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Cronaca

Palestina, scontri collettivi-polizia. La posizione dell'Ateneo e l'appoggio di Zaki agli studenti

La guerra al centro dell'inaugurazione dell'anno accademico. Studenti in corteo, agenti feriti, un arresto. Le ragioni dei manifestanti, la linea dell'Università di Bologna e le parole del ministro Bernini e dell'attivista egiziano sul dissenso

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Scontri tra i collettivi universitari e la polizia, imbrattamenti, lancio di qualche bottiglia, due agenti feriti e un manifestante in manette. E' il bilancio della mobilitazione pro-Palestina degli studenti di ieri in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico in Alma Mater alla presenza del Ministro Anna Maria Berini.
Alla base del corteo - che ha visto radunate circa 300 persone nel centro cittadino- l'accusa verso l'Università di essere "complice del genocidio a Gaza" e la richiesta di "interrompere i rapporti con Israele e con le aziende che producono armi". 

Affondo contro i manifestanti

Immediate le reazioni del centrodestra che hanno espresso condanna contro l'"ennesima violenta contestazione da parte dei soliti collettivi filopalestinesi di sinistra incapaci, come sempre, di rispettare i principi di base della democrazia". Così una nota di Fratelli d'Italia cui fa eco quella delle Lega, che evidenzia come "i centri sociali e i gruppi violenti non perdono occasione per confermare la loro antidemocraticità. Solidarietà al ministro Bernini e al rettore per quanto subito durante quella che doveva essere un’occasione di festa e unità. Un grande grazie, invece, va come sempre alle forze dell’ordine, sempre in prima linea per difenderci da gruppi violenti come questi”.

Zaki in appoggio agli attivisti

Se c'è chi spende parole di condanna per gli attivisti scesi in piazza ieri a Bologna. C'è chi si espone inb loro appoggio. Lo fa ad esempio Patrick Zaki, l'attivista egiziano su X ha scritto a più riprese: "Inaccettabile, nella storia dell'università, che gli studenti e le studentesse siano stati soggetti a delle violenze mentre esprimevano la loro opinione. Tutto il mio sostegno ai miei colleghi e alle mie colleghe che hanno scelto di stare dalla parte dell'umanità e della pace".

Poi: "Scrivere questa critica alle politiche della mia università non è facile per me, ma è cioè che ho imparato dai miei professori e colleghi tra le mura di una delle migliori istituzioni accademiche del mondo" - ha poi aggiunto Zaki, postando alcuni video degli scontri di ieri - "Criticare le scelte dell'università è un diritto degli studenti e delle studentesse, soprattutto la richiesta che la loro università aderisca a un cessate il fuoco che è in linea coi valori della nostra università per quanto riguarda i diritti umani. Il cessate il fuoco non è una supplica o un favore. È un dovere dopo che le istituzioni europee hanno riconosciuto le umiliazioni praticate dall'esercito israeliano e la carestia in cui sta facendo vivere i Palestinesi. Anche impedire alla studentessa di finire di parlare, oggi, E' un fatto che nessuno può accettare in un luogo di istruzione quale è la nostra università".

Nuova manifestazione per la Palestina durante l'inaugurazione dell'anno accademico

La posizione dell'Ateneo sulla guerra a Gaza 

Se la guerra nella striscia di Gaza ha monopolizzato l'attenzione dell'avvio dell'anno accademico, quali sono le posizioni d'Ateneo? Cessate il fuoco immediato. Aiuti a studenti, ricercatori e docenti palestinesi. E ricognizione di ogni collaborazione internazionale in atto, in ottica di 'ethical procurement'. Sono i cardini su cui ruota la mozione approvata  all'unanimità dal Senato accademico dell'Alma Mater di Bologna. Il documento, come riferisce l'Ateneo sul suo Magazine, "fa appello a tutti gli organismi internazionali perché si adoperino con il massimo sforzo a raggiungere la sospensione delle ostilità e mettere così fine alle morti di migliaia di civili ed al bombardamento di intere città". Nella mozione è contenuta inoltre la richiesta di adesione all'appello per aprire canali diplomatici e corridoi umanitari e sanitari, "per aiutare i civili bisognosi di soccorso e scongiurare epidemie, nonché per la liberazione degli ostaggi detenuti da tutte le parti". L'Ateneo di Bologna si impegna inoltre a "predisporre aiuti accademici per studenti, ricercatori e docenti universitari palestinesi, così come programmi di mobilità per studio o ricerca o anche per percorsi di specializzazione, in analogia a quanto già realizzato per altri conflitti". Infine, la mozione approvata dal Senato "sollecita a consolidare e rafforzare un costante processo di ricognizione delle collaborazioni in atto, anche in prospettiva di 'ethical procurement', al fine di prevenire ogni comportamento potenzialmente lesivo dell'immagine, della reputazione e dei valori statutari dell'Ateneo".

Per il rettore Giovanni Molari si tratta di una "mozione molto equilibrata, che mette in evidenza i problemi e quelle che possono essere le soluzioni". Anche nel suo discorso durante la cerimonia, Molari fa un riferimento alla guerra in corso nella Striscia di Gaza. "So bene che su questo tema ci sono state e ci saranno ancora discussioni all'interno dell'Ateneo- dice il rettore- nostro compito è favorire il pluralismo delle opinioni e il rispetto di tutte le sensibilità. Ma laddove i diritti fondamentali sono in gioco, opinioni e sensibilità diverse non possono che trovare una composizione nel richiedere con forza la tutela dei valori fondamentali che la Costituzione italiana e lo Statuto dell'Alma Mater ci impongono di difendere". Molari ci tiene peraltro a sottolineare come "il numero crescente di studentesse provenienti dall'Iran ci dice chiaramente che l'Università può e deve rappresentare una speranza di libertà e giustizia". Il rettore assicura quindi l'intenzione di "potenziare tutte le misure d'accoglienza destinate a chi fugge da zone di guerra e crisi umanitarie, a partire dalla Palestina, al cui dramma guardiamo con crescente angoscia".  

Attivisti sul palco di Alma Mater 

La posizione dei collettivi ieri in protesta è stata portato sul palco dell'incontro istituzionale d'Ateneo al teatro Manzoni.  Hanno ottenuto di parlare per manifestare la propria visione. La prima studentessa a intervenire ha invocato la liberazione dei detenuti palestinesi, tra cui Anan Yaeesh, attualmente in carcere in Italia. La seconda attivista, invece, apre il suo discorso accusando il rettore di avere "le mani sporche di sangue" per non aver preso una posizione netta, nei mesi scorsi, a favore della popolazione della Striscia di Gaza. La platea inizia a rumoreggiare e a quel punto Molari interviene. "Bene, adesso basta- dire il rettore prendendo il microfono- gli accordi si rispettano. Abbiamo dato sufficientemente spazio a tutti. L'atteggiamento di rispetto riguarda anche il permettere a me di concludere questo momento".  

INAUGURAZIONE ANNO ACCEDEMCO (3)

Bernini: "Ateneo luogo di confronto, gestire il dissenso"

Della guerra, oltre alla contestazione dei collettivi, ne hanno parlano al Manzoni anche i rappresentanti del personale tecnico-amministrativo e degli studenti Unibo. La presidente del Consiglio degli Studenti, Francesca Saccardi, prima di prendere la parola stende una kefiah sul podio da dove pronuncia il suo discorso. Dopo di lei tocca alla ministra Anna Maria Bernini, e il fazzoletto palestinese viene tolto. "Per me non è un problema lasciare la kefiah- sono però le prime parole della ministra- questa, per quanto ci riguarda, è l'idea di Università. La vera libertà è quella degli altri, la nostra è troppo facile da rivendicare". Bernini poi aggiunge, a commento e risposta ai collettivi che l'hanno contestata. "Credo molto nella forza dell'Università come agorà universale- dice- nella necessità di dedurre e controdedurre.
Bisogna consentire a tutti di parlare, e non solo alle tesi radicali. Io rispetto le tesi di tutti e mi aspetto una reciprocità". Per questo la cerimonia di oggi è stata "molto interessante- giudica la ministra- abbiamo dato prova di gestire il dissenso. L'Università ha la maturità culturale per farlo, non è mai indifferente alle cose del mondo e sarebbe difficile, per non dire ipocrita, girarsi dall'altra parte". Poi, rivolta ancora agli studenti, Bernini aggiunge: "Quando si è ascoltati, bisogna anche ascoltare. Altrimenti è un privilegio. E voi che siete onesti intellettualmente, e siete giovani, non potete vivere di privilegi".

Inaugurato il 936° anno accademico, investimenti e sguardo al futuro nel discorso del Rettore

La cerimonia di avvio anno d'Ateneo Molari era stata aperta con un discorso del Rettore in cui ha sottolineato gli obiettivi, le sfide e i risultati raggiunti dall'Ateneo nel corso dell’ultimo anno, a fronte delle crisi politiche e umanitarie sempre più numerose e della crisi climatica che ha colpito da vicino anche l’Università di Bologna, a partire dall'alluvione, nel maggio scorso, in Romagna e nelle sedi del Multicampus. In questo momento storico – ha detto il Rettore – “la voce delle Università italiane stenta a trovare una sintesi che ci consenta di affrontare insieme, consapevoli delle nostre competenze e del nostro ruolo, tutti gli interlocutori politici e sociali, pubblici e privati con cui siamo chiamati a confrontarci e a collaborare. In assenza di tale sintesi, ritengo che un Ateneo come l’Alma Mater Studiorum abbia sempre di più il compito di adottare misure e strategie che siano non solo efficaci sul piano locale, ma esemplari sul piano nazionale”.

Tanti gli investimenti sostenuti dall'Alma Mater, dal 2022, sul fronte reclutamento di personale, come anche quelli sulla ricerca: oltre 50 milioni di euro in attrezzature e laboratori, “perché l’Università è il motore dell’attività scientifica del Paese” – ha affermato il Rettore.

È stata inoltre sottolineata l’attenzione dell’Ateneo verso la qualità e sostenibilità della didattica e la scelta decisa per il ritorno in presenza, anche per quanto concerne l’erogazione dei TOLC e il rifiuto del TOLC svolto a distanza, in controtendenza rispetto a molti altri Atenei italiani; è stata ribadita una forte critica al modello delle università telematiche, “che non possono essere né un modello di istruzione universitaria altamente qualificata né una risposta adeguata alle difficoltà economiche degli studenti”; si è rimarcata l’importanza del supporto a studentesse e studenti in condizioni di disagio economico, grazie alla costante sinergia con ER.GO. E ancora, si sono ricordate la realizzazione di un piano più organizzato ed efficiente per l’edilizia universitaria e l'elaborazione del primo piano energetico di Ateneo che già nel 2023 ha permesso di ridurre i consumi del 10% e che consentirà di installare, nel 2024, 1 MW di pannelli fotovoltaici.

Il Rettore ha ricordato anche l'impegno costante dell'Alma Mater nella cura delle persone, attraverso un potenziamento dei servizi per la comunità, da quelli psicologici per studenti e studentesse e per il personale, allo sportello contro la violenza di genere.

Infine Molari ha evidenziato l'obiettivo di rafforzare il sentimento di comunità per favorire un clima lavorativo migliore e aumentare l’orgoglio di appartenere a una grande università pubblica statale che aspira a risultati ambiziosi. E ha ricordato un ambito sul quale l'Ateneo sta lavorando con massima responsabilità, e cioè la sanità: “abbiamo messo a disposizione la nostra visione strategica e le nostre competenze per concorrere a un riassetto complessivo del sistema nell’Area metropolitana di Bologna e in Romagna. Abbiamo l’opportunità di offrire un modello di collaborazione istituzionale di rilevanza nazionale. Non perdiamola”.

Anno Accademico Unibo 08

Sigillum Magnum a Jacinda Ardern

È seguita poi la lezione tenuta da Jacinda Ardern, l'ex Prima Ministra della Nuova Zelanda, sulla leadership in tempo di crisi, che si è soffermata sulle conseguenze del cambiamento climatico, le disuguaglianze, la rivoluzione tecnologica, i conflitti globali, la proliferazione delle armi nucleari e la minaccia delle pandemie. Al termine, il Rettore le ha consegnato il Sigillum Magnum di Ateneo, massima onorificenza dell’Alma Mater.

 
 

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