia questo esperimento come modello da seguire in futuro anche per altre realta' culturali. A dirlo e' l'assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori, rispondendo oggi in Assemblea legislativa all'interrogazione della consigliera Stefania Bondavalli (lista Bonaccini)

 "Lunedi' ha ripreso la stagione sinfonica del Teatro comunale al PalaDozza- sottolinea Felicori- io sono andato, perchè ero curioso di vedere se la configurazione del PalaDozza con 1.100 posti disponibili, pur con una gestione molto prudente, permetteva condizioni di qualita' sia per l'acustica sia per i servizi. E in effetti, pur senza amplificazione, il risultato e' stato molto gradevole dal punto di vista acustico ed estetico".

Teatri con posti insufficienti e limitazione covid? Trovare nuove opzioni

Felicori lancia quindi il sasso. "Penso che questo debba essere materia di riflessione- sostiene l'assessore- perche' gli spazi nei teatri storici gia' nel periodo normale hanno mostrato limiti, perche' soprattutto per l'opera la domanda e' superiore ai posti disponibili. Quell'eccesso di domanda rispetto all'offerta, con le limitazione covid, diventa clamorosa". Per questo, suggerisce Felicori, "dovremo approfittare dell'epidemia per un salto in avanti nella concezione tra spettacolo dal vivo e pubblico, se vogliamo evitare che la spesa culturale finisca per premiare solo un'elite sociale, ponendosi invece il problema dell'accesso alla cultura per tutta la cittadinanza, anche quella piu' svantaggiata".

I teatri di tradizione non hanno aspettato il covid per lo streaming

L'assessore solleva anche il tema di un aumento delle risorse a favore dei teatri di tradizione dell'Emilia-Romagna. L'attuale finanziamento di 900.000 euro "non e' giusto- dice Felicori- chiaramente non e' intelligente parlarne nel bilancio dell'anno prossimo, perche' ci sono urgenze sanitarie da affrontare. Ma penso che per i teatri di tradizione dovremo fare ogni sforzo per sostenerli di piu', chiedendo che questi soldi servano anche a integrare di piu' il sistema regionale, sul modello del Festival Verdi, potenziando le realta' produttive dell'Emilia-Romagna". Ad oggi, spiega Felicori, "tutti i teatri hanno ripreso la programmazione dell'attivita' 2020" e "per il secondo anno proponiamo nove opere realizzate in regione trasmesse in tutto il mondo. I teatri di tradizione sono stati intelligenti- plaude l'assessore- non hanno aspettato il covid per lo streaming". 
Ad oggi in platea "un posto su due e' praticabile", aggiunge Felicori, e questo "ci fa guardare con un po' di soddisfazione" alla ripartenza anche dei teatri. Resta il problema della mascherina, che va tenuta per tutta la durata dello spettacolo. "Al chiuso e' un elemento di disagio- ammette l'assessore- soprattutto con le opere liriche, che durano anche tre o quattro ore. Gia' le persone oggi non vanno al chiuso volentieri, in piu' la mascherina e' un aspetto problematico". Un obbligo che pero' "naturalmente comprendiamo", aggiunge Felicori.

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