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Cronaca

Sanitari che non vogliono vaccinarsi: partono le lettere del Sant'Orsola (ma sono poche)

Si contano sulle dita di una mano attualmente le posizioni più a rischio: "De facto a casa senza stipendio". Sull'altro fronte pendono i ricorsi al Tar

Si tratta al momento di tre o quattro persone al massimo, ma comunque "procederemo secondo le indicazioni della legge, cioè esonerarli e lasciarli sostanzialmente a casa senza la retribuzione".

Questa è l'indicazione per i cosiddetti 'sanitari no vax', e cioè quei professionisti impiegati nella sanità che non hanno ancora fatto il vaccino, nonostante ne abbiano tutti i requisiti. A commentare la situazione è la direttrice generale del Policlinico, Chiara Gibertoni, questa mattina a margine di una conferenza stampa al Sant'Orsola.

"Tra oggi e domani arriveranno le lettere e ci muoveremo di conseguenza- conferma Gibertoni- abbiamo fatto la ricognizione delle ricollocazioni e daremo la precedenza a coloro i quali non possono fare la vaccinazione per motivi di salute. Per coloro che non vogliono, invece, procederemo secondo le indicazioni della legge".

Le autorità sanitarie stanno prendendo quindi i provvedimenti in materia, anche se a disciplinare il tutto ha contribuito il decreto Covid di Draghi di aprile, convertito in legge a inizio giugno, e sul quale peraltro stanno pendendo dei ricorsi al Tar. In base alla normativa infatti, la sospensione scatterebbe solo se non è possibile ricollocare in altra aera non esposta a contatto diretto con il pubblico il sanitario non vaccinato.

Obbligo vaccinale per i sanitari, ricorso al Tar per un centinaio di persone

I posti disponibili per le ricollocazioni saranno quindi utilizzati in via prioritaria per gli operatori che, per ragioni di salute, sono esentati dal vaccino.

In questo momento, spiega ancora la direttrice, "il percorso previsto dalla norma è nella fase in cui il dipartimento di sanità pubblica deve informare le aziende di quali sono gli operatori che, non avendo accettato la vaccinazione, sono a tutti gli effetti persone che non possono rimanere in servizio nell'attività assistenziale e devono essere spostate". 

Oltre alle tre quattro persone di cui sopra, vi sono anche un centinaio di operatori "che a vario titolo hanno certificazioni per non farla o hanno eseguito la vaccinazione in altre regioni", spiega la numero uno del Sant'Orsola.
(Fonte: Dire)

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