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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Filo rosso Ustica-Uno Bianca, i familiari delle vittime: "Savi aveva informazioni"

Avrebbe indicato la zona dove un caccia francese da lui pilotato avrebbe sganciato un serbatoio. Alcuni rottami vennero rinvenuti, ma non furono collegati al DC9

Non è notizia oggi quella del drammatico filo rosso che legherebbe la strage di Ustica alla cosiddetta banda della Uno Bianca, almeno secondo un gruppo di familiari delle vittime dell'organizzazione criminale capeggiata dai fratelli Savi che ha presentato un esposto alla Procura di Bologna, chiedendo di riaprire le indagini per trovare mandanti e complici della banda che tra il 1987 e il 1994 uccise 23 persone e ne ferì oltre 100. Lo riferisce Ansa. 

Roberto Savi, ex poliziotto all'ergastolo, avrebbe avuto informazioni che dimostrerebbero i suoi rapporti con mondi legati ai servizi di sicurezza, secondo i familiari, assistiti dagli avvocati Alessandro Gamberini e Luca Moser.

"Con certezza Roberto Savi, nell'ambito dei rapporti che intratteneva con fonti e mondi legati ai servizi di sicurezza - affermano i legali - ha avuto modo di intercettare notizie afferenti alla strage di Ustica, che solo nell'ambito di alcune agenzie e contesti operativi potevano 'girare' nei primi anni '90".

Savi avrebbe guidato il caccia francese

A tirare in ballo Savi, Pietro Gugliotta, altro ex poliziotto appartenente alla banda. Nel 1995 fu sentito dai pm bolognesi Valter Giovannini e Paolo Giovagnoli e riferì di confidenze ricevute, durante uno spostamento in macchina verso la Liguria, appena superato il confine con la Toscana. Savi avrebbe indicato una zona montuosa dove un Mirage francese (aereo da caccia - ndr), coinvolto nell'azione che causò l'abbattimento del DC9 di Ustica, avrebbe sganciato un serbatoio supplementare.

Savi avrebbe anche detto a Gugliotta di aver pilotato lui il caccia, partito da Tolone. Effettivamente alcuni rottami del velivolo vennero rinvenuti in quella zona, ma non furono collegati al DC9. Il pm Giovannini all'epoca inviò il verbale dell'interrogatorio al giudice rosario Priore (che seguiva l'inchiesta su Ustica) e Savi stesso fu sentito a Roma e diede del pazzo a Gugliotta, ma solo nel 2008, con le dichiarazione dell'ex presidente della Repubblica, Fracesco Cossiga, il coinvolgimento dei francesi divenne più di una ipotesi. 

Nelle ultime settimane, l’inabissamento del DC9 Itavia a largo di Ustica il 27 giugno 1980 è tornato di attualità: Giuliano Amato in un'intervista è tornato sulla responsabilità dell'aeronautica francese con la complicità degli americani e di chi partecipò alla guerra aerea, la sera del 27 giugno 1980. 

Secondo gli avvocati Gamberini e Moser, Roberto Savi, così come "in tutte le sue dichiarazioni nel corso delle indagini e del processo, mescolava all’evidenza millanterie e circostanze vere, utilizzando sapientemente la tecnica dei messaggi trasversali e delle dichiarazioni ambigue".

Questo elemento, sottolineano, non può essere accantonato in un'indagine, come quella sollecitata dall'esposto, "che voglia ridefinire il perimento (all’evidenza troppo stretto) nel quale il fenomeno criminale della Uno Bianca è stato collocato dagli esiti giudiziari. Si tratta "di un ulteriore prezioso tassello ricostruttivo di un percorso investigativo che, nell’auspicio dei familiari delle vittime della Uno bianca da noi rappresentati, non potrà che ridefinire l’orizzonte narrativo criminale ed investigativo all’interno del quale quei delitti sono stati commessi”, concludono. 

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