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Domenica, 28 Aprile 2024
L'intervista

Estate. Punture di insetti e altri pericoli, consigli preziosi per viaggiare informati

INTERVISTA | Resi, direttore dell'unità operativa prevenzione, sorveglianza e controllo malattie infettive dell'Ausl spiega le possibili criticità nell'entrare in contatto con alcuni animali facendo chiarezza pure sull'importanza del rispetto e della conoscenza della natura anche a tutela della nostra salute

Uomo e natura: un equilibrio precario e spesso facile da mettere a repentaglio. L'estate, oltre ad essere la stagione delle vacanze per eccellenza, è anche il periodo di tempo dove flora e fauna sono più presenti nella vita di ognuno di noi. Un caso di cronaca di lunedì 7 agosto 2023 ha visto un uomo di 83 anni perdere i sensi e sbandare con l'auto dopo essere stato punto da una vespa. Criticità non isolate. Mentre nella giornata di ieri 11 agosto 2023 è stato confermato un caso di Dengue nella zona Savena a Bologna, dove fino al 14 agosto saranno in corso procedure di disinfestazione diurna e notturna. 

Due episodi di cronaca che hanno coinvolto e tirato in causa il rapporto proprio tra salute e rispetto degli habitat naturali, nonché di prevenzione e giusta informazione su quelli che sono i maggiori rischi che derivano da certi tipi di insetti, soprattutto nella stagione estiva. BolognaToday ha interpellato il direttore dell'unità operativa prevenzione, sorveglianza e controllo malattie infettive dell'Azienda USL di Bologna Davide Resi, cercando di fare un po' di chiarezza sul tema. 

Direttore, anche alla luce dei casi di cronaca , quanto possono essere pericolose le punture di insetti e che rischi ci sono per la nostra salute?

"In generale gli imenotteri (api da miele, vespe, bombi e calabroni) pungono per difesa, non sono insetti avvezzi all'attacco. Ognuna di queste specie ha un pungiglione con un dotto all'interno collegato a una ghiandola velenifera che resta alla base del pungiglione. Una volta punta la preda, iniettano quello che noi chiamano 'veleno', ma che di base è un concentrato di proteine: il nostro corpo le giudica come estranee e quindi innesta la reazione di protezione provocando il tipico bruciore. Tutte le quattro specie di imenotteri pungono, ma è molto più frequente la puntura dell'ape rispetto a quella di calabrone, vespa o bombo in quanto questa prima specie è nettamente più piccola rispetto alle altre e più difficile da vedere. Per cui capita che per errore quando ci si siede su un lettino da bagno o si prende un frutto da un albero l'ape che casualmente si trova lì punge per difendersi. Ma sono casi rari. 

L'ape resta comunque la specie della famiglia degli imenotteri più fastidiosa per l'uomo: nonostante - come si sa già - una volta che punge questa muore, la ghiandola attaccata al pungiglione continua a rilasciare il veleno nel corpo. Ma non solo, la ghiandola rilascia anche un particolare feromone che avverte della minaccia a tutte le api vicine. Quindi è particolarmente importante dopo la puntura allontanarsi immediatamente dalla zona perché una sola potrebbe provocare lo sciame. Di conseguenza, è opportuno anche rimuovere il pungiglione afferrandolo non dalla ghiandola in alto, ma dalla base, nel punto in cui entra all'interno della pelle. Il 'marchiare' la propria minaccia è un comportamento tipico delle api da miele e della loro tendenza a stare in gruppo, che non si ritrova nelle punture di vespa o di calabrone: queste specie infatti non muoiono dopo la puntura".

Che conseguenze hanno le punture? Quando si possono rivelare fatale? 

"Come per tutte le sostanze proteiche e le sostanze chimiche che si introducono nel corpo, Dio solo sa cosa può succedere: se si sa di essere allergici alle punture di imenotteri è probabile che compaia una reazione anafilattica. Il punto è che questa può spaziare da un banale gonfiore locale a conseguenze molto più estreme come la morte. Ovviamente quest'ultimo caso è estremamente raro e soggetto a particolari condizioni: che tipo di imenottero ti ha punto (sappiamo che i calabroni - ad esempio - hanno punture più potenti delle api), per quanto tempo, per quante volte, dove. Per non parlare di condizioni patologiche pregresse che possono favorire in negativo la reazione allergica. Insomma, nella maggior parte dei casi non c'è preoccupazione, soprattutto per un essere vivente che per via dei cambiamenti climatici sta gradualmente sparendo. È molto difficile avere dati sui morti da shock anafilattico da questo tipo di punture, ma all'anno in Italia sono pochissimi". 

Sempre restando in tema insetti, c'è questa credenza culturale che vede lo squalo come animale più pericoloso di tutti, quando in realtà i dati imputano le maggiori cause di morte alle zanzare, che di per sé è un insetto piccolo e innocuo: che rischi portano per noi?

"È un argomento molto interessante, in quanto la zanzara non è direttamente responsabile delle morti, semmai l'agente patogeno o il virus che trasmette. Quindi rappresenta più un veicolo di minacce che minaccia in sé. In Emilia-Romagna come in ogni altra regione esiste un piano di contrasto per le 'arbovirosi', cioè le infezioni da virus trasmesse dagli artropodi, un tipo di animali invertebrati nel quale rientrano anche le zanzare. Il primo piano è stato deliberato dopo l'epidemia di chikungunya che ci fu in provincia di Ravenna nel 2007 dove furono registrati oltre 200 casi e ha lo scopo di contrastare l'avanzare di malattie trasmesse da insetti come le zanzare: parliamo della malattia Dengue, della febbre gialla e della malaria.

Tutte queste malattie sono trasmesse dalla zanzara comunemente chiamata 'tigre' e che vive nelle nostre abitazioni ogni giorno. Oggi come anche negli anni precedenti - salvo qualche incidente - non si registrano casi di malattie trasmesse da queste punture. Questo rende effettivo il piano per la prevenzione della trasmissione, che tra le altre cose impone ai comuni di dotarsi di ordinanze specifiche per il contrasto alla proliferazione delle zanzare, in cui dicono ai cittadini come contenerne gli sciami e garantire buona convivenza e buon equilibrio. Questo è un po' l'effetto che una giusta informazione può fare.

Del resto i maggiori consigli per evitare le punture - che comunque malattie a parte (di cui ripetiamo, c'è un rischio quasi pari a zero) sono fastidiose per il prurito - restano quelli di evitare i ristagno d'acqua e utilizzare i trattamenti larvicidi. Il miglior modo infatti per avere meno zanzare è agire prima che si sviluppino le larve e diventino aduli, agendo prima del periodo estivo: i trattamenti che si utilizzano per le larve e utili al contrasto alla riproduzione sulle zanzare adulte non hanno nessun effetto. L'Emilia Romagna partecipa all'informazione attraverso un sito nel quale è presente tutto quello che un essere umano deve sapere sulle zanzare: si chiama zanzaratigreonline.it ed è fatto molto bene".

Agosto, mese di vacanze: che consigli si sente di dare sui pericoli provenienti da animali di alcune zone di montagna o di mare? Mi riferisco a meduse o vipere, ad esempio. 

"Diciamo che il 99 per cento delle mete turistiche del nostro paese è sicuro, sicuramente anche per l'intervento dell'uomo. Parlando di serpenti e di montagna, l'unico serpente velenoso in Italia resta la vipera (di cui ce ne sono cinque specie). Anche qui: quanti sono i morti in Italia per un morso di vipera? Saranno uno all'anno, pochissimi, e quasi sempre si tratta di soggetti con altre patologie o persone morse mentre si trovavano da sole o lontanissime da strutture sanitarie. Il morso di vipera se trattato in pronto soccorso infatti è difficile che sia fatale. Parlando del resto del mondo, il serpente è sì invece una minaccia e causa di circa 600mila morti all'anno. Ma qui in Italia e - più in generale - in Europa, i rischi sono bassi. 

Parlando invece di mare, anche le morti da veleno di meduse sono pochissime, se non inesistenti nel nostro paese. Anche in quest'altro caso i paesi fuori dall'Europa hanno dati più spiacevoli: in Oceania una sessantina di persone l'anno muoio per la puntura di Chironex fleckeri, una medusa velenosissima che qui nel Mediterraneo non si trova. Diciamo che nei nostri mari la più pericolosa resta la cubo-medusa mediterranea, una specie notturna e molto urticante, ma sicuramente non fatale. C'è il sito dell'Arpae che per farsi una cultura sulla fauna marittima è molto utile, soprattutto per le precauzioni da prendere anche in seguito a una puntura di medusa: il consiglio principale resta quello di evitare acidi come disinfettanti, alcol o aceto che non fanno altro che accentuare le punture e utilizzare o l'acqua di mare o dell'acqua calda. Quest'ultima resta molto utile in quanto spegne le tossine dei tentacoli urticanti". 

Parlando sempre di altri paesi, a chi invece sceglie posti esotici come meta, quali sono i consigli da seguire per viaggiare sicuri sotto il profilo sanitario?

"Tutte le aziende sanitarie nazionali devono fornire informazioni ai viaggiatori. È un servizio essenziale e serve per prevenire i rischi legati al viaggio, che già di per sé sono spesso molto bassi, ma che esistono. Ovviamente l'Asl si occupa dei rischi infettivi e sottolinea anche quelli che si possono eliminare sin da subito attraverso le vaccinazioni. È sempre consigliabile almeno un mese prima della partenza valutare la propria situazione vaccinale e poi eventualmente sottoporsi quelli necessari al viaggio. La prestazione che l'Asl offre si chiama 'consulenza viaggiatori' e si può prenotare al Cup senza bisogno di prescrizione medica. Altro sito importante è quello del ministero degli Interni viaggairesicuri.it, che fornisce oltre a informazioni sanitarie anche informazioni di sicurezza per guerre o scioperi o terrorismo. Sul sito ministeriale tra le altre cose ci si può anche registrare il viaggio, dando direttamente alla Farnesina l'informazione che in quel periodo di tempo la persona si troverà in quel determinato Stato

La cosa principale se si viaggia fuori dall'Europa è farsi una assicurazione sanitaria, in modo da poter coprire eventuali costi di prestazioni mediche in altri stati. Se invece si resta nella Comunità europea è comunque importante portarsi sempre dietro la tessera sanitaria in quanto lasciapassare per le prestazioni sanitarie d'emergenza (quelle al pronto soccorso, per intenderci). Sul sito dell'Asl di Bologna ci sono anche altre informazioni per quanto riguarda ad esempio i farmaci da portarsi con sé, i documenti e il contatto con piante e animali come i cani randagi". 

Si riferisce alla malattia della rabbia?
"Esatto. Cani e pipistrelli in certi paesi sono ancora portatori di questo virus che fa parecchie morti all'anno. La prima prevenzione per la malattia è evitare di entrare in contatto con gli animali selvatici nei paesi a rischio. Anche per chi si porta il cane in quei posti è obbligatorio che questo faccia una consulenza, ottenga il passaporto e si sottoponga al vaccino per evitare di importare il virus. Da almeno 15 anni - per fortuna - l'Italia è un paese senza rischio di rabbia negli animali selvatici. Per cui anche se inavvertitamente un cane ti graffia o morde per strada, il rischio di contrarre il virus è zero. Questo è frutto di grandi azioni di prevenzione già in atto dagli anni '50 e che hanno portato a questo risultato. Non si può dire purtroppo lo stesso per certe altre zone del mondo. Per questo se si è morsi in altri paesi da animali randagi, la prima cosa da fare è andare da un medico. 

Oltre a quello per i cani, esiste anche il vaccino per gli esseri umani, ma lo si fa solo quando è presente un rischio importante. È il caso, ad esempio, dei medici veterinari che fanno le campagne vaccinali all'estero. L'Asl di Bologna ha due volontari che vanno in giro per il mondo a vaccinare cani contro la rabbia. La rabbia è stata sconfitta non perché abbiamo vaccinato gli uomini, ma perché abbiamo vaccinato i cani e le volpi.

Da un po' di tempo nel nostro paese è diventato centrale il tema dell'abbattimento degli orsi. Lasciando le opinioni personali da parte, non trova che ci sia bisogno di rieducare la popolazione sul rapporto uomo-natura e sul suo equilibrio?

"Trovo che il tema della wellness, lo 'star bene' dell'uomo, dipenda da molti fattori, uno su tutti l'ambiente in cui vive. L'ambiente in cui viviamo - e questo dobbiamo accettarlo - è popolato anche da altri esseri viventi. Il rispetto è fondamentale e il rispetto nasce solo da una cosa: la conoscenza. Per cui ogni volta che ci si accinge a fare un viaggio, una nuova esperienza, bisogna che sia preceduta da una conoscenza. Questo non significa 'spoilerarsi' il viaggio, quanto semmai essere consapevoli del nuovo contesto culturale in cui si andrà.

La conoscenza parte dal cibo, dagli ambienti, dalle tradizioni. Solo da lì ne nasce rispetto. Attenzione ovviamente, rispettare un luogo non significa fare esattamente tutto quello che si fa in quel luogo: è un classico che le persone mi chiedano se devo emulare certi comportamenti in posti che non conosco, ma è sconsigliato anche per ragioni di salute. La cosa che chiedo è di studiare e di informarsi, di chiedere a persone che sono già state in quel posto, di leggere libri di esperienze di altri viaggiatori. Si sa che se ci si trova davanti a una scimmia con diamanti e gioielli questa probabilmente ce li ruberà o ci giocherà: sono animali curiosi. Il punto resta che se ti informi prima sulla curiosità della scimmia, eviti quel giorno di indossare pietre preziose che potresti non rivedere più. Servono rispetto e conoscenza".

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