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Cronaca

Dehor, estesa la proroga per le autorizzazioni a fine 2021

Lo slittamento per venire incontro alle difficoltà del settore. Soddisfatti gran parte dei gruppi consiliari ma Colombo (Pd) polemizza: "Ignorato il parere dei due metri di distanza all'aperto"

Dapprima era fino al 31 ottobre, ma ora -con la crisi nel settore che morde- il Comune di Bologna ha rettificato la sua posizione. Si tratta della proroga ai dehors straordinari di bar, bistrot e ristoranti, che permette di allestire i tavolini all'aperto con più facilita rispetto alla pratica normale.

Per la precisione, il provvedimento originariamente sarebbe dovuto durare solo fino al 31 ottobre, riduzione che era stata prospettata solo pochi giorni fa in commissione, scatenando l'ira dell'Ascom.

Inizialmente, in commissione erano stati Andrea Colombo (Pd) e Federico Martelloni (Coalizione civica) a chiedere di accorciare la copertura della delibera, originariamente prevista per tutto l'anno in corso. Il capogruppo del Pd, Roberto Fattori, aveva proposto la fine di ottobre come mediazione e la proposta era stata accettata dall'assessore al Commercio, Alberto Aitini.

Ma lo stesso Aitini, ieri, ha portato in aula una delibera che proroga i dehors straordinari "fino alla fine del 2021". Si tratta "sicuramente di un numero di mesi importanti ma assolutamente necessario -dichiara l'assessore- nella speranza che presto le attività possano usufruire di questa possibilità". Per Martelloni alla fine va bene così, perché "c'è un tema di programmabilità degli investimenti da pate dei pubblici esercenti e questo settore ha assolutamente bisogno di una mano".

Proroga Dehors, molti a favore ma c'è qualche critica

Conferma piena adesione alla delibera Massimo Bugani del M5s ("Davvero buona cosa"), mentre il ripensamento sulla scadenza della delibera non va giù a Colombo: "Non resta che prenderne atto, si vede che quando qualcuno alza la voce dopo si fanno le marce indietro".

Per il dem, poi, rappresenta una una problema il fatto che rispetto alle precedenti delibere "viene volutamente fatta sparire la clausola di salvaguardia" con cui l'amministrazione si riservava di ricercare un "miglior contemperamento degli interessi pubblici e privati".

Infine, critica ancora Colombo, nella delibera "non si è tenuto minimamente conto" del documento prodotto a marzo da Inail, Istituto superiore di sanità, ministero della Salute e Aifa in cui si raccomandano due metri di distanza, invece che uno, quando si consumano cibi e bevande. La posizione di Colombo fa alzare gli scudi nel resto del gruppo.

Gli esercenti "si stanno sacrificando per la salute dei cittadini" e questo "non può essere messo in competizione con altri disagi", afferma Piergiorgio Licciardello. "C'è un tema di coeesione sociale, che rischia di saltare se non supportiamo chi oggi è in difficoltà", aggiunge Michele Campaniello. Sul sostegno ai ristoratori "non ci possono essere se e ma" e "non c'è Pums che tenga", dichiara Raffaele Persiano.

Lega e Fdi decidono di astenersi sulla delibera, approvando però la sua immediata esecutività. Francesco Sassone (Fdi) lamenta "la mancanza di coinvolgimento effettivo delle opposizioni", mentre Francesca Scarano chiede la mano morbida quando ci sarà da fare i controlli: "Ladovve arrivino segnalazioni di qualche attività che ha un tavolino in più o due persone in piedi che aspettano, è giusto ricordare le regole ma arrivare subito a sanzionare".

In altre parole, "non comportiamoci come guardie spietate che arrivano e fucilano su una categoria già bastonata", è l'appello leghista. I controlli ci saranno e bisognerà ottenere "un senso di responsabilità da parte dei singoli gestori che non sempre abbiamo visto l'estate escorsa e infatti siamo intevenuti", afferma Aitini.

Per quanto riguarda i due metri di distanza, "se diventerà la regola -dice Aitini- sarà un automatismo a cui i pubblici esercizi dvoranno adeguarsi". La delibera è stata approvata con 27 voti a favore (Colombo compreso) e sette astensioni (Lega, Fi, Insieme Bologna, Al centro Bologna). (Dire)

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