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Cronaca San Vitale / Via Pietro Albertoni

Tentato suicidio al Sant'Orsola: poliziotto muore dopo 10 giorni di agonia

Si era sparato al pronto soccorso ed era stato ricoverato in condizioni disperate in rianimazione, stamattina il 44enne si è spento al Maggiore

Non ce l'ha fatta, dopo dieci giorni di ricovero in sala rianimazione è morto stamattina il poliziotto di penitenziaria 44enne che lo scorso 3 dicembre si era sparato all'ospedale Sant'Orsola.
Le condizioni dell'agente erano parse fin dal principio disperate. Dopo il tentato suicidio era stato trasportato nel reparto di rianimazione dell'ospedale Maggiore, qui è rimasto appeso tra la vita e la morte fino a oggi. Sconosciuti i motivi del tragico gesto.

IL TRAGICO GESTO AL PRONTO SOCCORSO. Il 44enne, assistente Capo della Polizia Penitenziaria in servizio al centro di prima accoglienza e comunità minorile del Pratello di Bologna, si era sparato al pronto soccorso del Sant'Orsola. L'uomo, originario di Napoli, ma da anni in città, era arrivato al policlinico in ambulanza perché lamentava un problema alla bocca, dovuto sembra a una recente caduta in bicicletta. Dopo un primo controllo, si era seduto in attesa di essere visitato dai medici. Poi il gesto disperato. Aveva estratto la pistola d'ordinanza, l'aveva rivolta verso di sé e si era sparato.

SOS DALLA CATEGORIA, 'TROPPI CASI DI SUICIDIO'. A seguito dell'episodio, dalla categoria era stato lanciato un S.O.S sulla condizione di lavoro dei poliziotti. La Uil P.A. Polizia Penitenziaria, ad esempio denunciava il fatto che "i casi di suicidio tra i baschi azzurri  sono veramente troppi" e  invocava "una seria riflessione su quelli che sono gli effetti e le conseguenze del lavoro in carcere sulla vita privata di ognuno", ritenendola "doverosa da parte del Governo e dell’Amministrazione Penitenziaria”.

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