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Domenica, 28 Aprile 2024

2 Agosto, l’avvocato dei parenti delle vittime: “Bellini parlerà? Ci faremo trovare pronti” | VIDEO

Andrea Speranzoni, in un incontro con il giornalista Paolo Morando, ha parlato anche delle circostanze in cui è nata la scoperta del coinvolgimento di Bellini

Negli ultimi due anni la Strage di Bologna del 2 Agosto è tornata fortemente a occupare le pagine di siti e giornali. Complici le sentenze del processo ai mandanti e quello a Bellini: proprio quest’ultimo è nato su impulso di una ricerca di Andrea Speranzoni, avvocato dei parenti delle vittime. Intervenuto in un incontro in Salaborsa con Paolo Morando, giornalista autore del libro dall’evocativo titolo “La Strage di Bologna”, Speranzoni ha raccontato le circostanze in cui è nata la scoperta del coinvolgimento di Bellini, accertato da una sentenza di secondo grado. “Alcuni uomini dello Stato – racconta l’avvocato – avevano messo in piedi una strategia utilizzando gruppi terroristici anche di segno opposto. I Nar, capeggiati da Fioravanti e Cavallini, così come Ordine Nuovo in Veneto, sono il terreno di coltura della strage del 2 Agosto. Tutto questo mette in gioco il tema del potere: uomini di Stato, dei Servizi di sicurezza e della P2 hanno saputo prima di tutti del progetto di strage e non lo hanno fermato. Questo deve farci porre una domanda su come il potere, all’interno di una democrazia, può essere utilizzato, e come un calcolo di vittime possa essere utilizzato per un disegno più grande. In questo contesto emerge la figura dell’imputato Paolo Bellini, una figura già nota alla giustizia per degli omicidi di ‘ndrangheta commessi negli anni 90, per un omicidio del 1975 e per la trattativa Stato-mafia degli anni Novanta".

Poi la scoperta: "Fino al febbraio 2019 - continua Speranzoni - quando chi vi parla ha trovato del materiale e del quale parleremo. Cercavamo materiale della sala d’aspetto della stazione che è saltata in aria. Cercando, abbiamo trovato alcuni filmati in Super 8, ed è saltato fuori dei documenti digitalizzati, tra i quali un filmato girato dieci minuti prima dello scoppio sul binario 1 e girato da un oculista tedesco. Nel girato appare un volto che io avevo già visto: quello di Paolo Bellini. Comparando le immagini del suo documento di identità brasiliano falso e l’immagine che mi appariva davanti, capii che era la stessa persona. In seguito alle indagini, e grazie a questa immagine, il suo alibi per quella giornata crollò”.

“L’aiuto di Speranzoni – ha detto invece Morando – è stato fondamentale per la storia giudiziaria e per il mio libro. Parte delle motivazioni che si trovano nel processo a Bellini sono abbastanza chiare. Per lui siamo al secondo grado, e come la sentenza di primo grado del processo ai mandanti va in una direzione univoca. Non mi sorprenderei se però qualcosa ancora spuntasse fuori, e per questo bisogna continuare a cercare la verità”.

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