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Città 30, per i sindacati del trasporto pubblico è "la tempesta perfetta" | VIDEO

La sigla USB tuona: "Non basta mettere i cartelli per fare di Bologna una Città 30". E arrivano accuse sulla poca trasparenza di Tper e Comune

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Tra contestazioni, petizioni online e lettere al Presidente della Repubblica, possiamo dire che il percorso della Città 30 non è stato dei più lineari. Da domani, però, la delibera diverrà realtà, il che equivale a maggiori controlli e sanzioni che diventeranno effettive. Una scelta che ha scontentato molti settori, dalla politica passando ai cittadini, fino a chi passa tutto il giorno al volante per lavoro. La Città 30, infatti, non convince la USB, sigla sindacale che, tra le altre, tutela i lavoratori del trasporto pubblico locale. In una conferenza stampa organizzata nella sede di via Saffi, i delegati del sindacato hanno esposto le ragioni per cui il provvedimento rappresenterebbe una scelta sbagliata. “Tra poche ore scatterà l’operazione di tenuta effettiva su gran parte della città della velocità massima di 30 km/h – ha detto Luigi Marinelli, coordinatore regionale di USB –. Al di là della sua complessità, siamo di fronte alla tempesta perfetta. Non è però un evento naturale, ma un combinato di nodi e problemi che vengono da lontano, e che incrementano con gli anni, a partire dal periodo del Covid. Quel periodo doveva segnare una stagione di rinnovato investimento del trasporto pubblico, e invece il servizio è peggiorato. La situazione è caratterizzata da: carenza di personale, carenza di mezzi che rimangono fermi nei depositi, e un calendario dei cantieri a dir poco problematico. Infine, non c’è ancora una riprogrammazione delle percorrenze, ovvero i tempi di percorrenza delle linee bus. Rispetto a una valanga di problemi, la città 30 è la goccia che fa traboccare il vaso”.

Il problema della riprogrammazione delle percorrenze, e cioè i tempi effettivi di ogni singola corsa, preoccupa anche Daniela Dimichele, delegata della Rsa della sigla sindacale interna a Tper Bologna: “Le percorrenze sono un tema centrale che l’amministrazione sta minimizzando. Il cantiere della Garisenda ha dato poi il colpo di grazia. Abbiamo contestato, ma sembra che al Comune non stia a cuore il trasporto pubblico. Fino ad oggi c’è stata la complicità dei lavoratori di Tper. La Città 30 non fa più scorrere questa complicità. Veniamo da anni di contrattazione al ribasso, ora il Comune sceglie il momento peggiore. Allo stato attuale il servizio è più che scadente, e non perché gli autisti sono in ferie. Non adeguando le percorrenze, le persone saranno sempre più affollate alle fermate. La categoria dei lavoratori dovrà stare più attenta con i limiti di velocità, e le distrazioni aumenteranno. Alla categoria viene chiesto uno sforzo ulteriore”. Problemi che l’amministrazione, sia comunale che regionale, conosce: “L’assessora Orioli, così come Tper, sono a conoscenza dei problemi. Abbiamo incontrato sia lei sia l’assessore regionale Corsini, più di una volta. La risposta è stata quella dell’indisponibilità di risorse per aumentare il personale, in un rimpallo di responsabilità tra Governo e Regione, che sicuramente complica ulteriormente la situazione” commenta amaro Marinelli.

I dati

Per la mancanza di personale, stimata in circa duecento lavoratori, rimangono fermi nei depositi di Battindarno, Due Madonne e Ferrarese diversi bus al giorno, con un conseguente aumento di lavoro per i lavoratori, ormai costretti agli “straordinari forzati”. E da parte di Tper? “Nessuna comunicazione – dice Dimichele –. Non c’è stato nessun incontro tra l’azienda e i lavoratori. L’unico accorgimento è stato quello di allungare i tempi di percorrenza su due linee notturne. Per il resto, il nulla. D’altronde la patente è di chi guida. Ma il problema riguarda anche, e soprattutto, i cittadini. Già in questi giorni, prima della Città 30, si sono verificati ritardi fino a venti, trenta minuti, come ad esempio sulle linee 20, 27 o 13. La categoria è stanca, e lo dico io che lo faccio di lavoro. Le percorrenze sono un problema annoso, ed è soprattutto una questione economica. Noi chiediamo ad un servizio tarato sui 50 km/h, al di fuori del centro, di ritararsi sui 30 km/h. Forse conviene mettere un sasso sotto al pedale dell’acceleratore. Questa mossa sembra simile a quanto succede alla sanità: ormai è più privata che pubblica, è così sta succedendo per il trasporto pubblico” conclude Dimichele.

“Alla Tper e al Comune chiediamo chiarezza – insiste Marinelli –. chiediamo a Tper e al Comune di rendere pubblici i dati sulla mancanza di mezzi, di personale, di corse mancate e sugli straordinari ‘forzati’. È un diritto della cittadinanza ed è un dovere della politica, e non basta mettere i cartelli per rendere Bologna una Città 30”.

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