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Salute

Primo sole, tanti rischi per la pelle: l'esperto svela buone e cattive pratiche

La dermatologa Anna Lanzoni fa una premessa importante: "Il sole non è velenoso, anzi. Bisogna riuscire a goderselo. I rischi ci sono, ma con qualche accortezza evitiamo problemi a lungo e breve termine"

L'estate è arrivata: prime giornate in spiaggia, pomeriggi in piscina e tanta voglia di abbronzarsi per avere un aspetto più gradevole e scoprirsi più volentieri. Ma i rischi sono dietro l'angolo e per conquistare un bel colorito evitando imprevisti fastidiosi o danni alla pelle a lungo termine, è bene rispettare alcune regole e conoscere alcuni fattori che influenzano il comportamento della nostra pelle quando viene esposta ai raggi solari. 

La nostra "bussola" è la dottoressa Anna Lanzoni dirigente medico dell'Unità Operativa dell'Ausl di dermatologia di Bologna e responsabile dell'ambulatorio dell'Ospedale Bellaria, alla quale abbiamo rivolto una serie di domande per toglierci ogni dubbio e comprendere il perchè e il come di quello che è sì e di quello che è no. 

Con l'arrivo dell'estate le prime esposizioni solari: quali accortezze per non incappare in fastidi e problemi anche gravi?

"Il sole non è velenoso, anzi. Bisogna riuscire a goderselo: voglio partire da questa premessa. Oggi l'abbronzatura (diversamente da altri periodi storici) è simbolo di benessere e visto che questo è proprio il momento delle prime esposizioni ai raggi del sole è indispensabile parlare chiaramente di ciò che fa bene e di ciò che fa male. Intanto diciamo che è sbagliato pensare che per abbronzarsi sia indispensabile passare dal rossore tipico delle prime esposizioni. Non è un passaggio obbligato, ma solo un inconveniente che sarebbe bene evitare. Per evitarlo sottoporsi ai raggi solari gradualmente ed evitare le ore centrali della giornata (dalle 12 alle 15, anche in base alla stagione in corso) perchè in queste ore ci esporremmo ai raggi ultravioletti di tipo B (diversi per lunghezza d'onda da quelli di tipo A, che sono quelli delle lampade dei centri estetici per intenderci) che penetrano più profondamente nella pelle arrivando persino a modificare il DNA, il patrimonio genetico. 

Altra cosa importante: non è che più stiamo al sole e più ci abbronziamo. Il grado della tintarella dipende dalla nostra pelle. Non esistono creme abbronzanti, non lasciamoci ingannare da messaggi che fanno business, ma che poi non servono a nulla se non in qualche modo a metterci la coscienza a posto. Le creme solari hanno lo scopo di proteggersi dalle scottature, ma non sono degli scafandri e hanno una durata che bisogna sempre considerare: usate schermi alti e rimettete sempre la creama dopo il bagno e comunque dopo qualche ora. Non ci siamo messi al riparo con la crema, meglio la maglietta. 

A proposito di creme solari: come scegliere quella giusta?

Quelle più sicure sono ovviamente quelle che vanno dal fattore di protezione 50 in su. Non importa se si acquistano in farmacia o in erboristeria, magari in profumeria: quel che conta è il livello di performance. Non importa neppure di che tipo siamo, anche se posso dire che quelle 'classiche' bianche e molto dense vanno benissimo. 

Quali sono gli errori più frequenti e quali le conseguenze di esposizioni poco sicure?

Stare al sole troppo a lungo e nelle ore centrali della giornata pensando che la crema sia uno scudo. Una cosa che non tutti sanno è che bisogna evitare l'esposizione ai raggi solari se si hanno addosso sotanze fotosenibilizzanti come il profumo, ma anche prodotti che servono da repellente o post punture di insetto. Tintarella sconsigliata anche a chi prende antibiotici o particolari medicine: anche in questo caso possono verificarsi più facilmente reazioni poco piacevoli e scotatture. 

Chi è più a rischio?

Ogni carnagione ha la sua tendenza, anche se le pelli chiare naturalmente sono più esposte al rischio scotattura. Ogni tipo di pelle ha una riserva di colore e ci scottiamo di solito il secondo o il terzo giorno perchè i nostri melanociti sono costretti a 'buttarlo fuori' tutto come protezione non riuscendo poi a produrlo così in fretta e necessitando di un po' di tempo. Sono a rischio anche le persone che assumono certi tipi di farmaci o che sono in gravidanza. I rischi di una cattiva esposizione sono per tutti sia immediati che a lungo termine: subito scottature e irritazioni, a lungo termine rughe, calo dell'elasticità della pelle e macchie, oltre che ovviamente problemi più gravi come i tumori della pelle. 
 
Cosa fare con i nei? Quali sono le zone più delicate del corpo e come vanno protette? 

In realtà non esistono parti cutanee più delicate di altre. Semplicemente la loro "sistemazione" (decolletè, spalle, schiena, punta del naso...) è esposta a raggi più diretti e per più tempo. Per quanto riguarda i nei, non dobbiamo proteggerli più di tutto il resto della nostra pelle. Massima attenzione su tutto il corpo. Non stick, no cerotti, ma una bella protezione 50 ovunque: sappiate inoltre che anche i nei si abbronzano e quindi sanno già (in parte) difendersi dai raggi. Come regola generale dobbiamo dare alla pelle più tempo per reagire all'esposizione e potersi diferndere: spesso abbiamo 7/15 giorni di ferie e vogliamo sfruttarli al meglio in termini di tintarella, senza considerarare che il nostro corpo dopo il primo sole ha bisogno di riprodurre quelle sostanze difensive di cui ha bisogno. Siate prudenti dunque soprattutto in questi rimi giorni. 
 
Macchie scure sul viso che tornano di anno in anno (molte donne lamentano l'effetto così detto 'baffo'): cosa sono e come si possono curare?

Ci sono tipi diversi di macchie, di differente colorazione e alcune dipendono anche dall'età. Rispetto a quelle nerastre (come l'effetto 'baffo' di cui si è parlato) sappiamo per certo che sono ormone-dipendente, ovvero che dipendono appunto da sbalzi ormonali e spesso compaiono nel periodo della gravidanza. Per evitarle consiglio cosmetici con fattore di protezione alto come ciprie, creme colorate e fondotinta. 
 
Leggende metropolitane da sfatare sulla pelle o unguenti 'casalinghi' che fanno più male che bene?

Quelle misture 'abbronzanti' fai da te di cui ogni tanto si parla e che qualcuno crede possano favorire l'abbronzatura in realtà irritano la pelle arrossandola. In alcuni casi c'è un fondo di verità sulla loro efficacia (per esempio sulle sostanze schiarenti come il succo di limone), ma meglio evitare. 
 
Parliamo di cose serie: melanomi e tumori della pelle. Come auto-monitorarsi e ogni quanto è consigliato fare una visita dal dermatologo? Quali esami fare? 

Importantissima l'auto-osservazione, che va insegnata e guidata da un medico (può essere il medico di base oppure il nostro dermatologo) e che ci aiuta a comprendere quando siamo realmente in una situazione di rischio. Con una buona educazione in questo senso non occorre fare visite continue, ma rivolgersi allo specialista solo in caso di dubbi reali. Attenzione a campanelli d'allarme come noduli, croste e squame, che possono nascondere qualcosa di serio. 
 
 

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