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Cronaca Viale Antonio Aldini

Omicidio Caramazza: microspie, biglietti anonimi e tensioni

Si ingarbuglia il quadro intorno alla tragedia di viale Aldini. La vittima sarebbe stata spiata da qualcuno: ipotizzato il coinvolgimento dei parenti. Il fidanzato avrebbe richiesto una diffida da presentare al giudice con cui ai parenti fosse vietato frequentarla

Si ingarbuglia il quadro intorno alla tragedica morte di Silvia Caramazza, trovata cadavere la scorsa settimana, nascosta nel freezer del suo appartamento in viale Aldini. Unico indiziato per omicidio, al momento, è il fidanzato della 39enne, Giulio Caria: arrestato nel weekend e ora in carcere, a Sassari. Qui infatti Caria è stato trovato dai poliziotti, dopo che si era reso irreperibile, inseguito al rinvenimento del cadavere della compagna. Domani, probabilmente, per Caria sarà una giornata decisiva: il Gip di Sassari potrebbe infatti convalidarne il fermo.Il suo legale, l'avvocato bolognese Gennaro Lupo, oggi volerà in Sardegna per parlare con il suo assistito.

MICROSPIE, BIGLIETTINI E ACREDINI. Proseguono gli accertamenti nell'appartamento di viale Aldini, al vaglio ogni elemento ogni dettaglio, che inchiodi l'assassino di Silvia alle sue responsabilità. Intanto nel corso dell'indagine emergono dettagli inquietanti. Come riporta Ansa, Silvia a maggio aveva trovato due microspie nel suo appartamento, che divideva con il compagno Giulio. La donna aveva denunciato ai carabinieri lo strano ritrovamento.
Pochi giorni dopo un biglietto era stato lasciato sotto la porta di casa: in italiano stentato chi scriveva diceva di aver agito per conto dei parenti di Silvia. Caria due giorni prima aveva già contattato il suo legale per raccontargli la vicenda. L'11 giugno era invece andato dall'avvocato chiedendogli, anche a nome della compagna, di preparare una diffida da presentare al giudice con cui ai parenti fosse vietato frequentarla. Al legale aveva infatti detto di sospettate che a piazzare l'attrezzatura fossero stati i parenti della ragazza, che lo vedevano di cattivo occhio. Silvia Caramazza è stata vista viva per l'ultima volta però solo quattro giorni prima, il 7 giugno. Quel giorno, tra l'altro, chiamò alle 12.30 lo studio dell'avvocato, ma il legale era fuori. "Chiamerò più tardi" disse la giovane alla segretaria, poi però, più nulla.

Giallo in viale Aldini: ritrovato cadavere congelato

STRANI SMS E LE BUGIE DEL COMPAGNO. L'ultima volta che Silvia sarebbe stata vista viva risale ad un soggiorno a Pavia da amici, il 7 giugno scorso.  Il 14 giugno delle amiche insospettite come i parenti dal fatto che non rispondeva più al telefono ma solo agli sms, ne hanno denunciato la scomparsa ad un commissariato di Polizia. Ad allarmare tutti, il tono dei messaggini, 'strani' secondo chi la conosceva bene. Silvia infatti attraverso sms comunicava che a breve sarebbe stata irreperibile per una vacanza.

SENTITO IL COMPAGNO. Mossi i primi sospetti e lanciato l'allarme dei conoscenti che non riuscivano a parlare con la donna, la polizia ha telefonato al compagno della ragazza, 34 anni originario della provincia di Sassari, per chiarimenti. Il giovaneavrebbe risposto che erano assieme in Sicilia, a Catania, ma che la donna non poteva in quel momento rispondere al telefono. Su sollecitazione dei colleghi bolognesi però la Squadra Mobile di Catania è andata a controllare all'indirizzo fornito dal giovane, non trovandoli. Così l'uomo è stato sentito dalla polizia tre giorni fa, il 25 giugno. In quella occasione ha detto di essere stato con Silvia fino al 16, ma che poi lei aveva deciso di intraprendere un viaggio in Grecia. Ieri, viste queste ed altre incongruenze, il pm ha disposto che venisse sfondata la porta di casa.

IL RITROVAMENTO DEL CORPO. Poco dopo, il macabro ritrovamento: il corpo era celato dentro un sacco nero dell'immondizia di grandi dimensioni, in posizione fetale ma con i piedi verso l'alto, dentro un congelatore a pozzetto. Nella stanza da letto schizzi di sangue. Nella camera, vicino alla testa del letto e sui muri vicini, la polizia scientifica ha trovato macchie di sangue. Una profonda ferita alla fronte. Vicino farmaci e sonniferi.

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