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Cronaca

Dati Covid confortanti: l'Emilia-Romagna verso la zona gialla (ma non subito)

Atteso l'esito del vertice al ministero della Salute. Probabile uno slittamento verso la scadenza naturale del tre dicembre, ma già nel fine settimana Bonaccini potrebbe decidere per un allargamento delle maglie sui negozi

L'Emilia-Romagna attende il responso (l'ufficialità è prevista e attesa per oggi) sulla zona di rischio a cui sarà assegnata in base all'ultimo Dpcm del Governo. I dati degli ultimi giorni, in particolare su casi e ricoveri, fanno ben sperare nella direzione dell'auspicato ritorno in zona gialla.

Un obiettivo indicato apertamente nei giorni scorsi dall'assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini. Ma è anche vero, come si fa notare in viale Aldo Moro nelle ultime ore, che per fare scattare il passaggio in una fascia inferiore di rischio occorrono due settimane piene con valori da "gialla" per quanto riguarda i 21 parametri in gioco.

Un requisito assai difficile da soddisfare. Non sembra benaugurante, da questo punto di vista, il caso della Lombardia, che sperava nell'arancione ma come mostrano le parole del governatore Attilio Fontana, dovrà probabilmente aspettare un'altra settimana, fino al 3 dicembre.

Emilia-Romagna verso zona gialla, cosa potrebbe cambiare già nelle prossime ore

Tuttavia, se la situazione con il provvedimento governativo è blindata, così non è per le ordinanze regionali. Anche qui eventuali novità sono attese a breve. L'intenzione di Bonaccini sarebbe quelle di allentare la stretta regionale sui negozi nei festivi, con la riapertura dei negozi di medie dimensioni nei festivi. Altro fronte è quello della scuola: potrebbero ripartire le lezioni di ginnastica e canto, ma di riaperture e lezioni in presenza non se ne parlerebbe almeno fino al 3 dicembre.

Insomma, arriveranno novità sul fronte delle riaperture, ma saranno circoscritte. Del resto, anche se l'indice di contagi è sceso intorno a uno -è il ragionamento di Viale Aldo Moro, allineato con quello del ministero della Salute- è però ancora troppo presto per riaprire in modo esteso le attività chiuse, dal momento che fino a ora nessuna regione è stata ancora declassata e che servono ameno tre settimane di dati in discesa e stabili per poter pensare a un alleggerimento sul fronte della socialità.

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