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Cronaca Centro Storico / Strada Maggiore

Scienze Politiche, ennesimo attacco a Panebianco: ancora una lezione interrotta

Questa mattina interrompere la lezione del professore è stato il collettivo Hobo: 'Fomenta l'odio in facoltà. Ha scritto che le unificazioni politiche non si fanno col burro ma con i cannoni'

Altro blitz alla Facoltà di Scienze Politiche questa mattina verso le 9. Questa volta a interrompere la lezione del professor Angelo Panebianco è stato il collettivo Hobo. Il casus belli un editoriale del docente sula situazione politica in Medioriente dal titolo "Noi in Libia saremo mai pronti?" 

"E' solo l'ultimo di una serie di editoriali, ma addirittura questa volta il professore ha scritto che unificazioni politiche non si fanno col burro ma con i cannoni. Dopo l'omicidio in Egitto di Giulio Regeni la guerra tocca tutti noi, sono le nostre vita ad andarci di mezzo - ha detto ai cronisti Giulia di Hobo - quindi questa mattina siamo entrati in aula per acoltare la sua lezione sulle Teorie della Guerra e della Pace e abbiamo posto delle domande, ma Panebianco si è alterato, la lezione è stata spostata in un'altra aula ed è stata chiamata la sicurezza della facoltà". 

Il docente non è nuovo a questi episodi: ieri la lezione era stata interrotta dal Collettivo Universitario Autonomo - CUA, mentre nel 2014 era stato oggetto di contestazioni pr un suo articolo sull'immigrazione. 

"Siamo iscritti a Scienze Politiche e ci è stato chiesto il badge, addirittura il professore ha parlato di studenti normali e non, e del fatto che alcune opinioni possano generare effetti collaterali" continua Giulia "si tratta invece di fomentare l'odio e la guerra di civiltà, è gravissimo se scritto su un giornale letto da milioni di persone, paghiamo le tasse e vogliamo impedirlo nella nostra facoltà".

Pareri discordi tra gli studenti: mentre alcuni trovano "costruttivo il dialogo", visto che gli studi di scienze politiche dovrebbero portare a una formazione dell'opinione, altri ritengono che "se si è in disaccordo con un docente, non è giusto impedire una lezione, ci dispiace per il professore, anche noi paghiamo le tasse, non è nè il modo nè il luogo". L'episodio di ieri era stato condannato dal rettore Ubertini, dal sindaco e da diverse forze politiche. 

Nessun commento dal professore che intorno alle 11.30 è uscito dalla facoltà: "Siamo stati chiamati perchè gli studenti e il docente volevano fare regolarmente la lezione - ha detto Pina Lalli, docente e vicepresidente della Scuola bolognese di Scienze Politiche "ragioneremo insieme agli organi centrali su quali misure prendere. Non possiamo accettare che alcuni giovani impediscano agli studenti iscritti di fare le loro lezioni, sono certa che troveremo il modo". Lalli riferisce di aver cercato di capire se i protagonisti del blitz fossero iscritti alla facoltà e quindi di aver richiesto il badge: "Una persona ha anche detto di essere già laureata". 

Giovedì 25 febbraio alle 17, sempre a Scienze Politiche, si terrà un presidio contro la guerra e il ciclo seminariale “La vostra guerra, i nostri morti”.

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