Feti nei barili a Granarolo: la procura dispone il dissequestro. Il rettore: "Vicenda che ha turbato la sensibilità di tutti"

Dissequestrati e riconsegnati all'università i fusti con all'interno feti umani e parti anatomiche rinvenuti nelle settimane scorse a Granarolo, durante uno sgombero di un deposito.

La squadra mobile di Bologna ha infatti eseguito quanto disposto dalla procura, dopo l'apertura di un fascicolo, tutt'ora pendente per smaltimento illecito di rifiuti, in relazione al ritrovamento di quelli che sono stati considerati dei rifiuti sanitari da smaltire. Smaltimento che ora, su richiesta dello stesso rettore Molari, verrà condotto proprio dall'università di Bologna.

"Feti e resti umani abbandonati in deposito, si faccia chiarezza"

Nella nota che riporta la notizia del dissequestro sono anche menionati i possibili passaggi che il delicato carico ha afforntato ormai venti anni fa. La Mobile, su mandato della procura, hanno "acclarato la provenienza" dei barili "dal Policlinico Sant’Orsola e precisamente dall’Istituto di Anatomia Patologica". Da lì è stata ricostruito lo spostamento effettuato "fra la fine del 1999 e il 2000 da parte del Museo 'Cesare Taruffi'” interno dell’Ospedale Sant’ Orsola e di proprietà dell’Università degli Studi di Bologna, a seguito di "lavori di ristrutturazione che interessavano quell’edificio".

"L’Ateneo ha chiesto e ottenuto dall’autorità giudiziaria, lo scorso 3 marzo, il dissequestro dei delicati materiali conservati a Granarolo - scrive in una nota il rettore dell'università di Bologna, Giovanni Molari - sabato scorso sono stati affidati a una ditta specializzata che li ha messi in sicurezza in contenitori idonei e che ha avviato le procedure per la consegna a un deposito autorizzato a trattare tali materiali, secondo le norme di legge. Si chiuderà così questa vicenda che ha turbato la sensibilità di tutti e che si sarebbe dovuta condurre in altro modo oltre quindici anni fa".