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Giornata per i diritti dei migranti. Sul ring con Pamela Noutcho Sawa, campionessa di boxe e infermiera | VIDEO

Siamo andati alla Bolognina Boxe per raccontarvi la storia della campionessa nata in Camerun e cresciuta in Italia

Quando è arrivata in Italia, Pamela Malvina Noutcho Sawa aveva otto anni. Oggi ne ha 20 in più e nel frattempo è cresciuta tra Perugia, dove vive la sua famiglia, e Bologna, città che ha scelto per gli studi universitari in Infiermieristica e che l'ha portata sul ring. Per caso, come ci spiega: stava lavorando al Centro Beltrame dove avevano creato una palestra per i senzatetto ospiti – grazie ad un progetto di sport e inclusione – e così, quasi per gioco, lì Pamela ha indossato per la prima volta i guantoni. Era il 2015. In quel momento la boxe è entrata nella sua vita e lei in pochissimi anni avrebbe conquistato il primo posto nei campionati italiani categoria 64 kg. Lo scorso anno, nel 2020.

Nata in Camerun, Pamela non ha ancora la cittadinanza italiana. "Sono qui da 20 anni, siamo venuti in Italia perché mio padre studiava a Perugia. Poi ha interrotto gli studi e ha cominciato a lavorare, con tre figli sarebbe stato difficile proseguire". 

"Io invece ho scelto Bologna, me ne sono innamorata subito. Questa città è un crocevia, tutti sono stranieri ed è una città che accoglie. Non mi sono mai sentita discriminata qui. Solo nella nostra palestra non so quante etnie e nazionalità diverse ci sono. Siamo tutti migranti, l'essere umano tende a spostarsi per sua natura. A chi chiude le porte ai migranti dico di fermarsi a pensare: queste persone reggono in piedi il Paese con il proprio lavoro".

Perché si celebra la Giornata per i diritti dei migranti

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 18 dicembre giornata internazionale per i diritti dei migranti: una giornata per promuovere azioni contro il razzismo e contro lo sfruttamento dei migranti. "Il 18 dicembre 1990 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la Convenzione Internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, documento entrato in vigore nel 2003 ma non ancora ratificato dall’Italia e dalla maggior parte dei paesi europei, nel quale si trova la definizione internazionale di “lavoratore migrante” e si stabiliscono standard internazionali per il trattamento dei migranti e delle loro famiglie".

"La Convenzione riconosce la specifica situazione di vulnerabilità dei lavoratori migranti e promuove condizioni di lavoro e di vita dignitose e legittime. Fornisce, inoltre, una guida per l'elaborazione di politiche nazionali in materia di migrazione basate sul rispetto dei diritti umani e propone una serie di disposizioni per combattere gli abusi e lo sfruttamento dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie nel corso del processo migratorio. Lo scopo è quello di prevenire lo sfruttamento e mettere fine ai movimenti clandestini o illegali, stabilendo le condizioni minime di riconoscimento e accettazione del migrante a livello universale". 

"Ricordiamo come il contributo lavorativo degli immigrati sia ormai indispensabile, nella struttura del nostro mercato del lavoro, per cui non è realisticamente immaginabile un futuro senza queste nuove risorse venute da lontano. Le persone migranti, purtroppo, sono spesso sfruttate da famiglie ed aziende attraverso il fenomeno del lavoro in nero, discriminate per la loro provenienza e vittime di pregiudizi e stereotipi tanto da divenire oggi il simbolo della violazione dei diritti umani".

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