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Diritti civili e lotte

Tutte le sfumature dell'arcobaleno: le famiglie omogenitoriali fra rivendicazioni e ricadute sui figli

INTERVISTA| Arianna Ruggeri, socia dell’associazione Famiglie Arcobaleno: "Le coppie lgbt+ non possono accedere né alle tecniche di procreazione medicalmente assistita né all’adozione. Intanto però quello che dovrebbe contare è la funzionalità dei rapporti"

I colori dell'arcobaleno sono solo sette, ma sono il simbolo di una varietà praticamente infinita. Quanti tipi di famiglie esistono? C'è chi ha figli da una relazione precedente, ci sono quelle allargate e ricomposte, quelle in cui i genitori sono dello stesso sesso. A qualche settimana da quando la Procura di Padova ha impugnato trentatrè atti di nascita di figli di coppie di donne per l’annullamento della trascrizione della madre non biologica e alla vigilia della Rivolta Pride di Bologna (qui il manifesto politico e i dettagli sul corteo) l'intervista ad Arianna Ruggeri, socia dell’associazione Famiglie Arcobaleno, chiarisce tantissimi aspetti legati alla vita quotidiana delle famiglie omogenitoriali, fra problematiche legate al mondo sanitario, scuola e lavoro, ma soprattutto alle ricadute sui i figli. 

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Cominciamo dall'inizio, raccontando bene di chi si parla quando si parla di famiglie arcobaleno...

"Le famiglie omogenitoriali, comunemente chiamate famiglie arcobaleno, sono famiglie composte da genitori gay, lesbiche, bisessuali e/o trans (lgbt+), che hanno figli. L’omosessualità è una 'una variante naturale del comportamento umano', così come definita dall’Organizzazione mondiale della Sanità. E’ evidente che anche le persone lgbt+, siano esse single o in coppia, come tante altre coppie qualsiasi, abbiano il desiderio di avere figli, esattamente come tante altre persone.  Gli ordini degli psicologi e l’Associazione Italiana di Psicologia (AIP) ormai da anni affermano che 'le famiglie con genitori dello stesso sesso siano in grado di essere genitori in modo efficace, che i figli di queste coppie abbiano le stesse linee di sviluppo dei figli di coppie eterosessuali non ci sia alcuna differenza nella capacità genitoriale di persone lgbt+ e che le/i bambine non abbiano alcun impatto differente sulla propria crescita se creciuti da genitori lgbt+'. Come sempre ciò che conta è la funzionalità dei rapporti, ossia la 'famiglia funzionale come quella che sa offrire cura, sicurezza, protezione, sostegno, apertura alle diverse dimensioni dell’esistenza umana'. Nonostante questo, ad oggi le coppie lgbt+ non possono accedere né alle tecniche di procreazione medicalmente assistita né all’adozione, non possono quindi esercitare libermante in Italia la propria scelta di diventare genitori. In particolare la legge sulle unioni civili differisce dal matrimonio proprio per questo aspetto, ossia manca dell’articolo sul tema filiazione. La legge non solo non prevede la possibilità di adottare, ma neanche la possibilità di adottare in maniera semplificata, attraverso la cosiddetta step child adoption o adozione in casi particolari. Per questo motivo per single o coppie che vogliano avere figli l’unico modo è ricorrere a tecniche di procreazione medicalmente assistita o gestazione per altri all’estero".

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Il concepimento. Come funziona se la coppia è composta da due donne e cosa accade invece se si tratta di due uomini? 

Per quanto riguarda le coppie di donne: ad oggi in Italia solo le coppie maggiorenni di sesso diverso (cita la legge), sposate o conviventi, con problemi di sterilità si possono rivolgere alla sanità pubblica per accedere a tecniche di fecondazione assistita che prevedono tra altre, se necessario, la donazione di gameti maschili (sperma) o femminili (ovociti) o di entrambi. Scandalosamente neanche le donne single possono ancora accedere a tale tecnica, perché non in coppia con un uomo. Le coppie di donne quindi, che sono a tutti gli effetti una coppia con problemi di sterilità, non possono accedere a tali tecniche. Per questo motivo le donne si recano all’estero, nei paesi europei dove la stessa tecnica è consentita, siano esse single o in coppia. Questo è consentito ormai in quasi tutti i paesi dell’Europa occidentale e centrale, ad eccezione di Italia, San Marino, Città del Vaticano e principato di Monaco, quindi circa una ventina di paesi vicini all'Italia. Andare all’estero per accedere a questa tecnica non costituisce alcun reato in Italia. Ovviamente effettuare la procreazione all’estero è motlo più complicato che farlo in Italia. Oltre che essere molto costoso in termini economici, lo è in termini psicologici e organizzativi. La coppia deve utilizzare le proprie ferie, perché non può utilizzare permessi per visite mediche, non può avere alcun supporto psicologico gratuito, garantito invece alle coppie eterosessuali in Italia, deve pagare tutte le spese mediche e i viaggi, il tutto spesso con risultati negativi o con una gravidanza raggiunta dopo numerosi fallimenti. Una volta rientrata in Italia, la gestante entra nel sistema sanitario nazionale e la mamma intenzionale sparisce. Questo vuoldire avere la fortuna di incontrare medici e personale competenti e accoglienti che trattino la coppia come futuri genitori, come tutti gli altri.

Tuttavia, l’aspetto più grave per le famiglie omogenitoriali è che la mancanza di una norma che consenta alle donne, single o in coppia, di accedere alle tecniche di procreazione in Italia fa sì che, a differenza del nascituro/a con due genitori eterosessuali, in caso di fecondazione in coppia, il genitore definito intenzionale, ossia che non partorisce la/il bambina/o, non sia vincolata a prendersi alcuna responsabilità genitoriale in fase di fecondazione. Questa cosa accade invece per le coppie etereosessuali che si devono impegnare ad esercitare i dirittti/doveri di responsabilità genitoriale alla nascita della figlia/o già in fase di fecondazione. E’ chiaro che la prima persona esposta alla mancanza di tale legge è la bambina o il bambino che nasce che non ha certezza della sua tutela genitoriale.

Coppie di uomini: per un uomo single o coppia di uomini l’unico modo per colmare il desiderio di avere figli in Italia è recarsi all’estero, in paesi dove la gestazione per altri è tutelata e garantita a ogni tipo di coppia. La gestazione per altri consiste nell’utilizzo della tecnica di procreazione medicalmente assistita con la formazione di embrioni da gameti maschili di uno dei due papà, a meno di problemi di infertitlità, e dei gameti femminili di una donatrice. Fino a qui accade lo stesso che può accadere per le coppie eterosessuali in Italia che fanno la procreazione medicalemnte assistita. L’embrione viene poi portato in grembo da una portatrice, quindi una donna che sceglie di donare se stessa per nove mesi per far nascere la/il bambino. Per una persona gay non residente i paesi dove accedere alla GPA e sono principalmente Stati Uniti d’America, Canada e alcuni pesi del centro America. In altri paesi europei, come Inghilterra e Grecia, è possibile solo per residenti. Molti paesi europei tuttavia, pur non avendo una legge che consente la gestazione per altri, registrano senza problemi i bimbi nati all’estero con due papà, come Francia e Spagna. La portatrice, nei paesi dove si recano i papà, è una donna che sceglie di farlo liberaremente, senza alcuna costrizione. Può avere un rimborso che copra il periodo di gravidanza nel caso si debba assentare dal lavoro e per coprire tutte le necessità mediche o di supporto.

La gestazione per altri in paesi come gli USA è talmente accettata dal punto di vista culturale e sociale che le assicurazioni sanitarie prevedono questa eventualità. La serie televisiva Friends tratta la gestazione per altri in alcune puntate datate anni novanta, questo per capire quanto in determinati paesi non sia un tema divisivo, ma addirittura acquisito da essere popolare. Il percorso portato avanti dal 95% delle coppie in USA e Canada prevede un percorso con esperti e psicologi che valutano la capacità genitoriale, la firma di un contratto che impegna entrambi i papà alla responsabilità genitoriale e tutele stringenti per tutte le persone coinvolte, donatrici di ovociti e portatrice. Quest’ultima, in particolare deve avere già dei figli, essere in coppia stabile e avere un lavoro che le garantisca autonomia e una dimora stabile. Una volta nata la bambina o il bambino il paese dove nasce la riconosce come figlia di due papà in quello stato".

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Come avviene il riconscimento di una famiglia omogenitoriale in Italia?

"Non essendoci una legge che tratti la filiazione per coppie omosessuali, né vietandola né garantendola, molti comuni hanno deciso, dal 2016, di colmare questo vuoto normativo riconscendo gli atti di nascita con due madri e/o  trascrivendo quelli con due padri, ma altri comuni si rifituano di riconoscerli, appellandosi alla mancanza di una legge. Di nuovo chi vede leso il proprio diritto sono le/i bambine che non hanno garanzia che i propri genitori si possano prendere entrambi la propria responsabilità genitoriale nei loro confronti. Soprattutto ad oggi, questo diritto è a macchia di leopardo: se la/il bambina figlia di due mamme nasce a Bologna il suo atto di nascita viene riconosciuto, se nasce a Roma no. Se nasce a Bologna, ma ha due papà vede registrato solo l’atto di nascita con il padre biologico, quindi risultano orfani dell’altro padre. Proprio così una gran confusione perché ogni comune sceglie se riconoscere e quali bambini, quelli con due mamme o cno due papà o solo alcuni. Ciliegina sulla torta, se ci si trasferisce in un comune che non riconosce l’atto formato, questo può venire annullato.

E se gli atti di nascita vengono impugnati, come già accaduto in alcune città italiane? 

Infine, come stiamo assistendo, alcune procure italiane, come ultimamente Padova o Milano, impugnano gli atti di nascita con due mamme riconsociuti dai sindaci. Tutto questo crea chiaramente un senso di smarrimento, paura e vuoto che impatta di nuovo sulla serenità delle/i bamine. In particolare, come nel caso di Padova, impugnare l’atto di nascita di una bambina/o che ormai ha 6 anni, annullando anche il suo cognome se inclusivo del cognome dell’altra madre, vuoldire ledere l’identità della bambina/o. Come spiegarle che all’improvviso sua madre non lo è più, non perché se ne è andata o perché non è ritenuta in grado di essere una brava madre, ma perché una procura non trova il suo atto di nascita formalmente corretto?".

Come si comporteranno le altre procure? 

"Ad oggi non possiamo saperlo. Chiaramente viene punita prima di tutto la/il bambina che non può veder riconosciuti entrambi i propri genitori a causa della scelta della tecnica usata per la procreazione. L’unica alternativa, in mancanza del riconsocimento dell’atto di nascita per il genitorie intenzionale è l’adozione in casi speciali. Questa via è obbligata per quasi tutti i papà intenzionali, essendoci solo 3 comuni in Italia che ad oggi trascrivono gli atti con due papà e per tantissime coppie di mamme essendo pochi anche i comuni che riconoscono gli atti formati con due mamme. L’adozione in casi speciali è un’applicazione forzata di una forma di adozione che alcuni tribunali dei minori applicano da alcuni anni per ovviare alla mancanza di una legge. Anche qui i giudici si muovono a macchia di leopardo nel Paese, in alcune città sì in altre no, in alcune in circa un anno in altre ci volgiono anni. Per la famiglia in termini pratici si tratta di fare finta di non esserlo, ossia di essere mancante di un genitore e di voler far sì che il genitore intenzionale lo voglia all’improvviso diventare. Per fare questo tutta la famiglia deve sottoporsi al vaglio di un vero e proprio meccanismo di adozione dove il genitore definito biologico, deve autorizzare il genitore intenzionale a fare richiesta di adozione. Se ritenuti in grado di capacità genitoriali adeguate il giudice potrà acconsentire, dopo visite di psicologi e assistenti sociali anche con i bambini, a definire ufficialmente la famiglia già esistente una famiglia. Una grande macchina burocratica che sottrare tempo a casi reali e che pone sotto fortissimo stress bambine/i e genitori inutilmente per la sola mancanza di una legge.

Da questo spaccato sorgono quattro domande: (1) per quale motivo lo Stato italiano non tutela i bambini con due genitori omosessuali? (2) Perché lo Stato italiano non consente alle coppie omosessuali di adottare, se ritenute capaci di essere genitori come tutte le altre? (3) Per quale motivo lo Stato italiano non consente alle coppie di donne di accedere alle stesse tecniche di procreazione delle coppie eterosessuali, se ritenute capaci di essere genitori come tutte le altre? (4) Per quale motivo lo Stato non legifera sulla gestazione per altri considerando la tutela e l’autodeterminazione della donna invece che determinando le coppie che la utilizzano dei criminali?

Una nota sull’adozione: alle coppie omosessuali viene sempre indicata la via dell’adozione come soluzione. Di solito alla coppia eterosessuale con problemi di infertilità si dice subito che esiste la procreazione medicalmente assistita, e questa non si pone come un atto egoistico rispetto alla questione dell’adozione, ma semplicemente come un’alternativa. Perché questo non accade per le coppie omosessuali? Perché una coppia omosessuale è egoista se accede a tecniche lecite per le coppie eterosessuali invece di optare per l’adozione? Ovviamente nella pratica sia la via medica sia l’adozione sono vietate, ma è interessante questa preclusione che tace sempre un approccio omofobo. Probabilmente almeno l’80% delle coppie omogenitoriali opterebbe per l’adozione se fosse possibile, proprio perché il legame genetico non è prioritario, tuttavia l’idea che in Italia si pensi che una coppia omosessuale ragioni in termini egoistici, prediligendo a priori una tecnica medica, contro l’adozione fa capire quale sia il preconcetto verso le coppie omosessuali.

Scuola, sanità e lavoro: il quotidiano "difficile" delle Famiglie Arcobaleno"

La vita: il quotidiano, le problematiche, i pregiudizi. Cosa può raccontarci raccogliendo le esperienze che le stanno intorno e che ben conosce? 

"Le famiglie omogenitoriali, come detto, sono come tutte le altre, con alcune particolarità. Intanto in qualsiasi città devono continuamente fare coming out e descrivere la propria esperienza: dalle insegnanti e staff scolastico, allo staff sanitario, al bottegaio vicino casa. Questo accade per la mancanza di formazione informazione che c’è nel nostro paese. Inoltre le bambine e i bambini con genitori omosessuali conoscono da sempre la storia legata al proprio concepimento, essendo impossible raccontare cose diverse. Quindi vivono con molta serenità la propria famiglia. Tuttavia devono spesso rispondere a domande o accuse da parte di altri coetanei che, imbeccati erronamente da altri adulti, li accusano di avere un genitore morto o scappato, perché non è per loro possibile che abbiano due mamme o due papà. Altro aspetto: le famiglie devono continuamente dimostrare di essere una famiglia come tutte le altre: questo vuol dire sentirsi in dovere di mostrare quotidianamente di fare le stesse cose degli altri e di essere performanti. Infine devono continuamente sincerarsi che la propria bambina o il proprio bambino siano inclusi e quindi rappresentatati all’interno della società: accertarsi che siano presenti libri e albi illustrati che raccontino anche la presenza di famiglie omogenitoriali o regalarli nelle scuole, monitorare che altri genitori e adulti che interagiscono con i bambini non utilizzino linguaggio omofobo.

Nel caso di una famiglia che non ha il conoscimento alla nascita né ha completato il percorso di adozione che cosa succede? 

"Che le cose si complicano ulteriormente. A Bologna è possibile per il genitore intenzionale partecipare alla vita scolastica solo fino alla scuola primaria, se inserito in scuole comunali 0-6. Infatti il comune di Bologna prevede una modulistica semplificata che consente al genitore intenzionale di accedere alla pari del genitore biologico e senza delega. Una volta entrati nella scuola statale il genitore intenzionale sparisce ed è un perfetto estraneo.

Nella sanità: il genitore intenzionale non ha alcun ruolo e non può firmare il consenso informato.

Nei viaggi: il genitore intenzionale ha bisogno di una delega a viaggiare da solo.

In caso di separazione della coppia, come tutte le coppie accade anche a quelle omosessuali: il genitore intenzionale può rifiutarsi di occuparsi della/del bambina/o o al contrario il genitore biologico può impedire a quello intenzionale di vedere e prendersi cura della bimba/o.

Di nuovo anche in tutti questi casi è la bambina o il bambino a veder ridotte le proprie tutele e i propri diritti a vivere una vita piena e serena con la sua famiglia. Ultima nota: essendoci ormai centinaia di sentenze di tribunali di minori passate in giudicato che riconsocono famiglie con genitori omosessuali, la discussione sull’esistenza di queste famiglie non dovrebbe esistere. Ce ne sono a centinaia per sentenza dei tribunali. Quindi qualsiasi governo dovrebbe ritenersi in obbligo di correre ai ripari per fare sì che queste/i bambine vengano accolte e incluse in orgni ambito della società e trattate come le altre.

Cosa chiedono urgentemente le famiglie omogenitoriali rappresentate dall'Associazione Famiglie Arcobaleno?

Matrimonio egualitario, quindi inclusa la possibilità di adozione, e pieno riconoscimento dei figli alla nascita, di mamme e papà. Una politica di inclusione reale che lavori dal punto di vista sociale e culturale per formare e informare la società e renderla finalmente pronta ad accogliere le nostre famiglie".

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